
Nelle scuole messicane è entrato in vigore il divieto governativo di cibo spazzatura per contrastare l’emergenza obesità nei bambini.
Sono a base di riso, grano e farro selezionati tra le migliori produzioni biologiche del nostro Paese. E sono sostenibili perché con il progetto Impatto Zero di Lifegate, Mellin compensa le emissioni di CO2 dei packaging con la creazione di foreste in Madagascar.
Il meglio del cibo italiano a misura di bambino: come? Per il passaggio dall’alimentazione a base di latte alla scoperta del gusto e di nuovi alimenti, Mellin ha ideato la nuova linea biologica “Viaggio d’Italia”, presentata il 29 novembre da Eataly Smeraldo a Milano.
Dal riso di Vercelli al grano duro Cappelli fino al farro emiliano, per i nuovi prodotti Mellin ha scelto le migliori materie prime biologiche lungo tutto lo Stivale, con la massima attenzione a garantire la qualità e completa sicurezza alimentare per i più piccoli. I primi prodotti della gamma saranno la crema di riso di Vercelli proveniente dal Piemonte, il semolino di grano duro Cappelli proveniente dalla Puglia, i biscotti di farro proveniente dall’Emilia Romagna e la pastina (letterine e paperelle) di grano duro Cappelli proveniente da Puglia e Toscana.
Tre, dunque, i principi che hanno guidato la nuova produzione: materie prime di qualità, selezionate tra le eccellenze regionali italiane per fare scoprire ai bambini i sapori del nostro territorio sin dallo svezzamento; biologico, che si esprime nella ricerca e utilizzo di ingredienti coltivati rispettando la natura, offrendo prodotti buoni e semplici preservando il sapore originario delle materie prime; infine, sostenibilità, per garantire ai più piccoli un ambiente sano in cui crescere. A proposito di questo ultimo punto, secondo il 4° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, oltre il 74 per cento della popolazione italiana è interessato al tema della sostenibilità, mentre il 90 per cento è preoccupata per i danni alla salute provocati dai pesticidi usati in agricoltura, preoccupazione che si riflette nella scelta di prodotti biologici per il 52 per cento degli italiani.
In quest’ottica, per i nuovi prodotti, Mellin ha collaborato insieme a LifeGate e al progetto Impatto Zero® calcolando le emissioni di CO2 prodotte dal packaging primario e secondario, vale a dire dell’impatto ambientale delle materie prime utilizzate per il pack dei prodotti Mellin BIO, della loro lavorazione e del loro smaltimento. La quantità, calcolata scientificamente, di queste emissioni è stata poi compensata attraverso la creazione e tutela di foreste in crescita in Madagascar a cui finora Mellin ha contribuito per oltre 15.000 mq.
“Siamo felici che sempre più aziende, come Mellin, siano impegnate nella ricerca e sviluppo di prodotti sostenibili”, ha dichiarato Enea Roveda, Ceo LifeGate. “Associare Impatto Zero® alla linea di prodotti biologici di Mellin è la risposta ideale per i consumatori di oggi, sempre più attenti a prodotti sani, genuini e con basso impatto ambientale, anche nel packaging. La scelta di consumo oggi passa dalla consapevolezza che la propria salute e quella dell’ambiente sono strettamente connesse e l’acquisto di un prodotto sostenibile può fare la differenza”. Un percorso appena iniziato, che proseguirà nei prossimi mesi rendendo ad Impatto Zero® i pack delle successive referenze della linea. “Siamo partiti dai cereali, che sono un ingrediente fondamentale della nostra dieta e della nostra cultura”, ha spiegato Fabrizio Gavelli, Amministratore Delegato Mellin. “Ma il nostro viaggio non termina certo qui, perché vogliamo offrire alle mamme e ai loro bambini una gamma completa di prodotti di eccellenza.”
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nelle scuole messicane è entrato in vigore il divieto governativo di cibo spazzatura per contrastare l’emergenza obesità nei bambini.
Secondo il World Happiness Report, la condivisione dei pasti contribuisce a un maggior benessere soggettivo e a livelli più elevati di supporto sociale.
La mancanza di uova negli Stati Uniti porta alla luce un problema importante per il sistema dell’industria alimentare. Una carenza di mercato che si dimentica degli animali.
Lo rivela uno studio che ha analizzato i dati della Corn Belt statunitense, dove si coltiva intensivamente mais ogm: i parassiti hanno sviluppato resistenza alla coltura transgenica.
Dalla gestione dell’acqua ai compost biologici innovativi, il Community learning centre di Dimmerpani è diventato un punto di riferimento per l’agricoltura resiliente. Un’esperienza di successo che parte dalle donne.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Uno studio americano ha osservato l’associazione tra il consumo di cibi ultra-processati e il rischio di artrosi al ginocchio dovuto alla presenza di grasso accumulato nei muscoli delle cosce.
Nella Bassa California, la cooperativa Guardianas del Conchalito sta salvando la zona umida costiera di La Paz, dando un contributo alla mitigazione del clima e all’indipendenza delle donne.
Secondo uno studio, le antocianine che donano ai vegetali i colori rosso, viola e blu si distinguono per il loro effetto protettivo contro i danni da microplastiche all’apparato riproduttivo.