Un emendamento rende più difficile fare ricorso e a stabilire i calendari, oltre a Ispra, sarà un organo politico. Le associazioni scrivono al Quirinale.
Un altro gigante se n’è andato, si è estinto in natura il rinoceronte di Sumatra di Sabah
Nello stato malese di Sabah non esistono più rinoceronti allo stato selvaggio, lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, ma non tutto è perduto.
Il rinoceronte di Sumatra orientale o rinoceronte del Borneo (Dicerorhinus sumatrensis harrissoni), è il rinoceronte più piccolo ed elusivo del mondo, sottospecie del rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), una creatura timida e solitaria che vive nel fitto delle foreste del Borneo.
O meglio viveva, non esisterebbero infatti più rinoceronti allo stato selvaggio nello stato malese di Sabah, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Ambiente Masidi Manjun. Nel 2008, secondo le stime degli ambientalisti, si contavano nello stato circa cinquanta rinoceronti, cinque anni dopo erano appena dieci, oggi, molto probabilmente sono estinti.
La caduta dei giganti
Il declino della specie è essenzialmente legato a due fattori, la caccia di frodo per il loro corno (motivazione davvero avvilente considerato che non ha nessun beneficio medico contrariamente a quanto si creda) e la perdita dell’habitat dovuto alla deforestazione, prevalentemente per far posto a piantagioni di palma da olio, e alla crescita degli insediamenti umani.
Non tutto è perduto
Dopo la morte di Puntung, una femmina di 25 anni che viveva nel santuario del Borneo, sopravvivono oggi solo due esemplari di rinoceronte a Sabah, una femmina e un maschio, Iman e Tam, tenuti in semi-libertà nella riserva Borneo Rhinoceros Sanctuary (Brs), ma non sarebbero in grado di riprodursi per motivi di salute. “C’è ancora la speranza di salvare la specie dall’estinzione – ha dichiarato John Payne, direttore della Borneo Rhino Alliance e tra i principali esperti mondiali di questa specie. – L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è quello di utilizzare la fecondazione in vitro, visto che la riproduzione naturale non è possibile a causa dei problemi di salute delle due femmine”. Le precarie condizioni di salute di Iman, complicano però gli sforzi di conservazione della specie, ha spiegato l’ex ministro del Turismo, della cultura e dell’ambiente dello stato di Sabah, Masidi Manjun. “Iman è l’unica femmina di rinoceronte di Sumatra in cattività rimasta – ha detto – dobbiamo quindi pensarci due volte prima di iniziare un trattamento sperimentale”. Per cercare di salvare il patrimonio genetico di questi antichi animali, le creature viventi più vicine all’estinto rinoceronte lanoso, le autorità indonesiane hanno annunciato l’intenzione di inviare in Malesia campioni di spermatozoi congelati per tentare la strada dell’inseminazione artificiale.
Una speranza chiamata Pahu
La priorità attualmente è quella di preservare la salute di Iman, colpita da un tumore all’utero. “Iman viene sorvegliata 24 su 24 ma dallo scorso luglio ha perso circa cinquanta chili”, ha affermato Christina Liew, attuale ministro del Turismo, della cultura e dell’ambiente dello stato di Sabah. Lo scorso novembre alcuni funzionari del governo dell’Indonesia e del Sumatran rhino rescue, con il supporto di Wwf Indonesia, hanno catturato una femmina di rinoceronte di Sumatra, finita in una trappola nell’isola del Borneo. L’animale, chiamato Pahu, è stato trasferito in una struttura sicura a Kalimantan e potrà dare un contributo fondamentale al programma di riproduzione in cattività. “Quest’azione di trasferimento è un primo passo essenziale verso uno sforzo più ampio per salvare il rinoceronte di Sumatra, che ora si trova in una situazione davvero critica. Il governo indonesiano è pienamente impegnato, non solo per aiutare lo sforzo di riproduzione in cattività ora in corso, ma per salvaguardare l’habitat naturale del rinoceronte di Sumatra, con la speranza di reintrodurre in natura una popolazione vitale di questa specie”, ha spiegato il ministero indonesiano delle Foreste e dell’ambiente Wiratno.
Reliquie di un mondo scomparso
Questi pacifici animali risalgono al Pleistocene, un tempo vagavano numerosi nelle foreste in India, Bangladesh, Myanmar, Laos, Thailandia, Malesia, Indonesia e Cina, finché l’uomo, a partire dal 1930, non ha iniziato a farli a pezzi per le loro corna che i cinesi si facevano procurare dai nativi in cambio di porcellane. Per tutta risposta i rinoceronti hanno iniziato a rintanarsi dove la foresta era più fitta e impenetrabile, finché l’uomo non ha raso al suolo gli alberi, consentendo ai bracconieri di raggiungere anche le zone più remote. Un altro animale è destinato all’estinzione, un’altra tacca da aggiungere all’insanguinato calcio del fucile della nostra specie. C’è però ancora la speranza di salvare questi mammiferi comparsi venti milioni di anni fa e far sì che continuino a vagare solitari nelle giungle del nostro pianeta.
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