Dopo un mese di razionamenti, sono stati completati i lavori per la condotta provvisoria che porterà l’acqua dal fiume alla diga di Camastra, ma c’è preoccupazione per i livelli di inquinamento.
Una quercia in memoria di Stefano
Stefano Carnazzi è stato uno dei primi giornalisti ambientali italiani. Ora, dopo la sua prematura scomparsa, una quercia ricorderà il suo impegno civile.
Stefano Carnazzi, giornalista esperto di tematiche ambientali, classe 1974, ci ha lasciati prematuramente nel 2018. Era stato, con Edgar Meyer, uno dei fondatori della onlus Gaia animali & ambiente, e aveva diretto LifeGate dal 2008 all’anno della sua scomparsa. In suo ricordo è stata piantata una quercia nel Comune di Segrate, dove Carnazzi era nato e risiedeva, nell’area del parco vicino al cimitero dove ora il giornalista riposa.
Un simbolo di vita e forza
Alla cerimonia erano presenti la madre di Carnazzi, Lidia Cannatella; Edgar Meyer, presidente di Gaia animali & ambiente; Stefano Apuzzo, consigliere e prestavoce dell’associazione; il sindaco di Segrate, Paolo Micheli; e numerosi amici del reporter scomparso. La quercia – il giovane albero piantumato ha sei anni di età – è un simbolo di forza e completezza, e un emblema di eternità.
Ed è con un commosso ricordo che Simona Roveda, direttore editoriale di LifeGate, ora scrive all’amico scomparso: “Caro Stefano, sono sicura che l’idea di una pianta tutta tua ti piace tanto! Una piccola quercia che idealmente pone le radici nei valori e che crescerà e diventerà forte e imponente. Tanti anni abbiamo lavorato fianco a fianco, condiviso l’amore per la natura e la voglia di fare qualcosa per proteggerla. Quanto eri geniale e colto, quanto mi facevi ridere e anche molto arrabbiare, ma sapevi farti perdonare. Sei mancato ogni giorno, ed è bello ora poterti immaginare all’ombra della tua quercia sereno e sorridente. Ciao!”.
Stefano Carnazzi, una vita per l’ambiente
Nel suo percorso giornalistico, Carnazzi fece molto per l’ambiente, i diritti animali e il mondo che ci circonda. Collaboratore dei mensili Quark e Focus e curatore delle voci sulle enciclopedie scientifiche per Il mondo in un libro di Sylvestre Bonnard, approdò nel 2002 a LifeGate, di cui divenne direttore responsabile dal 2008 al 2018. Una delle cose di cui andava più orgoglioso era il primo giornale radio sul tema dell’ecocultura in Italia. Fece il suo ingresso in libreria nel 2000 col fortunato pamphlet sull’inquinamento alimentare Quattro sberle in padella. Come difendersi dall’inquinamento alimentare edito da Stampa Alternativa.
A seguire Assassinati. Inchiesta sulla pena di morte nel mondo. Per la stessa casa editrice diresse la collana Ecoalfabeto-I libri di Gaia, il cui primo titolo fu pubblicato nel 2006, Bimbo bio. Come difendere i piccoli dai veleni del mondo. Per Apogeo sono stati pubblicati sempre nel 2006 Le pere di Pinocchio. 50 cose da fare per mangiare bene, con Paola Magni. Nel 2007 è uscito per Xenia il piccolo saggio-rassegna Energie rinnovabili. Del 2009, infine, è 100 domande sul cibo di Edizioni Ambiente. Ma, al di là del suo lavoro per quanto riguarda l’ambiente e gli animali, Stefano Carnazzi è stato un amico, un maestro, un compagno piacevole delle ore libere. E un esempio professionale da imitare per tutti noi.
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