La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Un Pri, a che punto è il più grande progetto per la finanza sostenibile
Sono 1.718, in tutto il mondo, i firmatari degli Un Pri (i principi Onu per gli investimenti responsabili). Mettendoli insieme, si raggiungono i 62 mila miliardi di dollari di fondi gestiti (Aum, asset under management). 1.718 investitori che hanno deciso di impegnarsi pubblicamente per una finanza diversa, attenta all’ambiente e alla società. E che negli
Sono 1.718, in tutto il mondo, i firmatari degli Un Pri (i principi Onu per gli investimenti responsabili). Mettendoli insieme, si raggiungono i 62 mila miliardi di dollari di fondi gestiti (Aum, asset under management). 1.718 investitori che hanno deciso di impegnarsi pubblicamente per una finanza diversa, attenta all’ambiente e alla società. E che negli ultimi mesi si sono dimostrati più attivi che mai, pur dovendo superare parecchi ostacoli tutt’altro che semplici. Insomma, è un quadro di luci e ombre quello dipinto dal report con cui gli Un Pri fanno il bilancio dei progressi raggiunti.
Gli investitori sono sempre più attivi
Il 40 per cento dei 62 mila miliardi di asset gestiti dai membri degli Un Pri è investito in azioni. All’interno di questa larga fetta, nove investitori su dieci hanno intrapreso la strada che in gergo è chiamata active ownership, facendo sentire la propria voce direttamente ai piani alti delle società in cui investono. La stragrande maggioranza di loro (stiamo parlando di 470 firmatari) ha optato per l’engagement, esprimendo il proprio voto in assemblea su tematiche Esg (ambientali, sociali e di governance).
C’è da dire che non sempre presentare o sostenere una mozione significa avere successo. Anzi, su questo fronte le assemblee degli azionisti del 2016 sono state teatro di pesanti batoste per gli investitori responsabili. Come quando hanno provato a convincere ExxonMobil e Chevron a sviluppare una strategia aziendale che tenesse conto dell’Accordo di Parigi. Una proposta che aveva un chiaro valore ambientale e sociale, ma che non è riuscita a conquistare la maggioranza dei voti.
La crescita degli investimenti tematici
Ma l’engagement non è certo l’unica strategia per investire responsabilmente. Ci sono anche gli investimenti tematici: con questa definizione si indicano i casi in cui si stanziano direttamente i propri capitali in aree legate alla sostenibilità, come l’efficienza energetica, la salute, il contrasto al cambiamento climatico e così via. A livello di volumi questa strategia è ancora ai margini, ma sta rapidamente conquistando terreno. Se nel 2014 erano 267 i firmatari degli Un Pri ad aver scelto questa strada, per un totale di 808 milioni di dollari di asset gestiti, nel 2016 erano ben 465, con 1.290 miliardi di dollari di asset gestiti.
C’è ancora tanta strada da fare
Nonostante i numeri siano in crescita, non bisogna certo sedersi sugli allori. Anzi, bisogna assicurarsi che all’impegno formale seguano i fatti. A lanciare una forte provocazione è l’organizzazione indipendente E3G, che pubblica un paper in cui va a spulciare l’organizzazione interna dei firmatari degli Un Pri. Scoprendo che uno su tre non ha assunto nessun dipendente specializzato nelle tematiche Esg. Per un altro 20 per cento dei firmatari, a occuparsi esclusivamente di ambiente, società e governance è una sola persona in tutta l’azienda. Facendo una media tra tutti gli aderenti agli Un Pri, si scopre che c’è uno specialista Esg ogni 14 miliardi di dollari di asset gestiti. Insomma, c’è ampio spazio per migliorare. Sia dal lato della formazione, perché ci sarà sempre più bisogno di professionisti specializzati, sia dal lato di banche, fondi pensione e assicurazioni, che dovranno rivedere e svecchiare le loro strutture aziendali.
Cosa sono gli Un Pri
Gli Un Pri (Principi per l’investimento responsabile delle Nazioni Unite) nascono su iniziativa dell’allora segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, che nel 2005 invita i più grandi investitori a mettere nero su bianco i criteri con cui si può operare in modo sostenibile sui mercati finanziari. Il risultato sono sei principi a cui gli investitori di tutto il mondo (fondi pensione, consulenti, istituzioni…) possono aderire in modo assolutamente volontario. A fronte del pagamento della quota annuale, dovranno pubblicare un report periodico sulle loro politiche di investimento responsabile.
Foto in apertura © Andrew Burton/Getty Images
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