Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
Una corretta gestione dei vigneti favorisce la presenza di uccelli e farfalle
I vigneti possono essere scrigni di biodiversità, regalando benefici all’ecosistema. Bastano accorgimenti specifici nella loro gestione: vediamo quali.
- I vigneti possono essere sostenibili con l’aiuto di accorgimenti specifici.
- Sia le farfalle sia gli uccelli possono costituire un grande aiuto in quest’ottica.
- Lo dimostra un recente studio italiano.
Anche i vigneti possono – e devono – ridurre il proprio impatto sull’ambiente. A livello globale, l’intensificazione dell’agricoltura rappresenta una grave minaccia per la biodiversità e per gli ecosistemi e, in questo contesto, la viticoltura appare un settore particolarmente rilevante che apre un problema specifico e, per certi versi, pressante. Le superfici coltivate a vite, infatti, sono in costante incremento e la stragrande maggioranza dei vigneti è contraddistinta da un’intensità di gestione che generalmente lascia poco spazio a forme di vita diverse da quelle specifiche di questo tipo di coltivazione.
Una ricerca tutta italiana
Una ricerca pubblicata sul Journal of applied ecology, tuttavia, dimostra che si può andare in una direzione più rispettosa del territorio e degli esseri viventi che lo popolano. Lo studio è stato condotto da Mattia Brambilla, ricercatore in ecologia presso il dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università statale di Milano, e Francesco Gatti, entomologo presso la fondazione Lombardia per l’ambiente e associazione Iolas.
I vigneti e l’importanza della biodiversità
I ricercatori hanno preso in esame il territorio dell’Oltrepò pavese, una delle aree viticole più importanti dell’Italia settentrionale. In tre anni hanno valutato come una semplice misura gestionale, individuata sulla base dei risultati di ricerche precedenti, possa contribuire all’ambizioso e importante obiettivo di rendere i vigneti più ospitali per la biodiversità e più funzionali da un punto di vista dell’ecosistema locale, a beneficio anche della viticoltura stessa.
I benefici della gestione alternata
La gestione alternata implica il taglio dell’erba o la lavorazione del suolo (a seconda del sistema adottato dal viticoltore) in una interfila (lo spazio tra due file di viti) ogni due, anziché in tutte le file. Durante la sperimentazione, gli agricoltori tagliavano l’erba o lavoravano il terreno – attraverso fresatura o altre lavorazioni superficiali – a file alterne, per poi tagliare o lavorare le file precedentemente non trattate.
Come gruppi biologici di riferimento, proprio per la loro sensibilità alle variazioni ambientali, sono stati scelti uccelli e farfalle, che sono stati censiti lungo transetti lineari di 200 metri di lunghezza. Ed è stata proprio l’instaurarsi della gestione alternata che ha favorito l’abbondanza di uccelli insettivori (i volatili di questo tipo sono importanti per limitare specie potenzialmente dannose per le coltivazioni) e granivori (che contribuiscono a contenere le cosiddette “erbacce”), mentre ha mostrato un effetto più debole sulle specie che potrebbero eventualmente arrecare danni alla produzione, in quanto potenziali consumatrici di uva.
Una tecnica che favorisce l’ecosistema
La gestione alternata dell’interfila del vigneto, molto facile da adottare, può quindi contribuire ad aumentare rapidamente l’idoneità dei vigneti per la biodiversità. Al tempo stesso riesce a incrementare i servizi ecosistemici – “offerti” dagli uccelli e importanti anche per gli agricoltori – e l’attrattiva delle aziende per attività ricreative in natura, contribuendo così alla loro multifunzionalità.
“La gestione alternata può diventare parte di interventi e strategie per la biodiversità (tra cui quelle legate alla nuova Politica agricola comune), ma dovrebbe essere idealmente associata a concomitanti strategie a livello di paesaggio per massimizzarne i benefici e la portata. Mantenere o ricreate fasce arbustate e porzioni di prato, per esempio, è fondamentale per molte specie di uccelli e farfalle”, hanno spiegato gli autori dello studio.
E gli agricoltori? Cosa cambia per loro? I viticoltori coinvolti non hanno riportato effetti negativi dovuti alla gestione alternata. Al contrario, diversi di loro hanno notato un impatto positivo sulla percezione delle proprie aziende da parte dei consumatori, che si sono mostrati molto interessati alle iniziative per la biodiversità, illustrate da apposito materiale divulgativo messo a punto nell’ambito del progetto e spiegate attraverso incontri partecipativi organizzati dalla cooperativa Eliante con gli stakeholder locali. Un passo importante, quindi, per la biodiversità e per restituire all’ecosistema quello che ogni giorno l’opera dell’uomo toglie.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.
I “darkspot” ospitano il maggior numero di specie non ancora scoperte, dove indirizzare gli sforzi di conservazione secondo un nuovo studio.