“Siamo venuti a portare la nostra solidarietà a La Fattorietta, un’esperienza straordinaria di educazione, integrazione, amore e rispetto della natura”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha commentato la propria visita ai resti dell’asilo nido devastato dall’incendio nel nel cuore di parco Piccolomini, a pochi passi dalla Cupola di San Pietro. “Siamo qui per dire che Roma Capitale è al loro fianco e lavoreremo affinché possiate ripartire e riprendere queste importantissime attività”.

Lo scheletro di una sediolina, i resti di un libro colorato, un orsacchiotto bruciacchiato, qualche trave carbonizzata e una montagna di cenere: è tutto quello che resta dell’asilo andato in fiamme nella notte tra il 2 e il 3 agosto. Fiamme tanto violente da non risparmiare nulla, nemmeno i piccoli lavandini e gabinetti che si sono letteralmente liquefatti. Impossibile non pensare a un incendio doloso ed è infatti anche una delle piste che la polizia, accorsa con carabinieri e vigili del fuoco, sta valutando.

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Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in visita dopo l’incendio © Elis Viettone

“Tanti gli interessi di chi vorrebbe speculare su questi terreni”, racconta a bassa voce Barbara Manara, coordinatrice del progetto educativo, “ma pensare al dolo ci sconvolge. Non sarebbe la prima volta purtroppo che su questa area, 24 ettari tra via Aurelia Antica, via Gregorio VII e l’Ambasciata russa, ci sono mire di speculatori e affaristi. Dalla costruzione di un hotel Hilton, bloccato in extremis dall’allora sindaco Argan, al più recente campo da golf, questo spazio fa gola a molti che non si rassegnano al vincolo paesaggistico che lo tutela”, spiega Barbara, che è anche la presidente del Comitato Parco Piccolomini, nato nel 1975 proprio per questo scopo.

I danni all’asilo nido della Fattorietta

I testimoni raccontano di fiamme deflagrate rapidamente dal centro del fabbricato, lontane dal frigorifero, unica possibile fonte di corto circuito. Nessun materiale incendiabile era presente e il quadro elettrico era spento.

I danni al fabbricato in legno di 120 metri quadri, stimati in circa 60mila euro, non pregiudicheranno il regolare inizio dell’anno scolastico tra meno di un mese, assicura Barbara e con dei prefabbricati si riuscirà a garantire il prossimo anno. “L’impegno del sindaco oggi è un segnale importante e, insieme all’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, e quella all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, auspichiamo che le azioni necessarie affinché l’asilo possa ricominciare ad essere una realtà quotidiana per tanti bambini, famiglie, persone fragili e lo stesso quartiere vengano avviate in tempi rapidi”. Il vero nodo infatti è che la ricostruzione dello stabile è impedito dal vincolo paesaggistico che permette solo strutture per sei mesi l’anno.

“Non chiediamo soldi pubblici ma un tavolo di ragionamento e co-progettazione per capire come ricostruire l’asilo in forma stabile, anche attraverso la votazione in assemblea comunale di un interesse pubblico che permetta di andare in deroga alla normativa e realizzare strutture legate alle attività della Fattorietta compatibili con la vincolistica di tutela”. Tutto questo dovrà avvenire in tempi rapidi ed entro settembre del 2024 si dovrà trovare una soluzione condivisa, diversamente significherebbe la chiusura dell’asilo e di tutte le attività di educazione ambientale, inclusione sociale e di comunità.

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Una montagna di cenere ha sostituito le classi dell’asilo © Fattorietta / Facebook

Sconvolti sono anche i genitori dei trenta bambini dai 18 mesi ai cinque anni che ogni giorno li portavano qui, in un angolo di natura dove il tempo scorreva al ritmo delle stagioni, lontana da traffico e smog. “Spiazzati, distrutti e smarriti: ecco come ci sentiamo”, racconta Chiara, mamma di Enea, “Non lo diciamo solo da genitori ma anche da abitanti del quartiere perché La Fattorietta e l’asilo rappresentano un modo diverso di pensare la scuola, di vivere la natura, di stare in una comunità”.

Elisabetta ha due figli di due e cinque anni che frequentano l’asilo nel bosco: “Quando parlano dei loro amici ci raccontano dei cavalli Ettore e Bella, degli asini Pedro e Trilli, del maialino Otello e di Giacomino, una pecorella trovata e salvata… Non posso credere che tutto questo sia svanito così, in pochi attimi che sembrano infiniti”.

La solidarietà dei cittadini romani

Diffusa solidarietà è arrivata da cittadini, mondo delle associazioni, in primis l’Arci, e istituzioni, a partire da quelle locali, come testimonia la presenza, insieme al sindaco, anche della presidente del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti: “Questa è una realtà molto importante non solo del nostro territorio ma per tutta la città, perché qui arrivavano, e spero arriveranno ancora, bambini da tutta Roma per svolgere la maggior parte delle loro attività all’aperto, anche durante l’inverno, con animali e piante”.

Istituita una raccolta fondi per le strutture provvisorie e tutto ciò che servirà per ripartire, dai libri alle sedie, dai materassini ai fasciatoi. “Abbiamo ricevuto in queste ore la solidarietà di tutti i circoli d’Italia. Già da oggi partiremo con la raccolta: l’obiettivo indicato dall’associazione ‘Passeggiata del Gelsomino’, affiliata all’Arci, è di 50mila euro” dichiara Vito Scalisi, Presidente Arci Roma. “Vogliamo raggiungere questa cifra in tempi strettissimi, l’Arci farà la sua parte e ci aspettiamo che l’amministrazione e gli impegni che ha preso oggi il sindaco Gualtieri vengano mantenuti”.