Il Vietnam sequestra sette tonnellate di avorio giunte illegalmente dall’Angola
Maxi sequestro di avorio in Vietnam /Twitter
Maxi-sequestro di avorio in Vietnam: 7 tonnellate in arrivo dall’Angola, via Singapore, all’interno di container contenenti ufficialmente noccioline.
Maxi sequestro di avorio in Vietnam /Twitter
Maxi-sequestro di avorio in Vietnam: sette tonnellate provenienti dall’Angola.
Hanoi fa parte della Convenzione internazionale che ne vieta il commercio.
Gli elefanti africani, a causa del bracconaggio, sono considerati a rischio.
Le autorità doganali vietnamite hanno confiscato sette tonnellate di avorio spedite illegalmente via nave dall’Angola, in quello che si ritiene essere il più grande sequestro di prodotti della fauna selvatica in Vietnam negli ultimi 5 anni. Secondo Radio Free Asia, lunedì scorso i doganieri e la polizia di Hai Phong hanno rinvenuto l’avorio proveniente dalle zanne di elefante all’interno di alcuni container spediti dall’Angola via Singapore al porto di Nam Hai Dinh, una città nel nord-est del paese asiatico.
Customs authorities in Vietnam have confiscated 7 tons of ivory illegally shipped from Angola in what is believed to be the largest seizure of wildlife products in the country in years. https://t.co/ZsBHSfN55P
Secondo una fonte del dipartimento doganale di Hai Phong, i doganieri hanno individuato come sospetti, a causa di una errata compilazione della bolla di accompagnamento, tre container dichiarati ufficialmente per il trasporto di noccioline. Il carico era partito dall’Angola, uno dei paesi dove il traffico di avorio è più sviluppato, ma era stato fatto passare prima da Singapore proprio per destare meno sospetti ed eludere i controlli.
Elefanti, tigri, pangolini: un mercato nero florido
Il Vietnam è membro della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (Cites) che vieta il commercio internazionale di avorio. Stando al governo, “l’operazione ha dimostrato l’efficienza nella ricerca, nella raccolta delle informazioni e nell’identificazione degli atti criminali perpetrati dai trafficanti”. Il dipartimento generale delle dogane ha affermato che continuerà a coordinarsi con le forze competenti per verificare e chiarire la provenienza del carico e, soprattutto, il destinatario finale.
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Tuttavia, il traffico di animali selvatici rimane dilagante in Vietnam e in tutta la regione, Cina compresa. Lo fa sapere Radio Free Asia, spiegando che il contrabbando di avorio continua a essere quello più comune, seguito da quello di scaglie di pangolino (rimosse solo nel 2020 dall’elenco degli ingredienti consentiti per la medicina tradizionale cinese), corna di rinoceronte e ossa di tigre, utilizzate per amuleti, decorazioni e anch’esse per la medicina tradizionale in tutta la regione.
La maggior parte dell’avorio contrabbandato illegalmente nel sud-est asiatico finisce proprio nelle mani di acquirenti cinesi, generalmente più facoltosi. Questo avviene anche a causa di un’applicazione lassista delle leggi, sebbene Pechino abbia vietato ufficialmente la vendita di avorio di elefante alla fine del 2017.
Elefanti africani a rischio per l’avorio
Nel 2019, nello stesso porto di Hai Phong, le autorità avevano effettuato un sequestro ancora più ingente di quello dello scorso 20 marzo, incappando in una partita di 7,5 tonnellate tra avorio di elefante e squame di pangolino nascoste in barili d’acciaio all’interno di un container indirizzato a una società di logistica locale.
Insieme alla perdita di habitat dovuta alla crisi climatica, il bracconaggio dovuto in larga parte alla domanda di avorio è la principale causa della netta diminuzione della popolazione di elefanti africani, ora considerati ufficialmente a rischio estinzione. Appena mezzo secolo fa nel continente vivevano circa 1,5 milioni di elefanti, mentre il censimento del 2016 ne conta soltanto 415mila. Il bracconaggio inoltre è diventato ormai un fenomeno che coinvolge anche i gruppi terroristici e la criminalità organizzata, visti i lauti guadagni che derivano dai commerci illegali.
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