Sulle Dolomiti sono apparsi degli adesivi che invitano a riflettere sugli impatti dell’overtourism. Dopo Spagna e Grecia, il dibattito arriva anche in Italia.
Unesco, altri due siti italiani diventano Riserve della biosfera
È un traguardo importante per l’Italia, che ora può vantare 17 Riserve della biosfera riconosciute dall’Unesco. E che non ha intenzione di fermarsi qui.
Il nostro paese custodisce una biodiversità unica al mondo e continua a regalarci incredibili scoperte: a luglio, per esempio, i ricercatori hanno trovato specie di coralli a rischio di estinzione nei fondali delle Eolie. Cresce allo stesso tempo la tutela del nostro patrimonio naturalistico: valle Camonica – Alto Sebino, in Lombardia, e monte Peglia, in Umbria, sono state dichiarate Riserve della biosfera dal programma L’uomo e la biosfera (Man and the biosphere, Mab) dell’Unesco. È stata inoltre riconosciuta l’estensione della riserva Ticino, val Grande Verbano.
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Cosa sono le Riserve della biosfera
La notizia è arrivata durante la 30esima sessione del Consiglio internazionale di coordinamento del Mab, che si è tenuta a Palembang, in Indonesia, dal 23 al 28 luglio 2018. L’obiettivo del programma è quello di “promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile”. Questo significa che nelle riserve le risorse non possono essere sfruttate in modo indiscriminato, gli effetti dei cambiamenti climatici vengono tenuti sotto osservazione in modo da contrastarli rapidamente e nel modo più efficace, cercando di assicurare il benessere di tutte le specie.
Quali sono le new entry
È quindi un traguardo importante per l’Italia, che ora può vantare 17 Riserve della biosfera andando ad arricchire il network mondiale che ne comprende 671. La valle Camonica – Alto Sebino va a tutelare 45 comuni lombardi per una superficie di oltre 130mila ettari: i paesaggi sono tipicamente alpini, ricchi di laghi e torrenti, foreste e ghiacciai come quello dell’Adamello.
La riserva del monte Peglia – un vulcano inattivo – comprende quattro città della provincia di Terni, in Umbria, e si estende per più di 40mila ettari. Ospita una straordinaria varietà di flora e fauna, oltre a numerose specie di funghi.
Infine il Ticino, val Grande Verbano arriva, grazie all’ampliamento della riserva, a ricoprire 300mila ettari di territorio, compresi il lago Maggiore e quello di Varese, in 217 comuni della Lombardia e del Piemonte.
Monte Peglia (Umbria) e Valle Camonica (Lombardia) sono state designate riserve Unesco Uomo e Biosfera, fieri della nostra biodiversità, avanti così! #IoSonoAmbiente @UNESCO_MAB #BiosphereReserve
— Ministero Ambiente (@minambienteIT) 25 luglio 2018
Bisogna investire nel nostro capitale naturale
“È un riconoscimento importante per il nostro paese”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “Le aree protette rappresentano il capitale naturale su cui investire, sia in termini sociali, sia in termini di ricerca sia, per quanto possibile, in termini economici legati alla sostenibilità. Il riconoscimento Unesco è un’ulteriore garanzia per la loro conservazione e valorizzazione”.
Costa ha voluto ricordare che il 23 luglio il ministero ha presentato all’agenzia delle Nazioni Unite il progetto caschi verdi, una task force da destinare alla tutela ambientale che in Italia contribuirebbe – visto lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato – a salvaguardare dieci geoparchi e cinque siti naturali iscritti nella lista del patrimonio mondiale: le isole Eolie, le Dolomiti, il monte San Giorgio, l’Etna e le faggete vetuste. Basta sentire questi nomi per pensare ad immagini bellissime, paesaggi mozzafiato, luoghi ancora incontaminati che meritano di restare tali il più a lungo possibile.
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