Cinguettare, girare il mondo

“Cinguettare” è una parola che mi diverte perché leziosa e femminile, ma la vivo anche come un’azione, un esercizio di stile e scrittura.

Oggi in vorticosa ascesa, Twitter è stato creato nel
marzo 2006 a San Francisco da Jack Dorsey, Evan Williams e Biz
Stone e reso pubblico il 15 luglio dello stesso anno. Un fenomeno
di successo che ha coinvolto tutto il pianeta e il 22 febbraio
scorso ha raggiunto i 500 milioni di utenti. Il suo valore
economico è stimato in circa 9 miliardi di dollari.

Non lo percepisco come un diario personale, è una finestra
globale interattiva, anche motore sociale dove si informa e ci si
informa. Una piattaforma dove interagiscono gente normale,
intellettuali, politici, giornalisti, persone famose in un dialogo
senza censura. Un modo per stimolare tutti a partecipare, scambiare
opinioni e pensieri sui fatti e sulla vita. Una vera libera
democrazia.

“Cinguettare” è una parola che mi diverte perché
leziosa e femminile, ma la vivo anche come un’azione, un esercizio
di stile e scrittura: in 140 caratteri si deve esprimere un
concetto, raccontare una notizia o un’emozione. Biz Stone, uno di
fondatori, in un recente incontro a Montréal ha invitato gli
iscritti a usare il social network con più
responsabilità e ha detto: “mi piacerebbe che venga
utilizzato per cercare qualcosa e poi uscire perché la si
è trovata”.

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