Questo periodo storico è l’opportunità per una ripartenza più sostenibile. Troviamo il coraggio di abbandonare i sistemi produttivi obsoleti in favore di una nuova economia.
Regno Unito, 2067. Il futuro è vegano
Nel 2067 gli abitanti del Regno Unito saranno tutti vegani, questo il futuro raccontato dal falso documentario, ma ricco di dati veri, prodotto dalla Bbc: The carnage.
Tra 50 anni non ci saranno più inutili spargimenti di sangue di animali e carne, uova e latticini saranno banditi. Tutto vero? Non proprio, parliamo infatti del soggetto dell’audace mockumentary (film di fiction che imita lo stile del documentario) The carnage, diretto dal comico inglese Simon Amstell e prodotto e trasmesso dalla Bbc. “Ho scritto e diretto un film sul veganismo. Mi dispiace”, ha dichiarato Amstell a proposito del suo primo lungometraggio.
Il passato non si cancella
Nell’ipotetico futuro prossimo immaginato da Amstell il regno Unito è completamente vegano, la violenza ha lasciato posto alla compassione, la popolazione vive in pace e gli animali vagano liberi. Le vecchie generazioni non riescono tuttavia a superare il senso di colpa per il proprio passato onnivoro, il regista ci chiede però di perdonarli per gli orrori di cui sono stati complici. Gli anziani sono sottoposti a terapie per contribuire ad affrontare il rimorso per il loro passato di mangiatori di animali, una sorta di alcolisti anonimi in versione onnivora. A un certo punto, a turno, i partecipanti della seduta elencano i vari tipi di formaggio che hanno mangiato in passato. Alcuni di loro hanno i loro volti pixellati a causa del forte stigma sociale, mentre altri non riescono a gestire la vergogna e corrono fuori dalla stanza.
Riflettere con l’ironia
La vera differenza tra The carnage e la maggior parte dei film che affrontano tematiche simili è che il film britannico fa dell’ironia la propria chiave narrativa e, tra una risata e l’altra, invita gli spettatori a riflettere, senza tuttavia farli sentire giudicati. “Ci siamo resi conto che avevamo bisogno di prendere per il culo i vegani per far funzionare il film – ha raccontato il regista. – Quindi, se sei una persona che attualmente mangia animali e pensa che i vegani siano ridicoli, allora questo è il film che fa per te”.
Un mondo che cambia
Il film racconta la battaglia culturale ed economica sostenuta dal movimento vegan che gradualmente guadagna consensi in Gran Bretagna. Non a tutti però piace questo cambiamento, l’uomo furioso della classe media, che vede il suo mondo stravolto, è interpretato da James Smith.
Come l’utopia diventa realtà
Per raggiungere il futuro immaginato da Amstell, con un Regno Unito completamente vegan, occorre, oltre alla minaccia sempre più seria dai cambiamenti climatici, una scoperta tecnologica che permette agli uomini di parlare con gli animali. Il regista si augura però che non sia necessario giungere a questo per invertire l’attuale tendenza.
La forza dell’empatia
“Se non provi empatia per una mucca o un maiale a cui stanno per tagliare la gola, se non ti senti sconvolto da ciò che sta accadendo su scala globale, allora io proprio non so che dire – ha dichiarato Amstell. – Penso che un sacco di problemi del mondo potrebbero essere risolti attraverso l’empatia, abbandonando l’idea che tu sei la persona più importante della Terra”.
Manifesto vegan
The carnage, disponibile dallo scorso 19 marzo, è già diventato un manifesto vegano ed è il perfetto esempio di come per diffondere un messaggio non sia necessario ergersi su un pulpito e fare prediche. Il film funziona proprio perché molto divertente, pur trattando temi che di divertente hanno ben poco, come la violenza organizzata perpetuata quotidianamente ai danni di milioni di animali e il terribile impatto ambientale di tali pratiche.
Un avvertimento dal futuro
L’obiettivo del film, come detto, non è solo divertire lo spettatore ma fargli comprendere l’insostenibilità dell’attuale regime alimentare e della sua intrinseca crudeltà. Amstell ci parla da un futuro prossimo e sembra volerci invitare ad invertire questa tendenza senza necessariamente aspettare cinquanta anni.
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