Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Il vetro, materiale unico e speciale, sostenibile e riciclabile al 100%
Il vetro è un materiale che da tremila anni incanta come nessun altro per le sue doti uniche di trasparenza e leggerezza visiva e per la sua duplice natura, quella di essere fragile e forte al contempo. Ha qualcosa di magico. Nasce da polveri amorfe e prende vita col fuoco, ancora oggi da un magma
Il vetro è un materiale che da tremila anni incanta come nessun altro per le sue doti uniche di trasparenza e leggerezza visiva e per la sua duplice natura, quella di essere fragile e forte al contempo. Ha qualcosa di magico. Nasce da polveri amorfe e prende vita col fuoco, ancora oggi da un magma liquido che anche nelle industrie più avanzate ci ricorda il mito antico della fucina di Vulcano.
Il vetro, materiale dell’architettura del nuovo millennio
Leggerezza, esattezza, consistenza, molteplicità, sono alcuni dei valori, delle qualità e delle specificità emerse come mega-trends in questi primi decenni del nuovo millennio: il materiale vetro le rappresenta tutte. È uno dei materiali simbolo di una rivoluzione che ha coinvolto tutto il mondo industriale senza che ce ne siamo accorti.
“La seconda rivoluzione industriale, – scrisse Italo Calvino nel 1985 nel libro ‘Lezioni Americane’ – non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quale presse o colate di acciaio, ma con dei bit di un flusso di informazione che corre sui circuiti sotto forma di impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono a bit senza peso”.
I cambiamenti, infatti, oggi avvengono non per salti repentini, come nel XX secolo figlio della meccanica, ma attraverso spostamenti fluidi e continui. A tutti gli effetti siamo nel pieno di quella ‘società liquida’ descritta dal sociologo Zygmunt Bauman dentro la quale il cambiamento è l’unica cosa permanente, l’innovazione procede senza sosta come un lento fluido che si espande in tutte le direzioni, e l’incertezza è l’unica certezza. È cambiata in questi ultimi vent’anni profondamente anche l’architettura che dà forma e immagine alle città della nostra contemporaneità, e questo cambiamento visivo è sotto gli occhi di tutti: alla pesantezza della pietra, metafora immutabile dell’eternità, e all’imponenza del cemento armato, simbolo del progresso industriale, nell’architettura si è imposto il vetro, entrato in scena dapprima come complemento del virtuosismo strutturale dell’acciaio e successivamente come sofisticato elemento strutturale di per sé, con un’immagine quasi virtuale, visivamente rarefatta e leggera, divenuta uno dei simboli del nostro tempo.
Elogio delle qualità del vetro
La rappresentazione della leggerezza, che il vetro incarna per eccellenza grazie alla sua trasparenza, è entrata quasi spontaneamente, senza che ce ne rendessimo conto, nell’immaginario collettivo quotidiano. La leggerezza è di fatto un’attitudine richiesta oggi a tutti gli oggetti del nostro panorama contemporaneo che si colloca sempre più, anche se ciò può apparire paradossale, nella sfera dell’immaterialità: è una tendenza favorita dalle tecnologie più avanzate e dalla ricerche più interessanti sui materiali innovativi, sugli effetti, sulle possibili finiture delle superfici e sulla miniaturizzazione di ingombri e volumi, mentre crescono in parallelo i requisiti prestazionali che gli oggetti sono in grado di offrire. È una caratteristica che permea tutti i prodotti del terzo millennio, dagli edifici ai più piccoli oggetti d’uso quotidiano, uno per tutti il telefono cellulare, passato in pochi anni a dimensioni minime.
Il vetro è un materiale solido, consistente e ha la sorprendente capacità di invecchiare bene, anzi di non invecchiare, contrariamente al cemento e alla plastica che mal si adattano al trascorrere del tempo. Il vetro, anche quello di peggiore qualità, ha un’eleganza intrinseca nel suo DNA che solo il legno possiede o, forse, l’acciaio. Di certo non la plastica, né il cemento, né i metalli soggetti a corrosione. Il vetro è molteplice e poliedrico. Si presta a una pluralità di linguaggi espressivi, a infinite possibilità di interpretazione progettuale. Con il vetro l’utopia creativa di poter spaziare in un ‘infinito possibile progettuale’ sembra essere a portata di mano. Dentro quest’infinita molteplicità, con l’uso del vetro ognuno può trovare, infatti, la propria voce espressiva personale.
Fedele a un altro paradosso, il vetro, grazie alla qualità della trasparenza, è un materiale di forte identità visiva, capace di acquisire nelle sue applicazioni, dall’architettura di esterni ed interni, come insegnano le archistar dell’architettura internazionale, da Jean Nouvel a Renzo Piano, una forte visibilità. Soprattutto, il vetro è materia sostenibile per eccellenza, riciclabile al 100 per cento, una qualità che nessun altro materiale può vantare.
Sperimentazione e innovazione per l’architettura
Dagli anni ottanta l’evoluzione tecnologica e la sperimentazione sul vetro per aumentarne le prestazioni ha fatto passi da gigante, favorendo l’impiego di questo materiale nell’architettura e nell’edilizia civile e residenziale.
È nata una nuova generazione di vetri ‘intelligenti’, materiali capaci di rispondere in modo dinamico ai cambiamenti ambientali garantendo un elevato comfort all’interno dei locali e la riduzione delle dispersioni dei consumi energetici. Vetri che sanno rispondere a stimoli esterni cambiando le caratteristiche di trasparenza, lucentezza, colorazione e grado di schermatura della radiazione solare, mantenendo inalterate le proprietà strutturali. L’evoluzione delle soluzioni tecniche e strutturali permette oggi di utilizzare il vetro nelle facciate senza vedere in esterno gli elementi strutturali di acciaio, consentendo di realizzare dal punto di vista del design il sogno più ambizioso degli architetti: architetture leggere e sospese, aeree, immateriali, apparentemente senza peso, che si trasformano di notte in volumi di pura luce.
Il sogno di una cucina in vetro riciclabile al 100%
Antesignano dell’uso del vetro in cucina è Gabriele Centazzo, fondatore di Valcucine, un’azienda che dagli esordi nel 1980 si pone come esemplare e d’avanguardia, diventando subito un punto di riferimento per l’innovazione di tutto il settore produttivo. Friulano, designer, imprenditore, sperimentatore e inventore, ma soprattutto grande visionario, Centazzo è considerato un guru del design sostenibile. Ha cambiato volto alla cucina negli anni ‘80, basandosi sui principi della sostenibilità, utilizzando tecnologie innovative per impiegare la minor quantità di materiale possibile e del tutto riciclabile, garantendo lunga vita del prodotto e riducendo le emissioni tossiche nel ciclo di produzione.
Tra i suoi obiettivi principali, quello di rendere la cucina riciclabile al 100 per cento: così nel 1987 disegna Artematica in Vitrum , il primo modello altamente sperimentale di cucina interamente in vetro, che cambia completamente il paradigma, sia dal punto di vista stilistico che costruttivo, di pensare e creare la cucina.
“Ho sempre considerato il vetro un materiale magico –afferma- la cui lavorazione genera mistero da tremila anni. Eco-sostenibile e resistente, il vetro rispecchia la filosofia che caratterizza il mio modo di fare design, teso alla ricerca del benessere in cucina perché risponde perfettamente alle esigenze di chi la vive e perché riesce a creare uno spazio sensoriale, materico e soprattutto sano”.
Il futuro del vetro
Simbolo dello spirito pionieristico e della visione sostenibile di un’azienda, la cucina Artematica in Vitrum, compie trent’anni. Ripercorrendo le tappe della ricerca tecnologica che ha permesso di realizzare un prodotto all’epoca così innovativo, ci si domanda quali potranno essere gli scenari futuri e le nuove applicazioni e sviluppi di questo materiale nell’ambito dell’architettura, del design e della casa. Se ne è discusso mercoledì 11 ottobre nel talk a inviti “Vetrospettiva. Glass is more” con Gabrielle Centazzo e Cino Zucchi, tenutosi nello showroom Valcucine Milano Brera, corso Garibaldi 99, Milano.
L’evento fa parte di Brera Design Days.
Immagine in evidenza: tecnologia evoluta per i dettagli del vetro e della struttura della cucina Artematica di Valcucine
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