Nel piccolo paradiso del Parco del delta del Po e Riserva di biosfera Unesco, l’isola di Albarella, sbarca l’arte che parla delle emergenze ambientali.
Che cos’è l’urbex, l’esplorazione urbana che incanta
Si chiama urbex, un’abbreviazione di urban exploration, e consiste nell’esplorare, spesso infiltrandosi, luoghi abbandonati per lo più sconosciuti alla massa e meravigliosi. Perle di assoluta bellezza architettonica e artistica, dimenticate e lasciate a se stesse e all’incuria. Luoghi che riescono ancora a emozionare, stupire e meravigliare e che rinascono grazie anche alla fotografia o alle riprese. Più di un
Si chiama urbex, un’abbreviazione di urban exploration, e consiste nell’esplorare, spesso infiltrandosi, luoghi abbandonati per lo più sconosciuti alla massa e meravigliosi. Perle di assoluta bellezza architettonica e artistica, dimenticate e lasciate a se stesse e all’incuria. Luoghi che riescono ancora a emozionare, stupire e meravigliare e che rinascono grazie anche alla fotografia o alle riprese. Più di un hobby, più di una passione, fare urbex significa amare profondamente ciò che ci circonda, il patrimonio artistico e socio-culturale di un Paese, l’Italia, che a volte non si accorge di quanto possiede, di quanto vale, della sua meraviglia.
Davide Soliani, un giovane milanese che si dedica all’urbex ormai da anni, ci racconta cosa sia per lui questa modo di esplorare, amare il territorio e divulgare bellezza, seppur abbandonata.
Urbex è curiosità e amore per il bello
Sono in molti a praticarla, quest’esplorazione urbana, al limite tra legalità e curiosità. Soliani è mosso dalla curiosità, dall’amore per il bello che il territorio italiano può offrire e dalla passione per la fotografia. Il suo progetto fotografico e di esplorazione, chiamato Alisei memories, è una vera e propria associazione culturale che divulga bellezza.
È nato tutto quasi per caso, percorrendo strade provinciali in motocicletta, facendosi incuriosire da ville abbandonate sulla strada, ricordando i giochi da bambino, quando si esploravano luoghi inaccessibili o proibiti. Una volta scoperto un luogo bello e abbandonato si sente la necessità di immortalarlo, di dargli quasi una nuova vita grazie a uno scatto o a una ripresa, anche per divulgarlo. Molti urbex (così alcuni si definiscono) diventano dei collezionisti di luoghi: rincorrono ciò che non è stato ancora ripreso da nessuno, altri invece, come Soliani, si godono la meraviglia scoperta ma intendono soprattutto condividerla e divulgarla, quasi ad avvertire chi non sa cosa ci sia nascosto. In modo che diventi a disposizione di tutti, anche se abbandonata e dimenticata.
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Un paese tra meraviglie e abbandono
I luoghi esplorati e da esplorare sono i più diversi: da interi paesi divenuti ormai fantasma, a ville nobiliari abbandonate, da fabbriche dismesse a castelli dimenticati. Il nostro Paese è colmo di queste realtà meravigliose ma ormai sconosciute e lasciate a se stesse. Da questa attività, sempre più praticata, possono nascere anche occasioni di denuncia dell’attuale situazione di degrado in cui si trovano vaste zone del territorio.
Soliani ha cominciato già da tempo a far conoscere i luoghi scoperti grazie a un sito, un canale Youtube, una pagina Instagram e Facebook. Alcuni sono semplicemente incuriositi dalle splendide immagini, altri intraprendono una propria esplorazione urbana, ma capita anche che le stesse amministrazioni comunali desiderino collaborare con chi ha dimostrato passione e interesse per questi luoghi.
I rischi dell’urbex
È bene avvertire chi fosse affascinato da quest’attività di esplorazione che esistono anche dei rischi nel praticarla: per sua stessa natura l’urbex comporta pericoli fisici e la possibilità di infrangere la legge con le inevitabili relative sanzioni sia pecuniarie che penali. In diversi Paesi, infatti, alcuni comportamenti connessi con l’esplorazione urbana possono violare leggi nazionali, regolamenti locali e interpretazioni più o meno libere delle normative contro il terrorismo, oppure possono essere anche considerati forme abusive di accesso o lesioni della privacy. Ma le finalità, in realtà, sono quasi sempre nobili.
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