Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Una salute di ferro
E il ferro, si chiederà qualcuno, da dove lo prendiamo? Meglio gli spinaci o meglio le carni rosse? Come evitare il rischio di anemia? In realtà negli ultimi anni il mondo scientifico sembra aver ammesso la possibilità che il rischio di anemia da carenze alimentari nel nostro paese sia stato ampiamente sopravvalutato. Molti medici si
E il ferro, si chiederà qualcuno, da dove lo prendiamo?
Meglio gli spinaci o meglio le carni rosse? Come evitare il rischio
di anemia? In realtà negli ultimi anni il mondo scientifico
sembra aver ammesso la possibilità che il rischio di anemia
da carenze alimentari nel nostro paese sia stato ampiamente
sopravvalutato.
Molti medici si fanno sostenitori di un dissenso convinto rispetto
alle classiche prescrizioni di grosse dosi di carne per gli anemici
e i “debolucci”. Senza contare che la carne, anche solo come fonte
di proteine, è meno assimilabile e più tossicogena di
altri cibi proteici. Peggio ancora se somministrata sotto forma di
carne conservata (salumi, insaccati e così via).
E gli spinaci? Sono decisamente più adatti a soddisfare il
fabbisogno di vitamine piuttosto che di ferro, perché nei
vegetali a foglia verde il ferro è purtroppo poco
assimilabile.
La soluzione migliore sta nel consumare una grande varietà
di alimenti tutti più o meno ricchi di ferro facilmente
assimilabile, come latte e latticini, uova, pesce; tra i vegetali i
migliori “ferrogeni” sono invece i semi oleosi (specialmente le
mandorle e il sesamo), i legumi, la frutta secca (uvetta, prugne,
fichi, albicocche), la melassa nera di canna e alcune alghe.
Francesca Marotta
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