Heeta Lakhani, originaria dell’India, è portavoce dello Youngo, l’organo delle Nazioni Unite che riunisce i giovani attivisti per il clima. L’abbiamo intervistata.
“Il mio nome è Greta Thunberg e vi sto invitando ad essere parte della soluzione”. Così ha esordito la giovane attivista svedese, che ormai tutti conosciamo, in un video pubblicato in occasione del quinto anniversario dell’Accordo di Parigi, primo trattato globale che ha visto tutte le nazioni finalmente unite contro l’aumento della temperatura media globale, firmato il 12 dicembre del 2015 al termine della Cop 21.
“I nostri leader hanno presentato i loro speranzosi obiettivi distanti e ipotetici, la loro scappatoia della neutralità in fatto di emissioni, e le loro vuote promesse”, ha proseguito la ragazza. “Ma la vera speranza viene dalle persone. E tutto parte dalla consapevolezza”.
La lotta di Thunberg continua
Thunberg è protagonista del documentario I am Greta, girato dal regista Nathan Grossman e disponibile in streaming. Gli esponenti di Fridays for future, il movimento degli studenti per il clima cui lei ha dato vita, non hanno smesso di manifestare neppure durante la pandemia, organizzandosi con distanziamento e mascherine quando possibile, oppure optando per scioperi digitali.
L’anno prossimo è previsto a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre un evento dedicato ai giovani attivisti, che per la prima volta potranno dare il proprio contributo alle negoziazioni sul clima in vista della pre-Cop e della Cop-26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà nella città di Glasgow, in Scozia.