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Un anno fa nasceva ChatGpt. Adesso l’Ai può cambiare l’esperienza di viaggio in auto, vediamo come
A un anno dal lancio ChatGpt debutta sull’auto con l’obiettivo di migliorare l’esperienza di viaggio. Con quali risultati ve lo raccontiamo a bordo di un modello DS.
Novembre 2022. OpenAi lancia la sua intelligenza artificiale. Un anno dopo, l’intelligenza artificiale basata su ChatGpt apre nuovi scenari nell’interazione uomo-auto. Obiettivo? “Fornire risposte più tempestive e complete rispetto al precedente sistema di riconoscimento vocale”, spiega una nota del brand francese DS Automobiles. Ma come, tutto qui? Non esattamente. In DS lo chiamano Iris. In Tesla Grok. La sostanza non cambia molto: anche se si tratta ancora di una fase sperimentale che di fatto sfrutta solo in parte le potenzialità dell’intelligenza artificiale, il risultato è buono. Mentre si guida grazie ai noti sistemi di riconoscimento audio e vocale, si può (quasi) dialogare con la propria auto, dalla quale si ottengono risposte simili a quelle umane basate sull’apprendimento.
Da assistente vocale a compagno di viaggio
Per ora si tratta di un “optional” ancora in fase sperimentale, per questo, chiarisce una nota DS, “essendo una tecnologia nuova e in via di sviluppo le sue risposte o informazioni potrebbero non essere propriamente accurate, corrette od oggettive”. E infatti, è quello che abbiamo riscontrato nella nostra seppur breve prova a bordo di una DS4, uno dei modelli ibridi di maggior successo del marchio: la limitazione principale è che a oggi ChatGpt non è collegato in tempo reale a una connessione internet ed è aggiornato a fine 2021. Insomma, come vi mostriamo nel video sotto, è possibile chiedere informazioni sulla storia dei luoghi, la geografia, la letteratura o la gastronomia locale. Rimane esclusa l’attualità, almeno per ora.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale sulle auto in realtà va già ben oltre…
Dalla prevenzione degli incidenti alla valutazione del rischio fino al monitoring del guidatore. Sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale nella mobilità siamo tornati spesso: in tutto il mondo, nell’industria automotive e non solo si stanno creando team di esperti per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dell’apprendimento automatico e di tutte quelle tecnologie e innovazioni che possiamo sfruttare per migliorare la sicurezza stradale e ridurre l’errore umano.
Gran parte dell’attenzione di governi e opinione pubblica si concentra sulla sua capacità di replicare emozioni o conoscenze umane, o di conversare come fosse “solo” l’evoluzione di un assistente vocale. Ma il contributo dell’intelligenza artificiale nel mondo della mobilità può andare molto oltre, grazie alla capacità di prendere decisioni razionali, coerenti e sicure, spesso meglio di quanto possa fare l’uomo. Ma anche di dare il suo contributo nella filiera del manifatturiero, nel controllo della qualità, nel monitoraggio della produzione dei componenti di un’auto.
L’auto guidata dall’intelligenza artificiale esiste già, e i risultati sono sorprendenti, soprattutto per quanto riguarda la capacità di ridurre gli errori umani durante la guida, oggi la principale causa di incidenti stradali. L’obiettivo del brand DS per ora si pone obiettivi meno ambiziosi, ossia fornire un’evoluzione dell’assistente digitale dedicato, “fornire una nuova esperienza di viaggio”. Chi lo desidera può sfruttare un periodo di prova fino a 6 mesi, senza costi aggiuntivi, fino a febbraio 2024, per provare questo nuovo servizio, disponibile per ora su una limitata serie di modelli (DS 3, DS 4, DS 7 e DS 9) e per un numero limitato di clienti.
Ok Iris, mi racconti la storia della Tour Eiffel?
ChatGpt: “Certamente! La Torre Eiffel è uno dei simboli più iconici di Parigi e dell’intera Francia. La sua storia inizia alla fine del XIX secolo. Ecco una panoramica della sua storia…”. Dialogare con ChatGpt in auto è un po’ come avere un nuovo compagno di viaggio, diciamolo non ancora del tutto “umano”, ma sulla buona strada: nel caso di DS quella con Iris non possiamo considerarla una vera e propria conversazione, certamente però un’evoluzione tangibile rispetto agli assistenti virtuali più diffusi, grazie alla possibilità di porre domande collegate fra loro, a patto di farlo in un tempo ristretto.
Poco importa, l’importante è che l’intelligenza artificiale di tipo “generativo” entri progressivamente a far parte dell’idea di viaggio, per facilitarci la vita, per ora informandoci su quali opere d’arte non perdersi in un museo, la storia di un monumento o altri aneddoti più o meno curiosi: basta dire “Ok Iris”, premere un pulsante e la “conversazione” può avere inizio. “Da quando ChatGpt è disponibile, abbiamo lavorato per integrarlo nei nostri sistemi e siamo felici di essere i primi a offrire questa innovazione in Europa”, ha spiegato Yves Bonnefont, chief software officer del gruppo Stellantis.
ChatGpt, da genio della lampada a minaccia per l’umanità il passo è breve
A credere per primo nel ruolo dell’intelligenza artificiale sull’auto, nemmeno a dirlo è stato Elon Musk, che da tempo oltre ad utilizzare questa tecnologia per migliorare la guida autonoma sull’auto elettrica, sta puntando molto su Grok, ossia una piattaforma di intelligenza artificiale destinata a diventare una sorta di genio multisensoriale (capace di elaborare anche complessi file audio e video) da interrogare per ogni questione e capace persino di scherzare con più persone allo stesso tempo, elaborando contenuti in tempo reale e sempre aggiornati.
Insomma, di intelligenza artificiale sentiremo sempre più spesso parlare. In generale ne trarremo benefici, come l’esempio DS di un’applicazione pensata per migliorare l’esperienza del viaggio in auto. Ma c’è chi da tempo ne denuncia i rischi per l’umanità. Come Sam Altman, co-fondatore e amministratore delegato di OpenAI. Già, proprio chi ha dato vita all’azienda che ha sviluppato ChatGpt, ha più volte ribadito il “pericolo” che l’intelligenza artificiale potrebbe avere per la sopravvivenza della civiltà umana. A rischio ci sarebbe proprio la nostra “estinzione”. Chissà cosa ne penserebbe Iris…
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