Lo chef Vikas Khanna ha coordinato una rete di aiuti per dare cibo ai migranti in condizioni disperate a causa della quarantena in India. Una storia di solidarietà.
Vikas Khanna, nato in India, si è trasferito a New York vent’anni fa con il sogno di diventare chef, iniziando come lavapiatti e fattorino. Ora è uno chef famoso, ha cucinato per la famiglia Obama, ha condotto diversi show televisivi con Gordon Ramsay, ha scritto 25 libri e creato cene sontuose da 40mila dollari l’una. È stato capocuoco al Junoon, è stato lodato per il suo approccio creativo alla cucina indiana tradizionale e gli è stata riconosciuta una stella Michelin per sette anni consecutivi.
Quando gli effetti della quarantena in India hanno iniziato a farsi sentire, Khanna ha capito che doveva fare qualcosa per le milioni di persone rimaste senza lavoro e senza cibo. Voleva dimostrare che “la solidarietà esiste ancora”, quindi a inizio aprile ha pubblicato un appello sui social media chiedendo informazioni sulle persone più bisognose, le risposte sono state centinaia.
This is so heartwarming. A small message on Twitter could lead to a chain of joining hands and feeding tens of thousands across India. ❤️ Thank you All. @Twitter@TwitterIndiapic.twitter.com/BH5hroQfSo
Il lockdown per il coronavirus in India è iniziato il 25 marzo. Nel giro di poche ore centinaia di migliaia lavoratori migranti rimasti senza lavoro si sono riversati fuori dalle città per raggiungere i villaggi d’origine. Con la chiusura di moltissime attività in tutto lo stato un gran numero di persone (molte delle quali vivevano e mangiavano sul posto di lavoro) si sono ritrovate senza cibo o riparo. A causa del blocco dei trasporti queste persone hanno dovuto percorrere centinaia di chilometri a piedi. A decine sono morte durante questi viaggi, non di Covid-19 ma di fame.
Vikas Khanna, un uomo con una missione
Mia mamma vive da sola ad Amritsar e ho pensato: se avesse bisogno di aiuto e non ci fosse nessuno lì per lei?
Vikas Khanna
Ispirato dalle langar, le grandi cucine comunitarie dei Gurdwara, i luoghi di culto sikh, e aiutato dalle donazioni di cibo da parte di diverse compagnie in tutta l’India, Khanna ha creato 58 luoghi di distribuzione di cibo situati nei pressi dei benzinai negli stati dell’Uttar Pradesh e Bihar, rispettivamente nella parte settentrionale e orientale dell’India, per offrire pasti caldi ai lavoratori migranti in movimento. Il giorno prima di Eid, il giorno che celebra la fine del ramadan, il team dello chef ha donato a più di 200mila persone a Mumbai dei “kit festivi” con riso, lenticchie, farina, frutta, verdura, tè, caffè, spezie, zucchero, pasta, olio e frutta secca.
#FeedIndia
L’iniziativa di Khanna #FeedIndia ha raggiunto un nuovo traguardo. Dopo aver distribuito sette milioni di pasti a maggio, a giugno è riuscito a distribuirne 17 milioni. L’iniziativa ha avuto luogo in 125 città con l’aiuto del National disaster relief force, un ente ufficiale che si occupa della risposta ai disastri e grazie anche al sostegno di varie organizzazioni sul territorio. Gli aiuti non sono solo indirizzati ai lavoratori migranti, ma anche alla comunità transgender, ai pazienti affetti da lebbra, ai residenti in case di riposo e agli orfanotrofi. Khanna ha scritto di puntare a distribuire due milioni di pasti in un giorno alla comunità transgender, ai diversamente abili, ai lavoratori e le lavoratrici del sesso e ai pazienti affetti da Aids e Hiv.
We are ready to #FeedIndia – Stations, Bus Stops, Fuel Stations, Highways, OldAge Homes, Leprosy Centres, Orphanages, Comminity Centres. pic.twitter.com/9aTjHKuryp
"मैं अकेला ही चला था…और कारवां बनता गया" I started alone..and the tribe kept growing#FeedIndia was a humble thought to get food to Old-Age Homes,Orphanages & Leprosy Centers. 1st person to join was @ayushg89 from @IndiaGateFoods Salute their generosity towards feeding India.🙏🏼 pic.twitter.com/qz6MHVxRVP
Ha anche twittato di avere una “bella sorpresa” per un bambino di undici anni che durante il lockdown aveva pedalato per nove giorni da Varanasi al villaggio Araria, percorrendo oltre 600 chilometri, tirandosi dietro un carrello per trasportare i suoi genitori (la madre è cieca e il padre aveva una gamba rotta).
My GrandMa used to tell us about the legend of Shravan Kumar and his love-respect for parents. But for the last 2 months, as we served so many abandoned parents homes, it broke my heart everyday. And then 11-year old Tabaarak's spirit restored my faith. pic.twitter.com/XFaEmbejIx
Infine, quando le ferrovie indiane hanno iniziato a fornire dei treni per far tornare gli Shramik (i lavoratori) nei loro villaggi, provvedimento preso in seguito a una sentenza della Corte suprema che ordina al governo di assicurare un ritorno sicuro nei villaggi, anche in questa occasione Khanna non ha abbandonato i lavoratori. Circa ottanta persone sono morte in questi treni, e secondo un ufficiale delle ferrovie locali le cause sono calore, sfinimento e sete. Rendendosi conto della situazione Khanna ha iniziato un’iniziativa per dare da mangiare anche ai passeggeri.
Sanjay ji. Thank you to your team for serving with so much dignity. “guests” ❤️❤️❤️ https://t.co/ZF8Fdw0DBJ
Vikas Khanna, mago del regno culinario, afferma che nulla può eguagliare la sensazione di aver nutrito le persone bisognose durante questa crisi senza precedenti. È “un’esperienza che va oltre ogni possibile risultato personale”. Non rimane che augurargli buona fortuna per il suo percorso solidale e sperare che i migranti indiani possano non solo sopravvivere a questa pandemia, ma emergerne con dignità e rispetto.
In Africa solo 15 stati hanno vaccinato il 10 per cento della popolazione entro settembre, centrando l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
I cani sarebbero più affidabili e veloci dei test rapidi per individuare la Covid-19 nel nostro organismo. E il loro aiuto è decisamente più economico.
L’accesso ai vaccini in Africa resta difficile così come la distribuzione. Il continente rappresenta solo l’1 per cento delle dosi somministrate nel mondo.
La sospensione dei brevetti permetterebbe a tutte le industrie di produrre i vaccini, ma serve l’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio.