I bombardamenti della Russia colpiscono abitazioni, ospedali pediatrici, scuole. Un milione di bambini è in fuga dall’Ucraina, ci sono anche i piccoli malati di tumore.
Dall’inizio del conflitto in Ucraina sono decine i bambini uccisi mentre in Italia sono arrivati oltre 26mila rifugiati, di cui 10mila minori.
Tra i bambini evacuati ci sono decine di malati oncologici, che stanno raggiungendo l’Italia grazie ai ponti aerei. Di altri si sono perse le tracce.
L’attacco russo più brutale ha colpito l’ospedale pediatrico di Mariupol, causando 3 morti e 17 feriti.
La guerra in Ucraina è un dramma per tutta la popolazione del paese, ma soprattutto per i bambini. Mentre l’Unicef il 9 marzo parlava di oltre un milione di bambini in fuga dal paese, i raid russi colpivano un ospedale pediatrico di Mariupol, dopo che nei giorni scorsi sono stati ridotti in macerie altri siti sanitari, oltre che scuole, asili, orfanotrofi e abitazioni civili abitate anche da minori.
Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina sono già morti almeno 78 bambini (anche se i dati sono discordanti) mentre in Italia sono arrivati oltre 26mila rifugiati, di cui 10mila minori. Tra questi anche alcuni bambini malati oncologici, che dopo le prime cure nei sotterranei di Kiev e delle altre città mentre in superficie cadevano le bombe russe, sono stati evacuati verso la Polonia e poi in Italia. “C’è molta ansia, le famiglia temono che i bambini non ricevano più le cure”, spiega a LifeGateAlessandra Radaelli, responsabile del programma salute globale di Soleterre, onlus che in Ucraina segue progetti per il diritto alla salute della popolazione, minori in particolare.
La Russia bombarda i bambini
“La situazione dei 6,5 milioni di minori rimasti in Ucraina è al limite”, ha denunciatoSave the children. Cibo, acqua e medicine nel paese scarseggiano, le bombe della Russia continuano a colpire la gran parte delle città e per molti bambini la vita scorre reclusi nei sotterranei delle case, senza possibilità di uscire e quindi nemmeno di andare a scuola. Un altro problema è quello del gelo invernale: “I bambini spesso non hanno altro che i vestiti che indossano per ripararsi e si stanno ammalando perché la temperatura è molto rigida”, continua Save the children.
L’evento più brutale è stato il bombardamento del 9 marzo contro l’ospedale pediatrico di Mariupol. Dai video si vedono muri sventrati, finestre distrutte, letti sbalzati per strada in mezzo alle macerie. Il bilancio è di 3 morti, tra cui un bambino di 6 anni, e 17 feriti: l’ospedale in quel momento era usato come rifugio proprio contro i missili lanciati da Mosca. Ma in realtà di attacchi simili ce ne sono stati molti altri.
Amnesty International ha denunciato che la Russia attraverso bombe a grappolo, vietate dalle convenzioni internazionali, ha colpitoun asilo a Kharkiv, mentre nel resto del paese decine di altre scuole sono state rase al suolo. Lo stesso è avvenuto con le abitazioni civili e l’ultimo bilancio fornito dall’Onu, il 7 marzo, parla di 27 bambini uccisi dall’inizio del conflitto, aggiungendo però che molto probabilmente si tratta di un dato parziale a causa delle difficoltà di raccogliere notizie sul campo martoriato dai bombardamenti. Le autorità ucraine l’11 marzo hanno detto che i bambini morti sono almeno 78, quelli feriti più di 100.
Di fronte a una situazione così difficile le famiglie e gli attori umanitari stanno cercando di mettere in salvo i bambini. La legge marziale vieta agli uomini tra i 18 e i 60 anni di età di lasciare l’Ucraina e questo fa sì che i bambini costituiscano oggi la fetta più grossa di rifugiati. L’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, parla di oltre due milioni di persone in fuga e di questi, secondo l’Unicef, oltre un milionesono minori.
Il dramma dei bambini malati oncologici
Tra i civili che stanno vivendo il dramma della guerra in Ucraina ci sono anche molti bambini malati oncologici. Nel paese i tassi di mortalità infantile per tumore sono superiori alle medie europee: se nel continente guarisce il 75-80 per cento dei bambini, in Ucraina la percentuale è solo del 55,5 per cento, a causa di ritardi nella diagnosi e della scarsa strumentazione medico-chirurgica e di medicinali.
L’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol è un crimine contro l’umanità.Le nostre azioni umanitarie, che portiamo…
Con i primi bombardamenti la situazione si è ulteriormente aggravata, dato che i bambini delle cliniche sono stati trasferiti nei sotterranei, il che ha certamente complicato le cure. Poi si è riusciti a evacuarne la gran parte. “A Kiev abbiamo una casa di accoglienza per bambini con tumore”, spiega Alessandra Radaelli. “Con l’inizio del conflitto i bambini sono stati trasferiti a Lviv, dove già da un po’ di tempo stavamo creando un’unità di trapianto di midollo osseo, che aveva anche portato 12 medici dell’ospedale locale al San Matteo di Pavia per fare formazione in reparto. Da Lviv poi i bambini vengono trasferiti in autobus in Polonia e da lì partono gli aerei per portarli in Italia, ma non solo”.
Il problema però è che di molti bambini malati oncologici della capitale e della altre città colpite dai bombardamenti si sono perse le tracce. “Ci sono tanti bambini che vanno cercati casa per casa perché magari in questo momento non erano ricoverati in clinica ma comunque stavano seguendo una terapia”, continua Radaelli. “C’è un lavoro che sta prendendo moltissimo tempo di ricerca e raggruppamento di queste persone”.
Anche il trasporto a Lviv e poi oltreconfine non è semplice, dal momento che si tratta di bambini debilitati, che spesso fanno fatica anche a camminare. “Ieri abbiamo trasportato un bambino che era su una lettiga”, continua Radaelli, “non poteva neanche stare in sedia a rotelle. L’aeroporto ci ha dato il supporto per poterlo accompagnare in ambulanza fino all’aereo”. Dall’inizio del conflitto sono già partiti alcuni voli per l’Italia. 13 bambini malati di tumore ed evacuati dall’Ucraina sono arrivati in aereo dalla Romania a Torino, dove si trovano ora in cura all’ospedale Regina Margherita. Altri voli dalla Polonia organizzati proprio da Soleterre Onlus hanno invece portato bambini malati a Milano, dove sono stati accolti dall’Istituto Nazionale dei tumori e dagli Spedali Civili di Brescia.
“Ci saranno molti altri voli, ogni anno in Ucraina ci sono 1.200 nuovi casi di tumori tra i bambini e al momento siamo sui 4mila casi contando tutti i malati”, spiega Radaelli. “Sono grandissimi numeri, ci sono altre organizzazioni che stanno cercando di usare lo stesso schema di evacuazione su altri paesi europei. Ma appunto l’italia ha dato una grande disponibilità per accoglierli”.
I bambini malati oncologici sono solo una piccola parte del flusso di rifugiati ucraini che sta raggiungendo l’Italia. Al 10 marzo, secondo i dati diffusi dal Viminale, in Italia erano già arrivati 26mila profughi in fuga dalla guerra. Di questi, 7mila, circa il 40 per cento, sono minori. La dimostrazione che i primi a vivere il dramma della guerra in Ucraina sono proprio i bambini.
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