In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Va’ sentiero: continua il sogno di camminare lungo tutte le montagne italiane sul Sentiero Italia
Ai giovani camminatori che stanno percorrendo il Sentiero Italia manca solo l’ultimo tratto. Cosa è successo sino a ora? Scopritelo nel loro docufilm.
Vi ricordate i ragazzi di Va’ sentiero? Volevano percorrere tutta l’Italia lungo la sua dorsale montuosa. Ebbene: sono partiti il 1 maggio 2019 dal Golfo di Trieste e dopo 3.500 chilometri a piedi, percorse le Alpi e l’Appennino settentrionale, il 30 novembre 2019 sono arrivati a Visso, un borgo ai piedi dei Monti Sibillini devastato dal terremoto. Prima parte della spedizione portata a termine. Nel 2020, nonostante tutto, la spedizione non si è fermata ed è ripartita da Visso, alla scoperta delle montagne del centro-sud arrivando a Santa Maria di Leuca il 6 novembre scorso. E adesso? Manca ancora l’ultimo tratto per percorrere interamente il Sentiero Italia. Ma intanto per rivivere parte di quest’avventura, il 25 novembre alle ore 21 verrà “proiettata” sul canale Youtube la première del docufilm sulla spedizione 2019. Da non perdere.
Un docufilm e un libro per raccontare la prima parte di Va’ sentiero
La prima parte del viaggio è il cuore del docufilm che verrà proiettato mercoledì 25 novembre: le immagini sono state infatti filmate durante tutto il cammino da Andrea Buonopane, videomaker che si è unito al team dei 3 fondatori di Va’ sentiero (Yuri Basilicò, Sara Furlanetto e Giacomo Riccobono) e, dall’inizio dell’avventura – che ormai risale al 1 maggio 2019 quando la spedizione è partita dal Friuli Venezia Giulia per arrivare in 7 mesi nelle Marche – ha documentato quotidianamente il viaggio. Un insieme di emozioni, stanchezza, incontri, contrattempi nel setting più bello al mondo: il nostro paese e le sue realtà montane. Spesso sconosciute e remote.
A questo proposito Yuri Basilicò, il “fondatore” di Va’ sentiero, ci ha detto: “Il docufilm è una testimonianza diretta di questo cammino incredibile. Certo non è perfetta ed è sicuramente migliorabile, ma si tratta di un’opera genuina e autentica che racconta bene cosa abbia significato camminare per 7 mesi tra di noi e come cambi l’Italia, regione dopo regione, lungo la sua dorsale montuosa”.
Uno degli scopi di questo progetto infatti è sempre stato, non solo quello di fare l’esperienza di cammino sul Sentiero Italia, ma anche di dare risalto e voce alle terre alte, alle loro tradizioni, alle popolazioni che le abitano e ai luoghi che le rendono uniche. Così questo racconto per immagini è la testimonianza sì dell’itinerario fatto e dei lunghi mesi passati nei sentieri Cai, ma è soprattutto la presa di coscienza dell’esistenza e spesso resistenza di una parte d’Italia che vive lassù.
Luoghi, persone e inaspettate meraviglie che Yuri ci ha raccontato così: “Impossibile condensare tutto il bello visto ma certamente una delle scoperte più incredibili è stata quella dell’Appennino, un territorio che tutti noi conoscevamo poco. Se parliamo di montagne infatti, siamo cresciuti nelle Alpi che sono forse più spettacolari, più impervie, mentre l’Appennino è più dolce, ma custodisce in sé i frutti di una storia secolare. Meno remoto, è stato una terra di commerci e scambi, ricco di piccoli borghi, ora spesso abbandonati ma un tempo ricchi. L’umanità in Appennino ci ha sorpreso. In generale è stata ovunque un’esperienza irripetibile: è incredibile pensare che in un paese così piccolo ci sia tanta bellezza. Umanamente l’accoglienza ricevuta è stata fantastica, e cresceva più andavamo a sud. Ci domandavamo come ci avrebbero trattati i “locali”: avrebbero potuto considerarci ospiti non richiesti, ma non è stato così. Dicono che le genti di montagna sono chiuse, noi invece le abbiamo scoperte generose nei nostri confronti, calde, accoglienti e volenterose di aiutarci. Le montagne non sono barriere ma anzi preservano e proteggono anche queste umanità gentili”.
Oltre al docufilm esiste anche un libro fotografico realizzato dalla fotografa del gruppo, Sara Furlanetto, che è possibile ricevere come “ricompensa” aderendo alla campagna crowdfunding che fino a fine dicembre permette di sostenere il viaggio di Va’ sentiero in modo che il team porti a termine l’intero progetto e l’anno prossimo – nell’estate del 2021 – i ragazzi arrivino in Sardegna, all’ultima tappa di Santa Teresa di Gallura in Provincia di Sassari. Tutta la “missione” è stata finanziata in questo modo, grazie a sostenitori che hanno sposato l’idea del viaggio e hanno deciso di renderlo concretamente possibile.
Dalle Marche alla Puglia, in viaggio anche con la pandemia
La ripresa del viaggio è stata ovviamente segnata dall’arrivo della pandemia, ma il progetto non si è fermato. “È stato strano stare fermi tutto quel tempo in lockdown. Ma poi siamo ripartiti; quando però la situazione sanitaria è precipitata abbiamo viaggiato soli, senza le persone che si univano spontaneamente come al solito. Abbiamo perso qualcosa da un certo punto di vista, ma la dimensione intima e solitaria ne ha guadagnato”.
Da Visso si è ripartiti all’inizio di settembre per percorrere oltre 1100 chilometri divisi in 56 tappe, attraversando 6 diverse regioni in 77 giorni. Un’altra enorme porzione di territorio italiano lungo le montagne del paese.
Nel frattempo al team – formato anche da Giovanni, un giovane 70enne che segue il gruppo con il mezzo che è anche la base operativa della spedizione e da Francesco che si occupa della “cambusa” ma non solo – si è aggiunta un’altra quota rosa, Martina esperta di comunicazione. Cambiano storie e paesaggi perché si va in centro e sud Italia, così può capitare di vedere la prima neve in Abruzzo ma anche di fare un tuffo al mare in autunno inoltrato. “Le zone attraversate sono diventate più selvagge, specie al sud, con identità culturali e paesaggistiche incredibili. Poi, arrivati in Puglia, il Sentiero Italia è diventato un cammino, non un trekking”.
Perché l’Italia è un insieme, a volte disarmonico, di meraviglie d’ogni sorta che questo gruppo ha avuto la fortuna di poter ammirare grazie alla scelta di “camminare”. Un atto semplice ma allo stesso tempo rivoluzionario, specie in quest’epoca dove tutto è veloce.
Le imprese di Va’ sentiero possono essere seguite sui canali social del progetto, Facebook, Instagram, Youtube, e sul loro sito ufficiale che è diventato sempre più un utile strumento per chiunque intenda intraprendere il Sentiero Italia e quindi programmare di percorrere parte del lungo cammino. Qui infatti trovate tutto il tragitto del primo anno di spedizione suddiviso in regioni e poi ogni tappa minuziosamente descritta con mappe e info utili. Un’altra sezione del sito invece è dedicata al racconto fatto di prodotti tipici scoperti, persone del luogo incontrate, esperienze fatte.
“Il momento più bello e quello più brutto? Il più bello, perché il più vivido, è stato godersi il primo tramonto sul mare a Santa Maria di Leuca. Dopo tante montagne, il mare. Da soli. Fantastico. Il più doloroso forse è legato al degrado ambientale visto durante il cammino: tante le discariche in mezzo al nulla. È incredibile pensare che uno arrivi in un posto remoto di tale bellezza per gettare rifiuti”, ha detto sempre Yuri.
Dal Molise alla Sardegna, l’ultimo tratto da percorrere
Ora manca solo l’ultimo tratto di Sentiero Italia, quello che dal Molise, li condurrà in Campania, Basilicata sino alla Calabria e poi nelle due isole per terminare in Sardegna. In questo momento tutto il team è fermo per recuperare le forze, attendere tempi migliori (metereologici e pandemici) e lavorare al materiale raccolto nella seconda parte del viaggio e alle prossime tappe. Fino adesso è stato entusiasmante, ma come finirà quest’avventura?
“Cosa faremo dopo? Ci piacerebbe che il format di Va’ sentiero fosse “applicato” in altri luoghi, non a cammini lunghi, ma a esperienze più corte ma più approfondite. Non sappiamo ancora se solo in ambito nazionale o se allargheremo il progetto. Le terre alte sono una scommessa ancora da giocare, è tutto ancora da “sfruttare”, ha concluso Yuri Basilicò.
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