
Uno studio ha evidenziato un’associazione tra un maggiore consumo di yogurt e tassi più bassi di cancro al colon prossimale.
La Nestlè compie manovre sugli ingredienti della celebre salsetta verde. Prima l’olio: l’altroieri s’è saputo che il marchio “Sasso” non è più di sua proprietà. Il marchio Olio Sasso è stato ceduto dalla Nestlè Italia alla Minerva Agricola Alimentare Spa, la società genovese proprietaria dell’impianto di Pavia dove l’olio viene confezionato. Poi il basilico. Ieri
La Nestlè compie manovre sugli ingredienti della celebre
salsetta verde. Prima l’olio: l’altroieri s’è saputo che il
marchio “Sasso” non è più di sua proprietà. Il
marchio Olio Sasso è stato ceduto dalla Nestlè Italia
alla Minerva Agricola Alimentare Spa, la società genovese
proprietaria dell’impianto di Pavia dove l’olio viene
confezionato.
Poi il basilico. Ieri il “Secolo XIX” pubblicava un articolo di
denuncia dal titolo esplicativo: “Pesto genovese kaputt”. La
Nestlè ha registrato all’Unione europea, presso l’ufficio
“Community Plant Variety”, due varietà di basilico (“Ocinum
basilicum”) con i nomi “Sanremo” e “Genova”. Varietà che
però sono coltivate non in Italia, ma in altri paesi, dalla
Germania al Vietnam.
La prima a protestare è la Regione Liguria. Vuol fare
ricorso contro l’iniziativa della multinazionale svizzera – anche
perché la Regione si batte da tempo per ottenere dalla Ue il
riconoscimento della “DOP”, ossia della denominazione di origine
protetta per il basilico ligure, che infatti è
caratteristico e facilmente riconoscibile, mentre le etichette
della Nestlè sarebbero una “possibile fonte di inganno per
il consumatore”.
Franco Amoretti, assessore regionale dell’Agricoltura, ha
dichiarato: “In realtà i nomi attribuiti al prodotto sono
una forzatura ai danni della Liguria. C’è anche una grave
perdita di immagine per le località. Il nome di Sanremo
è da sempre legato ai fiori, mentre Genova è la
città per eccellenza del basilico e del suo prodotto
derivato, il pesto. Stiamo valutando un ricorso alla Corte di
Giustizia contro l’uso improprio dei termini ‘Sanremo’ e
‘Genova'”.
Sostenuta dal governo italiano attraverso il ministero delle
Politiche agricole, e dal Comune di Sanremo, la Regione punta ora a
convincere Bruxelles che un nome geografico non può essere
utilizzato come nome di fantasia, commercale, di una specie
vegetale.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Uno studio ha evidenziato un’associazione tra un maggiore consumo di yogurt e tassi più bassi di cancro al colon prossimale.
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata associata dai ricercatori a una salute cerebrale ottimale, con una migliore integrità della sostanza bianca, riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo.
In Italia lo spreco di cibo è cresciuto, basterebbe però che ognuno di noi lo tagliasse di 50 grammi ogni anno per raggiungere l’obiettivo dell’Agenda 2030.
Dalla crema di ceci e bergamotto al burger di fagioli neri, ecco 5 idee per portare in tavola i legumi, buoni per noi e per il Pianeta.
Nonostante le varie forme di greenwashing, il mercato del bio in Italia resiste e cresce. I dati del Rapporto Bio Bank 2024.
Il giudice ha dato ragione a Greenpeace: entro il 2030 i Paesi Bassi dovranno abbassare i livelli di azoto in metà delle aree interessate dall’inquinamento.
Più frutta e verdura, meno salumi e dolci. E poi più tempo lento in cucina. Le tendenze sui consumi alimentari per il 2025 secondo il Rapporto Coop.
L’associazione è stata osservata in uno studio statunitense. Consumando molta carne rossa processata il rischio di demenza aumenta del 13 per cento, il declino cognitivo soggettivo del 14 per cento.
Il fotografo George Steinmetz ha girato il mondo per raccontare la produzione di cibo e ha raccolto i suoi scatti in un libro che ci restituisce più consapevolezza su quello che mangiamo.