Cammini e itinerari

In cammino lungo la via Francigena in Toscana, per ritrovarsi e ricaricarsi

Il nostro Paese offre un numero infinito di percorsi per chi abbia voglia di mettersi in cammino: riempire uno zaino e partire, lasciando a casa le abitudini di tutti i giorni e magari anche qualche certezza. Esplorare luoghi ricchi di storia e di natura facendo affidamento solo sulle proprie gambe regala un approccio completamente diverso

Il nostro Paese offre un numero infinito di percorsi per chi abbia voglia di mettersi in cammino: riempire uno zaino e partire, lasciando a casa le abitudini di tutti i giorni e magari anche qualche certezza. Esplorare luoghi ricchi di storia e di natura facendo affidamento solo sulle proprie gambe regala un approccio completamente diverso al viaggio. Vivere il cammino come esperienza in sé e come metodo di spostamento, dà un senso di libertà e di indipendenza e attiva anche uno stimolo psicologico, tempra la mente oltre che il corpo e ci rende padroni di noi stessi. L’autonomia di cui godiamo durante un cammino ci dà la forza e la motivazione per andare avanti e raggiungere la destinazione prefissata, ma ci offre anche la possibilità di fermarci lungo il percorso a osservare qualcosa che ha catturato la nostra attenzione, riprogrammando l’itinerario per soddisfare i nostri desideri e prestare maggiore attenzione alle nostre sensazioni.

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Groppodalosio, in Valdantena, si trova sull’antico tracciato della via Francigena © Toscana Promozione Turistica

Evitare i mezzi di trasporto consente di immergersi completamente nel paesaggio che ci circonda, entrare in contatto diretto con la natura e il territorio: arricchire la nostra anima, alimentare il senso del bello percependo la nostra appartenenza al mondo. Camminare allunga le distanze, rallenta i ritmi e li riporta a quelli naturali, permette l’ascolto del respiro e della fatica, di dosare le energie. Se dedichiamo il tempo necessario a maturare una consapevolezza dei nostri limiti, ad adeguare il ritmo alle nostre possibilità, l’esperienza sarà piacevole e ricca di soddisfazioni.

Quel che è certo è che affrontare un cammino significa tornare all’essenziale, abbandonare il superfluo, portarsi dietro solo quello che serve davvero. Ed è una scelta obbligata, perché ogni cosa che si infila nello zaino sarà pesata e soppesata ad ogni passo. Anche per questo il cammino può essere uno strumento per riflettere su quello che consideriamo necessario, in senso letterale e in senso lato, ed è un viaggio oltre che in un luogo fisico anche all’interno di noi stessi.

Il cammino in Toscana

La Toscana offre innumerevoli itinerari da percorrere a piedi e uno dei più classici è la via Francigena, che ha origine in Inghilterra, a pochi passi dalla famosa cattedrale di Canterbury e arriva fino a Roma. Nel Medioevo era una direttrice fondamentale per i pellegrini che si dirigevano verso i tre principali luoghi santi – Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme – e fu un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa a quel tempo. Percorreva la Val d’Aosta e la valle Padana, passava per Pavia, superava il valico della Cisa, attraversava gli Appennini, raggiungeva Lucca, e poi lungo la Val d’Elsa toccava Siena e attraverso la Tuscia arrivava alla città eterna.

Quella che era una via di comunicazione per commercianti, eserciti e viaggiatori, è diventata una via tracciata il cui percorso antico è stato ricostruito soprattutto grazie agli appunti di viaggio dei viandanti ed in particolare di un illustre pellegrino, Sigerico, tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, Sigerico tornò a casa annotando gli 80 luoghi in cui si fermò a pernottare. In questo senso il cammino è per lo più identificato dai luoghi di sosta, più che dai sentieri in sé, visto che spesso venivano percorse vie alternative.

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Pienza, in Val d’Orcia © ingimage

La frequentazione nei secoli di questa via da parte di persone provenienti da ogni dove ha plasmato il territorio e ne ha fatto un luogo volto all’accoglienza e all’ospitalità, in cui gli scambi commerciali si sono intrecciati con quelli culturali e hanno dato vita ad una società particolarmente viva. Questo cammino avvicina i viandanti odierni a quelli di una volta, anche se il tempo ha cambiato un po’ lo spirito che anima i pellegrini: chi intraprende il cammino oggi lo fa principalmente per motivi personali, magari anche spirituali ma meno frequentemente religiosi, generalmente laici: una sfida con se stessi, la voglia di conoscere persone nuove o di mettersi alla prova. Quello che permane, negli anni e nei secoli, è la dedizione di chi ancora oggi segue quelle orme.

Partire da soli o in compagnia, entrambe le scelte sono ottime e quella dell’incontro e della condivisione è una componente tutt’altro che secondaria del cammino: la possibilità di incontrare persone con un obiettivo simile, di narrare e ascoltare storie e contaminarsi di culture diverse, si materializza sia nello scambio con altri viaggiatori, sia con le persone che accolgono i pellegrini nei ricoveri, alberghi, conventi. Chi desiderasse partire solo, accompagnato semplicemente da se stesso, ha sempre l’opportunità strada facendo di trovare un compagno di viaggio, anche solo per una tappa. L’importante è essere aperti e disponibili verso gli altri.

Sono sedici le tappe della via Francigena in Toscana che permettono di apprezzare la bellezza e la ricchezza di questa regione da molti punti di vista. La varietà anche morfologica del territorio rende questa la destinazione perfetta nei diversi periodi dell’anno. La scelta nel periodo più caldo può ricadere sul tratto più a nord, quello che attraversando la Lunigiana, offre ristoro tra i boschi verdeggianti e le montagne più alte. Per la stagione autunnale invece l’ideale è percorrere la val d’Orcia, nella Toscana meridionale, caratterizzata da dolci colline profilate di cipressi e casolari.

Camminare d’estate, la via Francigena in Lunigiana

Terra di borghi medievali e di castelli, di montagne ricoperte da manti boscosi millenari e solcate da torrenti cristallini, la Lunigiana accoglie il tratto della via Francigena che si snoda dall’Appennino tosco-emiliano, nel punto in cui valica il passo della Cisa e, seguendo la valle del fiume Magra, si spinge fino al mare. Qui arriva a Luni, centro di civiltà etrusca, poi ligure, nonché colonia romana e porto marittimo, che dà il nome a questa regione.

I boschi della Lunigiana offrono ai viandanti ristoro nei periodi più caldi e abbondano di castagni, chiamati anche “alberi del pane” perché da sempre hanno offerto alla popolazione locale un valido prodotto alimentare, in particolare sotto forma di farina.

Il viandante che decida di percorrere questo itinerario sarà circondato da patrimonio naturale e storico e culturale, con castelli, torri e fortezze, pievi romaniche e borghi murati che, arroccati strategicamente sui colli fanno capolino tra il verde delle valli e rievocano antiche storie ricche di fascino. L’essenza della Lunigiana va ricercata nella sua componente primordiale: l’arenaria che caratterizza molte costruzioni, una pietra povera rispetto a quella delle vicine Apuane, ma che non ha causato estrazioni e deturpazioni ambientali.

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Pontremoli, in Lunigiana © Toscana Promozione Turistica

La prima città importante che si incontra ai piedi del passo della Cisa, chiamata anche la porta della Toscana, è Pontremoli, un antico borgo medioevale situato alla confluenza di diversi rami del Magra. Qui si trova il museo delle steli lunigianesi, o statue stele, enigmatici monoliti dalla forma umana che probabilmente simboleggiavano la Dea Madre, databili tra il terzo e il primo millennio avanti Cristo, testimonianza di insediamenti preistorici. Lungo il cammino nella valle del Magra si possono visitare numerose pievi romaniche, lo stile che lungo la via Francigena caratterizzò l’Europa. Una tra molte, è quella di Sorano, costruita con ciottoli di fiume non squadrati, con impianto a tre absidi, che racchiude due statue steli. A raccontare storie antiche in Lunigiana sono anche diversi insediamenti e borghi murati, come quello di Filetto, nati dalle necessità difensive dei bizantini contro i longobardi, che datano fino ai secoli VI e VII.

Aulla era un piccolo borgo fortificato a difesa di ponti e strade, vie di comunicazione commerciali e di pellegrinaggio che già prima dell’anno mille resero queste zone strategiche. E proprio dove il fiume Magra si incontra con l’Aulella, sorge l’abbazia di San Caprasio, importantissimo luogo di culto.

Anche castelli e forti sono motivo di visita per i pellegrini, in particolare le vestigia del periodo medievale quando dominava la famiglia dei Malaspina: tra questi spicca il castello di Fosdinovo che domina la valle del Magra poco prima di arrivare a Sarzana. Ancora pochi chilometri e finalmente si arriva al mare, dove si trovava l’antica Luni, fondata nel 177 a.C., che divenne importante nodo stradale e porto d’imbarco del marmo delle Alpi Apuane destinato a Roma. Poco lontano si trovava il porto di San Maurizio, da cui partivano i pellegrini diretti a Santiago di Compostela: la via Francigena era un asse centrale anche per gli altri pellegrinaggi. La Lunigiana non si conclude alla foce del Magra e nemmeno a Luni: si spinge fino a Massa, un’antica città le cui origini risalgono all’882, in cui ancora oggi si respira l’atmosfera medievale. Situata in una conca naturale, è un gioiello di arte e architettura incastonato tra le Alpi Apuane.

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Fosdinovo, in Lunigiana © ingimage

Val d’Orcia in inverno – la fine della via Francigena toscana verso Roma

Nel tratto più a sud della Toscana, si trova uno dei percorsi più affascinanti della Francigena, quello che si snoda nelle Terre di Siena: 120 chilometri da San Gimignano, la città che “di torri si corona”, come già cantava Dante, fino a Radicofani passando per borghi medievali e le dolci colline del vino. San Gimignano nacque proprio intorno alla via Francigena che passava sulle colline per aggirare le paludi presenti a fondo valle, e divenne così un centro strategico e di potere medievale. Continuando il cammino verso l’imperdibile e scenografica Monteriggioni, il viandante si troverà a passare per Abbadia a Isola, un borgo sorto intorno all’abbazia nata intorno all’anno mille, quando la valle era ancora una palude. Queste zone sono testimonianza dell’antica rivalità tra Siena e Firenze, che si concretizza all’occhio del viaggiatore nei numerosi castelli e roccaforti. Lungo il cammino il viandante attraverserà Siena: piazza del Campo, il Duomo e il prospiciente Santa Maria della Scala, nel Medioevo uno dei più grandi ospedali di tutta Europa, tappa obbligata per i pellegrini che lì venivano curati e rifocillati prima di ricominciare il viaggio.

Nella valle che prende il nome dal fiume Orcia è possibile ammirare i panorami più iconici di queste zone, le cui colline sono profilate di cipressi ma anche borghi autentici e antichi edifici sacri di stile romanico o gotico.

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Radicofani, Val d’Orcia © Toscana Promozione Turistica

È nelle terre di Siena che sorgono borghi come Montalcino, famosa per il vino ma anche una magnifica città d’arte, con la sua rocca e la torre del palazzo comunale eretta tra il Due e il Trecento, e la pittoresca San Quirico d’Orcia, con la collegiata dei santi Quirico e Giulitta e un centro storico chiuso da mura e caratterizzato da antichi edifici in pietra. Si prosegue con il borgo di Bagno Vignoni, sorto intorno ad una grande vasca termale che raccoglie le acque calde che sgorgano a 49 gradi e sono state usate sin dai tempi dei romani per il loro potere curativo. Prima di concludere la via, imperdibile è Pienza, la città ideale, “nata da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza” come disse il Pascoli: era la città natale di Papa Pio II che, diventato Pontefice, la affidò all’architetto Bernardo Rossellino e all’Umanista Leon Battista Alberti affinché la ristrutturassero completamente tra il 1459 e il 1462. Pienza è anche la terra del pecorino, dello zafferano e dei pici, una sorta di grossi spaghetti fatti a mano. Da gustare ovviamente con i vini locali, brunello e rosso di Montalcino e Orcia Doc.

Come a chiudere questo itinerario, si raggiunge Radicofani con la sua fortezza che si staglia imponente, a quasi 900 metri di altitudine, e che fu per secoli una delle piazzeforti più importanti d’Italia da cui controllare il confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Grazie alla sua posizione Radicofani offre una visuale su tutta la val d’Orcia e non solo: lo sguardo si spinge fino all’Amiata, all’Appennino e ai laghi Trasimeno e di Bolsena, quasi a continuare idealmente il percorso che porta il pellegrino fino a Roma.

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in collaborazione con Toscana Promozione Turistica

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