La Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere e la violenza domestica compie 10 anni. Cos’è, quali paesi ne fanno parte e che futuro ha.
Lo stupratore sei tu. Il grido delle donne cilene contro la violenza è diventato un movimento globale
Un violador en tu camino è l’inno contro lo stupro e l’impunità della violenza sulle donne che dal Cile è diventato un flash mob virale, che echeggia nelle piazze di tutto il mondo con il suo messaggio dirompente.
È iniziato tutto nella Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne davanti alla Corte suprema di Santiago del Cile, quando una schiera di donne si è riunita per realizzare un flash mob femminista. Nelle strade della capitale, al grido di protesta della popolazione che manifesta da settimane contro la disuguaglianza sociale, si è unito quello profondo, potente, delle donne.
All’unisono, in centinaia, hanno infatti intonato un inno emozionante, un grido contro il patriarcato che domina la società e l’impunità che ne consegue. Perché in Cile, dove vengono riportati 42 casi di abuso sessuale al giorno (quasi 2 all’ora), solo l’8 per cento di tutti i casi di stupro denunciati viene condannato: il 92 per cento rimane quindi impunito.
El patriarcado es un juez / Il patriarcato è un giudiceUn violador en tu camino
Lo stupratore sei tu
La canzone, intitolata “Un violador en tu camino, el violador eres tú” (Uno stupratore sulla tua strada, lo stupratore sei tu), vuole quindi accusare il fallimento da parte del sistema giudiziario di proteggere le donne e tutelare i loro diritti, ma vuole anche parlare della cultura della violenza che ancora oggi è intrinseca nelle maglie della società e anzi prospera, dalla normalizzazione dell’atto in sé fino all’umiliazione, spesso colpevolizzante, che viene inflitta alle donne dopo la denuncia.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba, ni cómo vestía / La colpa non era mia, né per dove mi trovavo, né per com’ero vestitaUn violador en tu camino
Un movimento globale contro la violenza
Partito dalle strade cilene, dove con la repressione delle proteste le violenze a seguito gli arresti sono iniziate ad essere denunciate perché usate come atto intimidatorio da parte della polizia, ha però rotto le barriere dei confini nazionali e ha risuonato non solo in altri paesi del Sudamerica, ma in tutto il mondo. Perché, come confermano i dati delle Nazioni Unite, quello della violenza sulle donne è un fenomeno globale: un terzo delle ragazze e delle donne subisce almeno una volta nella vita una forma di violenza fisica o sessuale.
L’inno, nato grazie al collettivo femminista cileno Las Tesis, è diventato virale, facendo risuonare la frase, ripetuta mai abbastanza: “lo stupratore sei tu” (el violador eres tú). Tu, polizia; tu, giudice; tu, stato; tu, presidente; tu, persona comune. Così, il messaggio potente della loro protesta in poche settimane è già risuonato e sta ancora risuonando nelle piazze di sempre più città dall’America Latina all’Europa, arrivando fino in India: Bogotá, Lima, Città del Messico, New York, Parigi, Barcellona, Berlino, Milano.
Un violador en tu camino, il testo del flash mob
La coreografia, tra il canto e la danza che lo accompagna, è da brividi. Una di fianco all’altra, le donne indossano una benda nera sugli occhi. I tamburi scandiscono il ritmo delle loro parole. I gesti non sono lasciati al caso: a volte si alza il braccio sinistro, a volte il destro, si mettono le mani dietro la testa e ci si accovaccia imitando la posizione di arresto. Il flashmob può essere organizzato ovunque nel mondo, anche grazie alla condivisione del testo e della sequenza dei movimenti che ora possono invadere, come una eco globale, tutti gli angoli delle città, delle case, delle caserme, dei tribunali e delle menti di ognuno.
Il patriarcato è un giudice,
che ci giudica per essere nate
La nostra punizione
è la violenza che non si vede
Il patriarcato è un giudice,
che ci giudica per essere nate
La nostra punizione
è la violenza che non si vede
Il patriarcato è un giudice,
che ci giudica per essere nate
La nostra punizione
è la violenza che non si vede
È femminicidio
Impunità per gli assassini
È la scomparsa
È lo stupro
La colpa non era mia, né per dove mi trovavo, né per com’ero vestita
La colpa non era mia, né per dove mi trovavo, né per com’ero vestita
La colpa non era mia, né per dove mi trovavo, né per com’ero vestita
La colpa non era mia, né per dove mi trovavo, né per com’ero vestita
Lo stupratore eri tu
Lo stupratore sei tu
Sono i carabinieri
I giudici
Lo stato
Il presidente
Lo stato oppressore è un maschio stupratore
Lo stato oppressore è un maschio stupratore
Lo stato oppressore è un maschio stupratore
Lo stato oppressore è un maschio stupratore
Lo stupratore eri tu
Lo stupratore sei tu
Dormi tranquilla bambina innocente,
senza preoccuparti del criminale,
che sui tuoi sogni dolci,
veglia il tuo amante carabiniere.
Lo stupratore sei tu
Lo stupratore sei tu
Lo stupratore sei tu
Lo stupratore sei tu.
/
El patriarcado es un juez
que nos juzga por nacer,
y nuestro castigo
es la violencia que no ves.
El patriarcado es un juez
que nos juzga por nacer,
y nuestro castigo
es la violencia que ya ves.
Es feminicidio.
Impunidad para mi asesino.
Es la desaparición.
Es la violación.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni cómo vestía.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni cómo vestía.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni cómo vestía.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni cómo vestía.
El violador eras tú.
El violador eres tú.
Son los pacos,
los jueces,
el Estado,
el presidente.
El Estado opresor es un macho violador.
El Estado opresor es un macho violador.
El violador eras tú.
El violador eres tú.
Duerme tranquila, niña inocente,
sin preocuparte del bandolero,
que por tu sueño dulce y sonriente
vela tu amante carabinero.
El violador eres tú.
El violador eres tú.
El violador eres tú.
El violador eres tú.
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