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Un luogo insolito a Palermo, solo per chi non ha paura…
Dopo esservi fatti affascinare dal Barocco decadente, magari con uno sfincione in mano, nel quartiere Cuba, potrebbe accadere, domandando a un palermitano dove siano le celebri Catacombe, di non ricevere risposta se non un’espressione interrogativa. Guy de Maupassant, Alexandre Dumas e Pindemonte sapevano bene dove fossero: nei sotterranei del Convento dei Cappuccini del XVI secolo.
Dopo esservi fatti affascinare dal Barocco decadente, magari con uno sfincione in mano, nel quartiere Cuba, potrebbe accadere, domandando a un palermitano dove siano le celebri Catacombe, di non ricevere risposta se non un’espressione interrogativa. Guy de Maupassant, Alexandre Dumas e Pindemonte sapevano bene dove fossero: nei sotterranei del Convento dei Cappuccini del XVI secolo. I loro grand tour dell’epoca infatti prevedevano sempre una tappa a Palermo e in particolare una visita per vedere con i propri occhi le innumerevoli mummie lì conservate.
Ciò che vi troverete davanti, preparatevi, sono una serie di corridoi dove le mummie sono state collocate già allora in base a professione, sesso, status sociale. Impressionante il settore delle donne, vestite con abiti ricamati e con cuffiette ornamentali. Alle giovani vergini invece venne dedicata una cappella a parte, detta del “Crocifisso”. Uomini e prelati in due corridoi distinti mettono in evidenza, con i loro abiti e attrezzi da lavoro, gli usi, i costumi e le tradizioni della società cittadina palermitana che visse dal XVII al XIX secolo.
L’impatto più forte lo avrete certamente di fronte alla cappella dei bambini e al corridoio delle famiglie; in particolare molti giungono qui esclusivamente per vedere nella cappella di Santa Rosalia il corpo mummificato della piccola Rosalia Lombardo, una bambina di due anni morta nel 1920, incredibilmente conservata e all’apparenza solo addormentata.
Dal Seicento all’Ottocento molti nobili e illustri siciliani che potevano permettersi l’efficace processo di mummificazione naturale decisero di affidare ai Frati i corpi dei loro defunti in cambio di ricche donazioni.
Visitare le Catacombe è una scelta certamente insolita, ma non rappresenta solo una meta del turismo macabro. Tra quelle buie gallerie scavate alla fine del ‘500 vi ritroverete certamente a riflettere sulla caducità della vita, sulle vanità terrene e sull’inutilità dell’attaccamento degli uomini alle loro fattezze esteriori.
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