Ben 12 attivisti di Ultima generazione sono stato denunciati per una serie di blitz effettuati a Padova: tra le accuse anche associazione a delinquere
- Indagati per associazione a delinquere alcuni attivisti di Ultima generazione.
- Nel mirino della Procura di Padova 7 azioni del 2022: blocchi stradali, imbrattamenti, blitz nella sede della Lega.
- Non sarà applicabile la nuova sanzione di 60mila euro introdotta dal governo.
Dodici attivisti veneti di Ultima generazione, il collettivo ambientalista noto per le proteste contro l’inazione climatica delle istituzioni, sono indagati a vario titolo, cinque dei quali con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a una serie di altri reati tra cui deturpamento e imbrattamento di beni culturali, interruzione di pubblico servizio, ostacolo alla libera circolazione. Due degli attivisti, inoltre, sono indagati anche per aver violato il daspo, il divieto di far ritorno nel luogo in cui si erano già resi protagonisti di blitz per i quali erano già stati giudicati.
Gli episodi contestati
Sono sette i blitz per i quali la Procura di Padova contesta l’associazione a delinquere e gli altri reati agli attivisti, non solo giovanissimi (l’età degli indagati varia dai 21 fino ai 57 anni), tutti avvenuti nell’arco di sei mesi nel 2022. E tutti a Padova. Il primo, il 29 aprile: c’è stato un blocco improvvisato del traffico in via Venezia. L’11 maggio gli attivisti imbrattarono il Centro San Gaetano, sede di Duezerocinquezero, un forum nazionale sull’energia e la sostenibilità patrocinato dall’allora ministero della Transizione ecologica e dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il 10 giugno Ultima generazione Padova ha effettuato un altro blocco stradale, sul cavalcavia di Chiesanuova.
Il 21 agosto gli attivisti si sono barricati all’interno della Cappella degli Scrovegni, leggendo ad alta voce messaggi di protesta contro lo spreco di acqua ed energia.
Il 7 settembre, a poche settimane dalle elezioni politiche, tre attivisti hanno tentato di imbrattare la sede locale della Lega, venendo fermati dai Carabinieri: “In questo periodo di campagna elettorale vogliamo far pressione sui partiti che andranno a governare il nostro paese, che invitiamo a prendersi carico delle richieste che portiamo avanti – hanno detto gli attivisti –. Non vogliamo assistere passivamente alla rovina del mondo che non garantisce un futuro a noi giovani e alle generazioni future”. Lo stesso locale della Lega fu poi teatro di un altro blitz il 21 settembre.
Il 6 ottobre infine l’ultimo blocco stradale in città per mostrare due striscioni con le scritte “Ultima Generazione No Gas” e “No Carbone”.
Per Ultima generazione “continua la repressione”
Secondo Ultima generazione, la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati degli attivisti è il segnale che “continua la repressione. Cittadini che hanno messo in atto delle giuste proteste per un’emergenza che non si può più negare, sono stati denunciati per associazione a delinquere. Dei cittadini nonviolenti trattati come se fossero dei mafiosi. Sono state coinvolte anche persone che non avevano partecipato direttamente all’azione. Una di loro è stata nominata “capo dell’organizzazione” in modo arbitrario.
“Questa è la legge del Far West, non la legge di uno stato democratico. Che vi piacciano o no le nostre azioni, c’è da indignarsi. Sono provvedimenti fuori da ogni schema, non hanno alcun senso se non quello di intimidire”. Il gruppo ha indetto una manifestazione nazionale a Roma per il 22 aprile.
La scorsa settimana il Consiglio dei ministri aveva varato un disegno di legge volto a fermare i blitz di Ultima generazione e che dispone multe fino a 60mila euro per chi imbratta monumenti. In ogni caso, la misura non potrà essere applicata ai dodici attivisti per l’imbrattamento del Centro San Gaetano: il ddl non è ancora in vigore e quando lo sarà, non potrà avere valore retroattivo.
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