Next stop Washington: un reportage dalla capitale degli Stati Uniti nel giorno della cerimonia di insediamento del nuovo presidente Joe Biden.
Elezioni negli Stati Uniti, com’è andato l’ultimo dibattito fra Donald Trump e Joe Biden
I due candidati alla Casa Bianca si sono confrontati per l’ultima volta prima del voto. Dal clima al razzismo, le loro idee non potrebbero essere più distanti.
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Il 22 ottobre negli Stati Uniti si è svolto il secondo e ultimo dibattito presidenziale fra il presidente uscente Donald Trump e l’avversario democratico Joe Biden. A meno di due settimane dal voto del 3 novembre i due candidati si sono confrontati sul palco della Belmont university di Nashville, in Tennessee, con la moderazione di Kristen Welker, corrispondente dalla Casa Bianca per l’emittente Nbc.
A differenza del primo incontro, tenutosi il 29 settembre, il comitato organizzatore ha questa volta deciso di bloccare i microfoni del candidato non direttamente interpellato, in modo da evitare interruzioni o intrusioni non richieste e dare invece più spazio al dialogo.
Un altro confronto era inizialmente previsto per il 15 ottobre, ma è stato cancellato quando Trump ha annunciato di essere risultato positivo alla Covid-19. Dopo una disputa sulla possibilità di svolgere un dibattito virtuale – scenario apprezzato dal team di Biden, ma contestato da Trump – la scorsa settimana i due candidati hanno infine tenuto due comizi in contemporanea, ma su reti televisive diverse.
Il nuovo coronavirus e la sanità americana
Il primo tema, prevedibilmente, ha subito portato l’attenzione sulla pandemia di Covid-19, che negli Stati Uniti sta ancora facendo registrare numeri da record. Mentre Trump ha più volte usato come esempio la propria situazione personale, affermando di aver contratto il virus ma anche di essere guarito rapidamente, Biden ha puntato il dito sulla situazione generale del paese, accusando il suo avversario di non avere ancora approvato un piano per gestire l’emergenza: “Me ne occuperò, mi assicurerò di avere un piano”.
La percezione e le proposte avanzate dai due candidati non potrebbero essere più diverse. Se infatti secondo Trump “stiamo imparando a vivere con il virus”, Biden ha affermato che stiamo “imparando a morire” con esso. Incalzati poi sulla possibilità di un nuovo lockdown, Trump ha sostenuto che “dobbiamo aprire il paese, o non ne avremo più uno”, mentre Biden ha evidenziato l’importanza di ripartire in modo sicuro, limitando i rischi.
I cambiamenti climatici
I due candidati hanno espresso visioni radicalmente opposte anche riguardo al tema dei cambiamenti climatici. “Io amo l’ambiente, abbiamo i numeri migliori sulle emissioni di anidride carbonica degli ultimi 35 anni”, ha detto Trump, che ha poi attaccato l’Accordo di Parigi dal quale la sua amministrazione si è ritirata nel 2017: “Non sacrificherò decine di migliaia di posti di lavoro per quell’accordo. Avrebbe distrutto la nostra industria”.
“Il riscaldamento globale è una minaccia per l’umanità” ha risposto Biden. “Nei prossimi dieci anni passeremo il punto di non ritorno”. Con il suo Climate plan l’ex vicepresidente punta a creare nuove opportunità lavorative anche tramite l’installazione di 50mila stazioni di ricarica per le auto elettriche e il miglioramento dei consumi energetici in sei milioni di edifici. Il tutto generando una crescita economica “superiore per mille miliardi di dollari” (circa 854 miliardi di euro) rispetto alla proposta dell’attuale presidente. Dal punto di vista economico, Trump ha definito il piano come “un disastro” e “una pazzia”, dichiarando: “Vogliono spendere 100mila miliardi di dollari, abbattere gli edifici esistenti e costruirne di nuovi con finestre molto più piccole”.
Biden ha anche sottolineato come i settori in maggiore crescita negli Stati Uniti siano proprio quelli dell’energia eolica e fotovoltaica. “Lui [Trump, ndr] pensa che le pale eoliche causino il cancro – ha detto –. Con il mio piano possiamo crescere in modo sostenibile”. La discussione si è quindi spostata sul tema del fracking, una pratica controversa che permette di estrarre petrolio o gas naturale dal sottosuolo. “Non intendo eliminare il fracking, piuttosto catturare le emissioni nocive”, ha detto l’ex vicepresidente, rispondendo alle accuse di Trump.
Le interferenze straniere
Nel corso del dibattito la moderatrice ha chiesto ai due candidati di commentare la notizia, recentemente diffusa dai principali mezzi di informazione americani, secondo cui Russia e Iran starebbero nuovamente interferendo con le elezioni, anche tramite l’invio di messaggi intimidatori agli elettori democratici.
Biden ha colto l’occasione per puntare i riflettori sui conti nascosti in Cina dall’attuale presidente e sottolineare come, tra il 2013 e il 2015, Trump avrebbe pagato quasi 200mila dollari (circa 170mila euro) di tasse al governo di Pechino, contro i 750 dollari (640 euro) versati nelle casse americane nel 2017. “Ho molti conti bancari, sono un uomo d’affari”, è stata la replica. Il tema delle interferenze estere si è presentato più volte durante la serata, portando i due candidati a scambiarsi accuse reciproche riguardo ad affari nascosti e presunte fonti di reddito poco trasparenti.
L’immigrazione e il razzismo
Parlando di immigrazione, Biden si è poi esposto riguardo alla possibilità di dare la cittadinanza a coloro che attualmente risiedono in modo irregolare nel paese: “Nei miei primi cento giorni darò la cittadinanza a undici milioni di persone”. Trump ha sottolineato che avrebbe già potuto farlo durante il suo mandato da vicepresidente.
Sul tema del razzismo, Trump non ha avuto esitazioni: “Nessuno ha fatto più di quello che ho fatto io [per gli afroamericani, ndr]. Forse, l’unica eccezione è Abraham Lincoln”. Il presidente ha poi continuato attaccando il movimento Black lives matter, citando alcuni slogan utilizzati contro le forze dell’ordine e concludendo: “Sono la persona meno razzista in questa stanza”. Così ha risposto Biden: “In America c’è un problema di razzismo istituzionale. Tutti siamo creati uguali, ma ci stiamo sempre più allontanando da una società inclusiva”.
Nessun riferimento da parte di entrambi i candidati agli estremismi di destra: un cambiamento radicale rispetto allo scorso dibattito, quando Trump si era rifiutato di condannare il suprematismo bianco e aveva citato il motto dell’organizzazione neofascista dei Proud boys, “Stand back and stand by”.
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