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Covid-19, cosa può cambiare la richiesta degli Stati Uniti di sospendere i brevetti sui vaccini
La sospensione dei brevetti permetterebbe a tutte le industrie di produrre i vaccini, ma serve l’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Giovedì 6 maggio l’amministrazione Biden ha annunciato che sosterrà la possibilità di sospendere i diritti sulla proprietà intellettuale per i vaccini sviluppati contro la Covid-19, nella speranza così di velocizzare i processi di produzione e distribuzione in tutto il mondo e mettere fine alla pandemia iniziata ormai più di un anno fa. Se diventasse effettiva, la decisione permetterebbe a tutte le compagnie farmaceutiche interessate di avere accesso ai brevetti e produrre in modo indipendente i vaccini.
La proposta è stata avanzata lo scorso ottobre da India e Sudafrica, e negli Stati Uniti godeva già del supporto di diversi esponenti democratici. Sebbene la presa di posizione da parte di Biden sia di certo un segnale positivo, di per sé questa non è sufficiente per revocare i brevetti: serve infatti l’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) di cui fanno parte anche importanti Paesi che al momento si sono dichiarati contrari, come Australia e Regno Unito.
Per gli Stati Uniti un cambiamento diametrale sui brevetti dei vaccini
I vaccini sono prodotti estremamente complessi le cui fasi di studio, sviluppo e sperimentazione possono arrivare a durare diversi anni. Proprio per questo le case farmaceutiche tendono a brevettare le loro formule, in modo da assicurarsi i relativi diritti sulla proprietà intellettuale e impedire ad altre aziende di appropriarsene e replicarli. Nel corso di una pandemia globale che in molti Paesi non accenna a rallentare, però, la distribuzione su scala più ampia possibile di vaccini sicuri ed efficaci è considerata come la migliore arma a nostra disposizione per fermare realmente il diffondersi del nuovo coronavirus.
A ottobre 2020 circa 40 paesi, guidati da India e Sudafrica, hanno quindi proposto di eliminare temporaneamente i brevetti registrati sui vaccini contro la Covid-19, in modo da renderne possibile la produzione anche alle case farmaceutiche che non hanno avuto la possibilità di sviluppare una formula propria.
Inizialmente gli Stati Uniti si erano dichiarati contrari a questa proposta, insieme ad Unione Europea e Regno Unito. Solo lo scorso giovedì Katherine Tai, responsabile per il Commercio dell’amministrazione Biden, ha ribaltato le carte in tavola e dichiarato che gli Stati Uniti sosterranno l’eliminazione dei diritti sulla proprietà intellettuale per i vaccini in questione. “Ci troviamo nel mezzo di una crisi sanitaria globale, e le circostanze straordinarie determinate dalla pandemia di Covid-19 hanno bisogno di misure straordinarie”, ha affermato Tai. “L’amministrazione crede nel valore della proprietà intellettuale, ma è favorevole alla sospensione dei brevetti sui vaccini contro la Covid-19, pur di porre fine alla pandemia”.
Le reazioni alla proposta dell’amministrazione Biden
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Ghebreyesus ha definito “storica” la decisione di Biden, affermando che essa “mette al primo posto il benessere dei cittadini di tutto il mondo, in un momento di estrema criticità”. Positivi anche i commenti rilasciati da diverse Ong, come Oxfam ed Emergency, che già in passato avevano fatto pressione sui governi perché eliminassero i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti Covid-19.
Non tutti però si sono rivelati altrettanto entusiasti. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen non ha immediatamente appoggiato la decisione degli Stati Uniti, e si è limitata a dichiarare che l’Unione è “pronta a discutere” una potenziale eliminazione dei brevetti, mentre una portavoce della Cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato: “I fattori che limitano maggiormente la distribuzione dei vaccini sono la capacità produttiva e gli alti standard qualitativi richiesti, non i brevetti”.
Nemmeno il governo del Regno Unito ha sostenuto in modo diretto la decisione americana, ma si è limitato a far sapere di essere in contatto con gli Stati Uniti e diversi membri del Wto per facilitare la produzione di vaccini e aumentare la disponibilità delle dosi. Contraria, al momento, anche l’Australia.
Come prevedibile, la più forte opposizione arriva dalle aziende farmaceutiche, molte delle quali hanno fatto intendere di essere contrarie alla possibilità di rimuovere i brevetti sui vaccini da loro sviluppati. Secondo il gruppo Pharmaceutical research and manufacturers of America (Phrma, che rappresenta l’industria farmaceutica americana), permettere a tutti di produrre i vaccini contro la Covid-19 farebbe aumentare la competizione e la richiesta di ingredienti la cui disponibilità è già ora limitata, riducendo di fatto la produzione e aumentando i rischi relativi alla distribuzione di vaccini contraffatti. “Se l’obiettivo finale è aiutare tutti i paesi a vaccinare i rispettivi cittadini, questa è più una mossa politica che un cambiamento di sostanza”, ha commentato ad esempio Brent Saunders, amministratore delegato della società Vesper Healthcare Acquisition Corp.
Sospensione dei brevetti: i prossimi passi
Come già accennato, l’apertura di Biden non è sufficiente per eliminare immediatamente i brevetti. La revoca deve infatti essere approvata all’unanimità da tutti i 164 Paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio, alcuni dei quali sono al momento ben poco propensi alla possibilità di rinunciare alla proprietà intellettuale. Le contrattazioni non saranno semplici, e potrebbero durare diversi mesi.
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