Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Uganda, la scuola di ostetricia che ridona significato alla parola vita
Una scuola di ostetricia in un villaggio dell’Uganda sta ridando speranza alle donne e all’intera comunità. Il racconto fotografico di un progetto della Fondazione Ambrosoli.
Suor Carmel racconta che il suo cognome, Abwot, significa “sono fuggito”. Era stato scelto dalla madre in onore del marito sfuggito ai ribelli nel giorno della sua nascita. Per lei, invece, ha un significato diverso, ovvero “tutto si risolve” e il suo atteggiamento lo prova ogni giorno. Suor Carmel è una sopravvissuta, una roccia, la sua missione è alleviare le sofferenze e portare gioia. Il suo sorriso è luminoso, la sua risata forte.
Kalongo è un villaggio nel nord dell’Uganda, vicino al confine col Sud Sudan. Si trova sotto il monte Oret, in una zona remota a circa due ore di auto – su strade sterrate – dalla città più vicina. Suor Carmel Abwot è una suora comboniana arrivata qui nel 1992. Ostetrica del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital e, successivamente, insegnante presso la St. Mary Midwifery School, la scuola di ostetricia a fianco dell’ospedale. Durante la guerra civile, quando le incursioni dei ribelli minacciavano il villaggio, suor Carmel aveva deciso di non fuggire, poi è diventata direttrice della scuola e, avendo come unica guida la sua dedizione per la formazione delle studentesse, è rimasta con loro. A loro e alla scuola si continua a dedicare ininterrottamente da 25 anni.
Il ruolo delle donne ugandesi
L’onere per le donne africane è enorme e l’Uganda non fa eccezione. Spesso date in sposa da giovanissime, sono i loro mariti a decidere quanti figli avranno. Sono le donne che provvedono al sostentamento della famiglia: lavorano nei campi, assicurano il cibo e l’educazione ai loro figli. Le donne sono tutto nella cultura africana, ma non hanno voce. La loro salute viene spesso trascurata anche durante il delicato periodo della gravidanza e, per ragioni culturali o logistiche, non sempre raggiungono l’ospedale per il parto. Una situazione che rende la mortalità materna in Uganda eccezionalmente alta: 360 donne (ogni 100mila nati) muoiono di parto ogni anno. Suor Carmel lavora per dar vita a un cambiamento di lungo periodo che, sostiene, “può avvenire solo attraverso l’educazione delle donne all’autonomia economica e decisionale”. A partire dalle sue studentesse a cui cerca di infondere competenze di ostetricia, ma anche dignità in quanto donne. Non lavora solo per formarle e trasformarle in professioniste, ma anche per formarle sulla vita che aspetta loro.
L’importanza della formazione
Suor Carmel ama insegnare e il suo entusiasmo è contagioso. Le sue lezioni spesso si rompono e interrompono in risate e applausi. È molto esigente e la sua autorevolezza, costruita con il suo donarsi quotidiano, è indiscussa. Molte studentesse hanno storie disperate alle spalle e molte sono quelle orfane. La maggior parte può contare su borse di studio finanziate da donatori che consentono loro di costruirsi un futuro autonomo e indipendente dal punto di vista economico.
La loro formazione è fondamentale per salvare madri e bambini e non si limita alla sola ostetricia nonostante siano numerose le situazioni in cui un’ostetrica può essere l’unico operatore sanitario qualificato. Lavorano e si formano a rotazione in tutti i reparti del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, diventando personale competente, donne forti, consapevoli del loro ruolo e della sua rilevanza.
Suor Carmel parla con immensa gioia del successo delle sue studentesse – 150 attualmente – e della scuola di ostetricia, che è la più importante dell’Africa subsahariana. La domanda di ostetriche è molto alta in Uganda e molte studentesse hanno già un posto di lavoro assegnato in centri sanitari e cliniche di tutto il paese, ancora prima del diploma. Questo è il modo in cui Suor Carmel sta contribuendo a cambiare il suo paese, un’ostetrica per volta.
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