Le Forze di azione speciale (Faes) del presidente Maduro hanno fatto una carneficina nella periferia di Caracas, in quella che è una spirale di violenza senza fine.
Il Venezuela è scosso dalle violenze della Forze di azione speciale (Faes). In una delle sue ultime operazioni nella periferia di Caracas, avvenuta nei giorni scorsi, 23 civili hanno perso la vita in quello che le associazioni per i diritti umani locali hanno definito “un massacro”. È solo l’ultimo episodio di una carneficina che solo nel 2020 ha lasciato sul terreno migliaia di persone e che ha portato anche all’intervento di Michelle Bachelet, Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha chiesto lo smantellamento di questa squadra di polizia.
Non ci sono dettagli specifici su quanto successo nel week end del 10 gennaio, tutto quel che si sa è che il quartiere La Vega, area povera arrampicata tra le colline di Caracas, è stato scosso da una strage che difficilmente ci si dimenticherà. Le immagini condivise dagli stessi profili ufficiali delle Forze di azione speciale (Faes) mostrano agenti armati fino ai denti, con tenute da guerra più che da operazioni di polizia, scandagliare il quartiere per “garantire la sicurezza”. Il pattugliamento si è risolto con 23 morti, un numero confermato tanto da Marino Alvarado, direttore della ong PROVEA, che è entrato in contatto con i familiari delle vittime, quanto dal quotidiano Ultimas Noticias. È probabile che l’attacco sia avvenuto nei confronti di “Coqui”, una delle bande che controllano il territorio.
Le Faes sono nate nel 2017 per mano del presidente venezuelano Nicolas Maduro, con l’obiettivo di combattere la criminalità, soprattutto nei quartieri più difficili dei centri urbani. I suoi metodi violenti e il suo modo di operare hanno fatto sì che da subito venisse bollato come un mezzo di controllo sociale in mano al governo, parte di una vera e propria strategia del terrore e della violenza con cui silenziare ogni forma di opposizione nel paese, come rivelato da uno stesso membro dell’esecutivo. In questi anni le Faes si sono sobbarcate l’eredità dell’Operazione per la liberazione del popolo (Olp), una politica con cui Maduro tra il 2015 e il 2017 ha deciso di combattere la violenza del paese con altrettanta violenza da parte delle forze dell’ordine, in quella che si è trasformata in una vera e propria guerriglia civile. L’episodio di La Vega dei giorni scorsi è a oggi quello più tragico, in termini di caduti, da quei tempi.
La spirale di violenza
Non è la prima volta che in Venezuela, e più in generale nel continente americano, si parla delle Faes. Nel 2019 l’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha chiesto al presidente Maduro di smantellare questo corpo di polizia, una richiesta che è venuta nelle scorse ore anche dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh).
La #CIDH insta al Estado a investigar con debida diligencia estas muertes, y a sancionar a quienes resulten responsables. Asimismo, reitera su recomendación de disolver las #FAES, cuerpo de seguridad señalado como responsable de numerosas ejecuciones extrajudiciales. 3
Il motivo di questa levata di scudi internazionali è che la strage di La Vega di questo gennaio è solo la punta di un iceberg di violenza che sta mettendo in ginocchio il paese. Nel 2020 in Venezuela ci sono state ufficialmente 12mila morti violente e di queste, 4mila sono avvenute per mano delle forze di polizia. Chi più di tutti suscita preoccupazione in questo senso sono proprio le Faes e per quanto non esistano dati ufficiali al riguardo, la cronaca e l’incrocio delle statistiche dipingono un quadro drammatico. Nel suo primo anno di vita, nel 2017, le Forze di azione speciale sono state responsabili di un terzo delle morti avvenute per mano delle forze dell’ordine nell’area metropolitana di Caracas. Inoltre, con la nascita delle Faes le morti di civili nelle mani dello stato sono aumentate del 160 per cento in un anno.
In questi anni si sono moltiplicate le testimonianze su casi di decessi per effetto di violenze extragiudiziali da parte degli agenti, ma ogni volta sono state opportunamente cestinate. Il presidente Maduro continua intanto a difendere l’operato del suo corpo speciale, come testimonia quel “Lunga vita alle Faes!” da lui gridato in risposta alle accuse degli organismi internazionali. La spirale di violenza di stato in cui si trova il Venezuela non è destinata a interrompersi.
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