Sergio Mattarella è stato in Kenya per parlare di crisi climatica e condividere sfide e soluzioni per un futuro che metta al centro l’ambiente, prima dell’economia.
Mentre l’Africa australe veniva sconvolta dalla potenza di un ciclone che ha causato centinaia di vittime, soprattutto in Malawi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era in visita in Kenya, per la prima volta dopo l’elezione a presidente di William Ruto dello scorso agosto. Una visita che si è tenuta tra il 13 e il 16 marzo e che ha avuto molti obiettivi, come rinsaldare la collaborazione economica tra l’Italia e il Kenya, trovare un accordo per aiutare le regioni che più vivono il fenomeno delle migrazioni (in entrata o in uscita), ma soprattutto affrontare – insieme – la lotta contro la crisi climatica in atto. Italia e Kenya, infatti, condividono l’emergenza siccità che da mesi, se non da anni, interessa i rispettivi territori.
Le parole di Mattarella sulla crisi climatica
“Il drammatico aumento delle ondate di calore, le inondazioni, la siccità, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari sono alcuni dei sintomi più evidenti. Come governare questi fenomeni, sfuggendo a una falsa alternativa tra rinuncia allo sviluppo o cristallizzazione dell’esistente?”, ha chiesto Mattarella, quasi in modo retorico, alla platea di studentesse e di studenti in ascolto durante il discorso tenuto all’Università di Nairobi nella giornata di giovedì 16 marzo. Domanda a cui risponde subito dopo: “La risposta è nella espressione sostenibilità. Ambientale, sociale, economica. In altri termini saper considerare come unitari i destini delle popolazioni del pianeta”. Dall’Africa all’Europa.
Parole che possono apparire teoriche, addirittura retoriche, se non fosse che sono state subito puntellate da un’altra frase molto più efficace: “Non ci si può cullare nell’illusione di perseguire prima obiettivi di sviluppo economico per poi affrontare in un secondo momento le problematiche ambientali”, perché “non avremo un ‘secondo tempo’”.
Per Mattarella non stiamo facendo abbastanza per salvarci
Il presidente conferma anche la strada tracciata dalla Cop27 di Sharm el-Sheik, la conferenza sul clima che ha dato vita al fondo loss and damage (perdite e danni), e da altri leader illuminati nel corso degli anni: “I paesi di più antica industrializzazione hanno contribuito in maniera sicuramente preponderante, con quel modello di sviluppo e crescita, alle emissioni di gas ad effetto serra”, ha affermato Mattarella. E per questo i loro sforzi “devono essere significativamente accresciuti proporzionalmente alle loro responsabilità”, ma per essere efficaci devono essere accompagnati anche da un “impegno di paesi, come quelli emergenti, il cui peso demografico ed economico è diventato prevalente”. Il riferimento è ovviamente a India e Cina, la cui influenza sul continente africano, e in particolare sul Kenya, è sempre stata forte. Forse troppo.
Tant’è che è lo stesso Mattarella a insistere sull’importanza di rafforzare “la cooperazione fra Europa e Africa” al fine di promuovere obiettivi ambiziosi, ma soprattutto comuni. Perché “l’Africa detiene chiavi essenziali per il successo delle strategie di decarbonizzazione del pianeta” e “la produzione di energia pulita e la sua efficace distribuzione sono fondamentali per lo sviluppo dell’Africa, come indicato nella strategia dell’Unione africana sul clima”.
La visita a una scuola di Avsi e al centro dell’Agenzia spaziale italiana
A confermare l’interesse di Mattarella verso lo sviluppo ambientale e sociale, prima che economico, la visita di stato era cominciata con un incontro con il personale, le studentesse e gli studenti dell’istituto professionale Saint Kizito a Githurai, nella periferia della capitale Nairobi. Un complesso scolastico realizzato nel 1994 dalla ong Avsi, con cui LifeGate collabora da tempo, proprio grazie ai fondi della cooperazione italiana. Una scuola che ha consentito a 13.500 ragazze e ragazzi di diplomarsi e specializzarsi in settori quali falegnameria, meccanica, informatica, parrucchiere e ristorazione.
In quest’audio potete ascoltare le parole del segretario generale di Avsi, Giampaolo Silvestri
Nella giornata del 15 marzo Mattarella si è poi recato a Malindi dove ha visitato il centro spaziale “Luigi Broglio”, gestito dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dall’Università La Sapienza di Roma. Il centro prevede la possibilità di effettuare attività di lancio, di acquisizione dati da satelliti, di telerilevamento e di formazione sia in loco che in Italia.
Il senso del viaggio di stato in Kenya
È stato un viaggio che ha spostato sensibilmente l’asse delle priorità in termini di sicurezza nazionale e in ottica della costruzione di un futuro sostenibile. Un futuro che metta al centro la cooperazione tra nazioni che condividono destini e interessi, ma soprattutto che non basano la loro collaborazione solo su questioni economiche, ma anche strategiche. E non c’è strategia migliore che mettere sul piatto le paure, le minacce e le sfide per trovare soluzioni efficaci, ma soprattutto integrate. Perché la Terra è una e il benessere non può essere tale se non è condiviso con altri popoli e paesi. “Senza lasciare indietro nessuno” è la frase usata spesso in ambito europeo, a partire dalla presidente Ursula von der Leyen, per esprimere questo concetto, ma ora va trasformata in azione, anche in ottica intercontinentale.
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