Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
Se esistesse una classifica degli insetti meno amati del pianeta, probabilmente le vespe finirebbero sul podio. Demonizzate per le loro punture, sono spesso considerate nemiche dell’essere umano. Alcune specie, inoltre, sono considerate invasive in Italia, predano altri insetti e sono pericolose per la coltivazione di alberi da frutto, molto amati dalle vespe per via della loro dolcezza. Quello che le persone non sanno, però, è che questa tipologia di insetti ha un ruolo fondamentale per il nostro ecosistema. Una recente ricerca condotta negli Stati Uniti d’America ha evidenziato che le vespe agiscono come disinfestanti naturali e possono essere utili nel controllo dei parassiti agricoli.
Un’alternativa ai pesticidi chimici
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Economic Entomology ha preso in esame una specie di vespe chiamata Polistes. Questi insetti sono stati inseriti in una grande struttura schermata che conteneva piante di broccoli. I ricercatori hanno poi aggiunto larve di falene considerate un parassita dannoso per le colture. Nel giro di pochi giorni, gli scienziati hanno notato che i danni alle piante erano significativamente inferiori rispetto alle previsioni. Le vespe, infatti, avevano predato quasi tutta la popolazione di bruchi e avevano preservato così l’integrità dei broccoli senza far ricorso a pesticidi o altre sostanze chimiche dannosi per salute, soprattutto dei bambini dove l’incidenza è fino a dieci volte maggiore rispetto a un adulto con possibili conseguenze sullo sviluppo cognitivo. Come evidenziato anche da un report dell’Unicef: un bambino su venti nel mondo sarebbe esposto a livelli elevati di inquinamento da pesticidi.
I benefici all’ecosistema e alla salute umana
In Italia, è stato uno studio del 2021 pubblicato sulla rivista Biological Reviews a riconsiderare l’importanza di questo insetto: “Il valore delle vespe nel sostenere le nostre colture rimane poco compreso; speriamo che riabilitando la loro cattiva reputazione, possiamo sfruttare collettivamente il potenziale di queste affascinanti creature”, spiegava il ricercatore dell’Università di Firenze e co-autore dello studio, Alessandro Cini. Gli scienziati avevano notato che le vespe agivano come veicoli per l’impollinazione. Nello studio si notava come addirittura certe orchidee avevano sviluppato adattamenti per l’impollinazione così da attirare le vespe con un aspetto che imita la parte posteriore di una vespa femmina. “La saliva, inoltre, ha proprietà antibiotiche, mentre il veleno del genere Vespula si è dimostrato promettente addirittura nel trattamento del cancro”, si legge nella ricerca nell’elenco delle proprietà benefiche.
Il caso della Nuova Zelanda
Nel mondo esistono 33mila specie di vespe, tuttavia è nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda che si trova la varietà più ampia e numerosa. Qui i ricercatori stanno pensando di sfruttare le vespe come controllo naturale dei parassiti nell’agricoltura. La Nuova Zelanda utilizza oltre 5.000 tonnellate di pesticidi ogni anno, una quantità ingente che potrebbe essere ridotta proprio grazie a un rapporto sano di coesistenza con le vespe. È arrivato il momento di agire e se vogliamo salvare l’ambiente dobbiamo anche rivalutare le vespe.
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