Un vasto incendio è propagato di notte al porto di Ancona: non ci sono vittime ma in attesa dei rilevamenti sull’aria il comune invita a rimanere in casa.
Un vasto incendio è divampato nella notte tra il 15 e il 16 settembre intorno alle 00:30 nella zona del porto di Ancona, interessando diversi capannoni di cantieristica navale dell’ex fabbrica Tubimar, per una superficie totale di circa 20mila metri quadri. I vigili del fuoco hanno dovuto impiegare ben 16 squadre, provenienti non solo dal capoluogo marchigiano ma anche da altri comandi della regione, per contenere le fiamme.
La sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, in collegamento con SkyTg24, ha escluso la presenza di vittime e di feriti, ma ha chiuso in via precauzionale tutte le scuole di ogni ordine e grado, le università, i parchi e gli impianti sportivi all’aperto, in attesa delle analisi e delle indicazioni delle autorità sanitarie, dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale e degli esiti dei sopralluoghi dei Vigili del fuoco, raccomandando di tenere chiuse le finestre e di limitare gli spostamenti non necessari.
L’urgenza principale al momento è proprio quella di capire se l’incendio ha propagato nell’aria sostanze tossiche, anche se al momento non ci sono evidenze in tal senso: l’Arpa Marche ha installato un campionatore dell’aria per effettuare rilevi per verificare la presenza di idrocarburi, diossina e composti organici volanti. Il comune ha fatto sapere in quell’area non c’era amianto, rimosso da anni, ma che le ricerche di eventuali altre sostanze (diossina, acido cianidrico, metalli ecc) sono però ancora in corso da parte dell’Arpam: per alcune analisi sono necessari tempi tecnici di 48 ore circa. Proprio in attesa delle analisi complete dei fumi è stato deciso in via esclusivamente prudenziale di chiudere anche oggi scuole, Università, asili nido, centri diurni semi residenziali che ospitano persone fragili, impianti sportivi all’aperto, parchi. Non sono comunque stati segnalati accessi ai pronto soccorso di Torrette e del Salesi per sintomi legati all’inquinamento, né ricoveri.
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