L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Regno Unito, l’energia eolica costa meno di quella nucleare
In Gran Bretagna l’energia eolica costa di meno rispetto a quella che verrà prodotta nella costosa e controversa centrale nucleare di Hinckley Point
I parchi eolici offshore potrebbero fornire al governo britannico energia elettrica a un costo competitivo rispetto all’energia nucleare. Secondo le stime della British wind energy association (Bwea), l’associazione che raggruppa le imprese britanniche dell’energia rinnovabile prodotta dal vento, moto ondoso e maree, gli impianti eolici potrebbero produrre energia elettrica a un costo inferiore a 92,50 di sterline (108,5 euro) per megawattora, ovvero il prezzo concordato a cui potrebbe essere venduta l’energia elettrica prodotta dal costoso impianto nucleare da 18 miliardi di sterline (24 miliardi di euro) di Hinkley Point C. La centrale nucleare dovrebbe essere costruita dall’utility francese EDF che ha siglato un accordo di 35 anni con il governo britannico.
Hugh McNeal, amministratore delegato della Bwea, in un’intervista al Guardian ha affermato che “Non sarebbe sorpreso se [l’eolico offshore] cancellasse i prezzi di Hinkley”.
La discesa dei costi dell’eolico offshore
Il costo dell’eolico offshore è sceso di quasi un terzo rispetto al 2012, arrivando sotto le 100 sterline per megawattora quattro anni prima delle previsioni del governo britannico. Il drastico calo dei costi si deve soprattutto all’adozione di turbine più grandi e con una potenza maggiore, ma anche a logiche di mercato dov el concorrenza ha fatto scendere i prezzi. La Offshore Renewable Energy (ORE) Catapult – un centro di ricerca britannico sull’energia prodotta in mare aperto –, nel suo rapporto sull’eolico offshore ipotizza che nei prossimi dieci anni si possano ottenere riduzioni ancora più significative dei costi, grazie a ulteriori passi avanti nell’innovazione tecnologica e a una più stretta collaborazione nel settore che determinerebbe la crescita della catena di fornitura.
Il Regno Unito sempre più conquistato dall’eolico
L’amministratore delegato della Bwea si è detto estremamente ottimista nei confronti dello sviluppo dell’eolico ed è difficile non comprendere il suo entusiasmo visto il successo che l’energia del vento sta riscontrando nella terra di Albione. Nell’ultimo anno, il Regno Unito è stato il quarto Paese in Europa per nuova capacità installata. Secondo i dati di WindEurope, nel 2016 l’eolico britannico (onshore e offshore) si è posizionato dietro solo a quello tedesco, francese e olandese: 736 di nuovi megawatt, quasi il 6 per cento dei 12.490 installati in Europa. Ma se si considera la capacità complessiva installata nel Paese, il cucchiaio di legno diventa una medaglia di bronzo: il Regno Unito è infatti terzo dopo Germania (50 per cento) e Spagna (23,1 per cento) con una quota pari al 14,5 per cento nei 153,7 gigawatt complessivi installati in Europa.
12,7 miliardi di finanziamenti per nuovi impianti
Per il secondo anno consecutivo, il Regno Unito è stato anche il più grande investitore in energia eolica. Il paese ha generato finanziamenti per 12,7 miliardi di euro destinati alla costruzione di nuovi impianti eolici onshore e offshore. Si tratta del 46 per cento del totale degli investimenti per l’eolico realizzati nel 2016 in Europa.
Impianti eolici che continueranno a nascere quindi, anche se probabilmente con maggiori difficoltà vista la decisione del governo inglese di eliminare i sussidi agli impianti eolici onshore a partire da aprile 2016, mantenendoli solo per i progetti già avviati. A metà 2017, quindi, ci si aspetta una diminuzione della costruzione di nuove turbine a terra. Un ostacolo che, secondo McNeal, probabilmente l’industria britannica dell’eolico saprà superare visto che l’eolico in Uk è ormai maturo e in grado di vincere a condizioni di mercato.
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