Mentre il Premio Cairo tende sempre di più verso la neutralità climatica, l’opera vincitrice esprime tutte le preoccupazioni di una generazione.
Cosa vedere alla prima Klima Biennale del mondo a Vienna, dove arte e attivismo si incontrano
Intervista ai curatori Sithara Pathirana e Claudius Schulze che hanno organizzato la Klima Biennale di Vienna, mettendo insieme arte e attivismo.
- Fino al 14 luglio Vienna si anima con cento giorni di mostre e performance artistiche, eventi, workshop nella prima Klima Biennale mai organizzata, per discutere e sensibilizzare sulla crisi climatica e ambientale.
- Due sono le location principali: il museo Kunst Haus Wien e l’ex scalo ferroviario Nordwestbahnhof, rigenerato in uno spazio artistico e di condivisione.
- I due curatori, Sithara Pathirana e Claudius Schulze, sottolineano l’importanza della partecipazione collettiva dei visitatori. Per questo ci sono momenti di incontro, dibattito e visite guidate con gli artisti.
- Da metà maggio si svolgeranno anche cinque settimane di Aktivismus Camp (campo di attivismo), in collaborazione con diverse associazioni e movimenti ambientalisti e artistici.
C’è la riproduzione della celebre Saliera dorata di Benvenuto Cellini in versione lecca-lecca di sale per cerbiatti, posizionata in una foresta (opera del duo Anca Benera & Arnold Estefán, che ne richiama il ritrovamento dell’oggetto in un bosco dopo il furto a inizio anni Duemila). Le foto multispettrali di Richard Mosse, con i loro accattivanti colori fluo, documentano la deforestazione su larga scala in Brasile. L’artista tedesco-coreana Jeewi Lee ha invece raccolto le ceneri dell’incendio del 2018 sul monte Serra, in provincia di Pisa, per mischiarle con oli naturali e farne saponette nere che paiono carbone (opera “Ashes to Ashes”). Oppure le immagini della serie “On the back of camels” raccontano il rapporto di questi animali con gli esseri umani nell’anno internazionale dei camelidi promosso dalla Fao. Sono solo alcune delle opere e mostre speciali che per cento giorni animano l’intera città di Vienna, durante la prima Klima Biennale del mondo che si svolge in diversi luoghi della città, fino al 14 luglio.
100 giorni di Klima Biennale a Vienna
È un’immersione di arte multimediale e partecipazione collettiva finanziata da tre assessorati del comune di Vienna (cultura e scienza; finanze, economia, lavoro e affari internazionali; assessorato per il clima, l’ambiente, la democrazia e le risorse umane) e sostenuta da decine di partner privati e istituzionali. A curare l’evento lungo tre mesi, il duo composto da Sithara Pathirana, manager culturale, e Claudius Schulze, artista e fotografo. “Forse per molti sarà una sorpresa, ma la Klima Biennale di Vienna non riguarda l’ecologia in sé”, spiega Schulze. “Abbiamo invece lavorato sulla base del seguente scenario: i cambiamenti climatici sono un dato di fatto, la crisi climatica è reale, il nostro clima, la nostra società, il nostro lavoro, la nostra convivenza cambieranno radicalmente. La priorità assoluta ora è limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. La domanda che noi ci siamo posti è: come possiamo ancora riuscire a garantire prosperità, democrazia e una vita dignitosa per tutti? Abbiamo pianificato la Biennale e selezionato i progetti sulla base di questa considerazione”.
La sede principale: il museo Kunst Haus Wien
La sede principale della Klima Biennale di Vienna è la Kunst Haus Wien nel museo Hundertwasser, dedicato al celebre artista e architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser, che negli anni ’70 e ’80 univa visione artistica e spirito ambientalista. La colorata casa da lui progettata con gli alberi come parte integrante, che contiene la più vasta collezione di opere dell’artista, è oggi a tutti gli effetti “il primo “museo verde” in Austria, certificato con l’Ecolabel austriaco, e deve quindi attenersi rigorosamente ai criteri di sostenibilità nel lavoro quotidiano e nella progettazione delle mostre”, spiega Pathirana (sul tetto vive anche una colonia di 140mila api da miele che prendono il nettare dai moltissimi fiori presenti nell’area).
Al Kunsthaus si trova una delle mostre principali della Klima Biennale, la collettiva “Into the Woods”, in cui 16 artisti contemporanei trattano da un lato l’influenza umana sullo stato delle foreste e la loro distruzione, dall’altro indagano le attività simbiotiche dell’ecosistema forestale. Prosegue la curatrice: “Anche per noi era molto importante soddisfare i più alti standard possibili di sostenibilità nell’organizzazione della Biennale. Questo vale anche per le opere esposte e per i concetti espositivi e spaziali sviluppati. Ad esempio, il padiglione principale nel cortile del KunstHaus è un progetto di upcycling nato da un’installazione precedente del gruppo Breath earth collective. Mentre l’asfalto dell’ex stazione ferroviaria Nordwestbahnhof, dove si svolge un’altra parte della Biennale, è stato sollevato per creare un giardino climatico con piante e alberi di recupero”.
Un ex scalo ferroviario rigenerato in spazio artistico e di condivisione
La seconda location da visitare è infatti l’ex area ferroviaria dismessa Nordwestbahnhof, dove è stata allestita la mostra “Songs for the changing seasons”, curata dall’italiana Lucia Pietroiusti, specializzata in progetti al confine tra arte e ambiente, nonché head of ecologies per la Serpentine di Londra. La mostra riunisce artisti internazionali per riflettere su come l’arte affronti gli effetti, le conseguenze e la realtà del cambiamento ambientale, tra lutto e trasformazione, in un modo tanto concreto quanto poetico. La ricerca degli artisti esposti è quella di una risposta e reazione emotiva alla crisi ambientale e climatica in corso. Anche qui, come in tutte le altre mostre, molti sono gli eventi e le visite guidate con gli artisti e i curatori, nonché i workshop per tutte le età, come ribadisce la curatrice Pathirana: “Un aspetto molto importante della Biennale è quello dell’educazione e partecipazione del pubblico: invitiamo tutti i visitatori a unirsi ai curatori, agli artisti o anche a noi personalmente nella ricerca di indizi e nella progettazione di utopie per il futuro. Un programma che promuova la resilienza alla crisi sarà un momento essenziale nello sviluppo dei prossimi anni, per facilitare il cambiamento e abbattere le resistenze. Non si tratta solo di sensibilizzare la società, ma anche di mobilitare le persone a plasmare attivamente il futuro”.
In collaborazione con la Vienna Design Week, alla Nordwestbahnhof è allestita anche l’esposizione “Design with a purpose”, che richiama la lunga tradizione delle arti applicate della capitale austriaca: dagli oggetti di uso quotidiano all’artigianato e al settore alimentare, riunisce oltre 20 idee di design. Senza pretendere di presentare una soluzione alla crisi climatica, gli esempi esposti dimostrano che il design può essere responsabile e sostenibile e stimolare riflessioni.
Partecipazione collettiva ai campi di attivismo
Tra le iniziative di partecipazione, da metà maggio si svolgeranno cinque settimane di Aktivismus camp (campo di attivismo), in collaborazione con diverse associazioni e movimenti sia ambientalisti che artistici (Extinction Rebellion, Fridays For Future Austria, Greenpeace, Artists For Future Austria…). Il mix è pensato per creare network e sinergie nuove tra artisti e attivisti del clima e dei diritti umani, che incontrano il pubblico e si confrontano in discussioni, workshop ed eventi, come spiega ancora Pathirana: “Per noi era chiaro fin dall’inizio che dovevamo permettere anche alle voci critiche e agli attivisti per il clima di dire la loro nella Klima Biennale, in modo da garantire una discussione credibile e seria sui cambiamenti sociali del nostro tempo. In molti luoghi del mondo le persone si stanno già battendo per una coesistenza sostenibile, democratica, socialmente ed ecologicamente giusta. Questo è incoraggiante. La strada verso una società che metta al centro la giustizia climatica e la solidarietà per tutti può essere percorsa solo insieme”.
Lo spirito della prima Klima Biennale di Vienna è, in sintesi, quello di fare rete tra i diversi attori del mondo dell’arte, della scienza, dell’attivismo, del pubblico, per rendere più reali, tangibili e concrete una serie di questioni estremamente complesse e urgenti legate alla crisi climatica e alla crisi del rapporto tra essere umani e natura. Il dibattito interdisciplinare alla base del programma cerca di trovare nuovi modi per condividere conoscenza e stimolare discussioni, grazie al potenziale dell’arte, finora ancora poco sfruttato per contribuire ad allargare la conoscenza e la consapevolezza sulla crisi del Pianeta.
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