Fine vita e cannabis, violenze negli ospedali ed economia verde. E ancora “capitale di cittadinanza” e acqua pubblica. Le leggi che ci aspettiamo nel 2020.
Venezia, cosa c’entrano i cambiamenti climatici con l’acqua alta
I cambiamenti climatici non sono la causa diretta dell’acqua alta a Venezia. Ma contribuiranno a rendere tale fenomeno sempre più frequente ed intenso.
Quasi l’intera città inondata. Negozi, case, alberghi, opere d’arte, monumenti. E ancora vaporetti e motoscafi affondati, teatri e scuole chiusi, turisti in fuga. I danni derivanti dall’episodio eccezionale di acqua alta a Venezia sono incalcolabili. E mentre si attendono le indicazioni degli esperti del ministero dei Beni culturali, che dovranno verificare le lesioni patite dalla Basilica di San Marco, ci si interroga sulle cause del disastro e sulla possibile incidenza dei cambiamenti climatici.
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La città alle prese con l’acqua alta molto elevata stamattina
➡ Attiva nel Comando della Polizia locale la Centrale Operativa per monitorare l’andamento della marea
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L’acqua alta del 12 novembre a Venezia frutto del vento e della marea
Partiamo dai dati. Attorno alle 23 del 12 novembre, l’acqua alta ha raggiunto in alcuni punti della città lagunare i 187 centimetri: valore confermato anche dal sindaco Luigi Brugnaro. Un livello poco al di sotto dell’eccezionale acqua alta del 4 novembre 1966, quando la marea raggiunse quota 194 centimetri. Un evento che ha portato il mare a sommergere oltre l’80 per cento della città.
Ciò che occorre distinguere, dunque, è da una parte la situazione specifica del momento; dall’altra le conseguenze generali dei cambiamenti climatici. L’evento del 12 novembre può essere infatti ricondotto ad una serie di concause: “La situazione di Venezia – ha spiegato all’Ansa Bernardo Gozzini, climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) – è stata determinata dalla combinazione di due fenomeni: i forti venti di scirocco, con raffiche fino a 100 chilometri orari che stanno soffiando su tutto l’Adriatico, sommati alla marea astronomica”. Quest’ultima determina l’innalzamento del livello del mare in funzione della posizione della Luna nella sua orbita terrestre.
I cambiamenti climatici incrementeranno frequenza e intensità dei fenomeni
Secondo l’esperto, perciò, la situazione non sarebbe attribuibile in modo diretto ai cambiamenti climatici. Il meteorologo francese Guillaume Woznica, tuttavia, sottolinea che “il clima ha comunque un ruolo, poiché rischia di accentuare nei prossimi decenni il fenomeno dell’acqua alta. Ciò a causa dell’innalzamento del livello dei mari, previsto nell’ordine di 2-3 millimetri all’anno”. Derivante dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, conseguenza dell’aumento della temperatura media globale.
Così il ministro dell’Ambiente, @SergioCosta_min, in merito all’emergenza acqua alta a #Venezia: occorrono “scelte di politica economica coraggiosa che questo Governo sta già mettendo in campo con il #decretoclima“. #ANSAAmbientehttps://t.co/TCGcNCT8nl
— ANSA Ambiente & Energia (@ansa_ambiente) November 13, 2019
Ciò significa che Venezia deve prepararsi ad affrontare un incremento della portata e della frequenza di episodi come quello del 12 novembre. “È ciò che emerge da qualsiasi modellizzazione – ha confermato l’esperta di idrologia Emma Haziza – nel bacino del Mediterraneo. E va ricordato che aumenterà in maniera generalizzata anche l’intensità dei cicloni”. E dunque delle tempeste di vento.
Livello del mare sempre più alto
maree più numerose ed eccezionali (> di 1,10cm)Venezia che affonda simbolo di una umanità che uccide il proprio passato e cultura per avere tutto nel presente mangiandosi il proprio futuro#facciamorete #quattordici11FRhttps://t.co/BSPGezioJr pic.twitter.com/k9uZrA2k1C
— Luigi Marangon ???? #FR = #facciamorete (@LGmarangon) November 14, 2019
Come quella denominata Vaia, che il 29 ottobre del 2018 soffiò oltre i 200 chilometri orari e colpì tutto il Triveneto e parte della Lombardia. Un fenomeno originato anche dalla temperatura insolitamente alta del mar Adriatico. La cui energia si è scaricata a terra su 42.800 ettari, abbattendo migliaia di alberi.
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