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L’ultima ape. Scopriamo come salvarla, rivedi la puntata di Presadiretta
La popolazione di api nel mondo è in costante diminuzione. Ma ciò che l’Unione europea sta facendo per salvarle non è sufficiente. Se ne parla nella puntata di Presadiretta dal titolo “L’ultima ape”.
Ultimo aggiornamento: 5 febbraio 2020
Rivedi la puntata di Presadiretta, L’ultima ape
“C’è bisogno di uno sforzo comune per riportare le api sulla Terra”. Ne è convinto l’attore statunitense Morgan Freeman, che ha convertito il suo ranch in Mississippi in un vero e proprio santuario per loro, dove le nutre personalmente con acqua e zucchero, senza prelevare miele. E ha ragione: il tasso di estinzione degli insetti è 8 volte più veloce di quello dei vertebrati. Gli impollinatori sono quelli più a rischio. In appena trent’anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe si è ridotta del 36 per cento. In Europa, che ospita il 10 per cento di tutte le specie di api del mondo, circa un terzo della popolazione di api e farfalle è in declino. Per questo la puntata di Presadiretta, il programma televisivo condotto dal giornalista Riccardo Iacona in onda su Raitre, s’intitola “L’ultima ape”.
Quali sono le minacce che incombono sulla salute delle api
A causare la scomparsa delle api sono vari fattori: la perdita dell’habitat, l’inquinamento, la presenza di specie invasive, il riscaldamento globale. Il 2019 per gli apicoltori europei sarà ricordato come un anno nero e, secondo le associazioni di produttori di miele, la colpa è dei cambiamenti climatici. Fra le cause più importanti del declino delle api, tuttavia, c’è sicuramente l’utilizzo di pesticidi.
Tra i principali responsabili del crollo del numero degli insetti ci sono alcune tipologie di pesticidi usati in agricoltura, oggi vietati in Europa. Ma quali sono le conseguenze del loro massiccio utilizzo avvenuto nel passato?
Lunedì a #Presadiretta “L’ULTIMA APE” 21.20 #Rai3 pic.twitter.com/c7AAQJu5h8— Presa Diretta (@Presa_Diretta) February 2, 2020
Nel 2018, l’Unione europea ha vietato tre pesticidi neonicotinoidi ritenuti pericolosi per gli insetti impollinatori, ma forse non è sufficiente. Lo svela a Presadiretta Gerald Arnold, esperto dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che, sette anni fa, ha stilato delle linee guida per proteggerli, prevedendo dei test di tossicità più severi da effettuare sui pesticidi prima dell’immissione sul mercato. Linee guida che Bruxelles non ha mai ufficialmente adottato.
Gli inviati di Presadiretta indagano, attraverso le testimonianze di ricercatori, figure istituzionali ed esponenti dell’industria agroalimentare, quali potrebbero essere le conseguenze del massiccio utilizzo dei neonicotinoidi avvenuto nel passato, e quali rischi potrebbero avere sulla salute delle api i nuovi prodotti per l’agricoltura impiegati al loro posto.
Il mondo scientifico ha lanciato un allarme: negli ultimi anni abbiamo perso quasi il 50% degli insetti impollinatori, primi fra tutti le api. E i 3/4 delle principali colture alimentari dipendono proprio da loro. E’ in gioco il futuro della nostra alimentazione. Alle 21.20 #Rai3 pic.twitter.com/JwyfiZRdwT — Presa Diretta (@Presa_Diretta) February 3, 2020
Dalle api dipende la nostra vita
È fondamentale tutelare questi preziosi animali, non solo perché svolgono un servizio ecosistemico essenziale aiutando i fiori a riprodursi e svolgendo un ruolo attivo nel mantenimento della biodiversità oltre che nel ripristino delle aree prossime alla desertificazione, ma anche perché sono necessari per la sopravvivenza della nostra specie. Oltre due terzi delle colture utilizzate per la nutrizione umana sono infatti impollinati dalle api, contribuendo in maniera decisiva alla sicurezza alimentare globale.
“Se spazzassimo via gli insetti di questo pianeta, cosa che ci stiamo fortemente impegnando a fare, gran parte degli altri organismi viventi, tra cui l’umanità, sparirebbe dalla Terra. E questo nel giro di pochi mesi”.
Edward Osborne Wilson“L’ultima ape”, stasera 21.20 #Rai3 pic.twitter.com/S3GQZJNwu4
— Presa Diretta (@Presa_Diretta) February 3, 2020
Il cervello di un ape funziona in modo simile al nostro
Senza contare che questi piccoli insetti gialli e neri ci assomigliano più di quanto immaginiamo: “Il cervello di un’ape non è così diverso da quello degli uomini. È solo molto più piccolo. Ma per il resto, tutti gli elementi, le cellule nervose, il modo in cui comunicano… è esattamente come nel cervello umano. Quindi possiamo usarlo come modello”, spiega a Presadiretta Randolf Menzel, zoologo e neurobiologo della Freie universität di Berlino che da decenni studia le api e gli effetti dei pesticidi sul loro comportamento, autore del libro L’intelligenza delle api. Queste ultime “sono molto intelligenti, perché apprendono, riconoscono l’ambiente che hanno intorno, i colori, sentono gli odori. E hanno un’incredibile memoria: possono ricordare l’anno prossimo quello che hanno imparato un anno prima”, conclude l’esperto.
Come proteggere le api, l’indagine di Presadiretta
La municipalità di Utrecht, nei Paesi Bassi, ha installato tetti verdi sulle fermate degli autobus per attirare api, farfalle e altri insetti impollinatori. Bee my Future, il progetto di LifeGate per salvare le api, sostiene l’allevamento di sedici alveari grazie al lavoro di un apicoltore hobbista con esperienza decennale e una profonda conoscenza del mondo degli insetti che alleva. Tutti possono partecipare adottandone cinquecento per un anno. A Presadiretta scopriamo altri modi per contribuire alla salvaguardia di questi animaletti volanti, così piccoli, ma dai quali dipende la vita dell’intero Pianeta. E per fare in modo che al profumo dei fiori si accompagni sempre il volo di un ape.
“L’ultima ape” è un racconto di Riccardo Iacona con Lisa Iotti, Antonella Bottini, Irene Sicurella, Raffaele Manco, Alessandro Marcelli. È andato in onda nella puntata di Presadiretta di lunedì 3 febbraio alle 21:20 su Raitre.
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