Tempeste e uragani, così Cuba si è attrezzata malgrado l’embargo

Nonostante le difficoltà economiche che da decenni non danno tregua, Cuba ha ottenuto risultati importanti nella gestione degli uragani.

La tempesta tropicale Oscar si è abbattuta nei giorni scorsi sull’isola di Cuba, aggravando drammaticamente una situazione già resa complicata da un lungo blackout che ha colpito la nazione caraibica, causato da un guasto alla principale centrale termoelettrica del paese. Il presidente Miguel Diaz-Canel, parlando alla televisione, ha annunciato la morte di sei persone nel comune di San Antonio del Sur, nella provincia di Guantanamo.

A Cuba mezzi finanziari e materiali insufficienti

Ogni anno, esattamente come accade alle altre nazioni della regione, Cuba è colpita dalla stagione degli uragani. A differenza degli Stati Uniti, anch’essi spesso obbligati a fronteggiare eventi meteorologici estremi, la nazione che per decenni è stata guidata da Castro si trova a dover fare i conti con mezzi finanziari insufficienti, con infrastrutture spesso vetuste e con un sistema economico che, ancora oggi, è oppresso dallo storico embargo statunitense, istituito nel lontano 1962.

Secondo Diaz-Canel, il deficit nazionale in termini di produzione elettrica è di circa il 30 per cento, il che a suo avviso rappresenta “un’emergenza energetica”. Con il recente guasto alla centrale, è stato necessario tagliare tutte le erogazioni considerate non essenziali, per dare priorità ad esempio agli ospedali.

“18 giorni di embargo valgono un anno di manutenzione della rete elettrica”

“Si tratta di una dimostrazione dei problemi che ci causa l’embargo”, ha spiegato il ministero dell’Energia e delle Miniere. Secondo il ministro degli Affari esteri Bruno Rodriguez, soltanto “diciotto giorni di embargo rappresentano il costo annuale per la manutenzione della rete elettrica nazionale, ovvero circa 250 milioni di dollari”.

Eppure, nonostante il numero di eventi meteorologici estremi – tra uragani e tempeste – che ogni anno si registra a Cuba, la nazione è stata nel tempo in grado di proteggere la propria popolazione. Certo, i feriti, i morti sono in alcuni casi inevitabili (come altrove), ma le autorità hanno introdotto sistemi che si sono rivelati efficaci nel corso dei decenni. E hanno spesso sottolineato il numero di vittime esiguo se paragonato ai danni materiali.

Una ventina di uragani di forte intensità hanno colpito dal 1950 in poi Ciba

Quando nel 2017 l’isola fu colpita dall’uragano Irma, il peggiore ad aver colpito la nazione caraibica dal 1932, i morti furono solo dieci a fronte di danni materiali giganteschi, a causa delle piogge torrenziali e dei venti che raggiunsero i 250 chilometri all’ora. “Per la ricostruzione dei tetti – aveva raccontato all’epoca Richard Paterson, direttore locale dell’organizzazione non governativa Care – i materiali devono arrivare dall’estero, perché la produzione locale non è sufficiente. E questo porta via tempo. Poi occorre rafforzare infrastrutture ed edifici. Ma Cuba ha esperienza in materia di gestione degli uragani”.

Il passaggio dell'uragano Helene a Cuba il 25 settembre 2024
Il passaggio dell’uragano Helene a Cuba il 25 settembre 2024 © Yamil Lage/Afp/Getty Images

La nazione subisce infatti sia gli uragani detti “di tipo capoverdiano”, ovvero che nascono al largo delle coste africane, sia quelli che si formano nel golfo del Messico. Almeno una ventina di uragani di categoria pari o uguale a 3 nella scala di Saffir-Simpson hanno colpito l’isola dal 1950 in poi. E negli ultimi anni i cicloni sono sempre più intensi e frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

Un piano di evacuazioni nazionale, un centro meteo di alto livello, esercitazioni su scala nazionale

Così, il governo de L’Avana si è attrezzato  on un programma nazionale di evacuazioni che ormai è storico per l’isola: nacque infatti nel 1963 in risposta al passaggio dell’uragano Flora, che causò duemila morti e gravissimi danni. Ad attuarlo è la Difesa civile cubana, presente in ogni città e quartiere. Quando passò Irma (che nonostante sei milioni di evacuati fece 90 morti negli Stati Uniti), a Cuba venne spostato oltre un milione di persone, su un totale di undici presenti sull’intero territorio.

In quell’occasione, a Camagüey, una delle zone più esposta di fronte all’uragano, furono allestiti nove centri per accogliere la popolazione evacuata. Inoltre, la Difesa civile organizza ogni anno delle esercitazioni per la popolazione, nell’ambito di un programma chiamato “Meteoro”, alle quali partecipano centinaia di migliaia di abitanti. Cuba si è inoltre dotata di un certo di monitoraggio di alto livello, l’Istituto nazionale di meteorologia, che lavora in collaborazione con National Hurricane Center di Miami.

Una riunione per il programma di esercitazioni Meteoro a Cuba
Una riunione per il programma di esercitazioni Meteoro a Cuba © Difesa civile cubana

Più complesse, invece, risultano le operazioni di ricostruzione, proprio a causa della mancanza di mezzi a disposizione. Un problema che si riverbera anche sulle misure di adattamento e sulla gestione dei problemi ambientali. Ma dal 2000 esiste una legge che vieta la costruzione di edifici su siti naturali, inclusi le spiagge. A volte ne sorgono comunque di illegali, ma l’idea è di privilegiare la sicurezza delle persone, rispetto anche allo sviluppo turistico. E ciò anche se il settore, per Cuba, continua a rappresentare una delle poche importanti fonti di introito per le casse dello stato e per le tasche dei cittadini.

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