Coucouron è un comune francese situato nel dipartimento dell’Ardèche, nella regione Auvergne-Rhône-Alpes. I suoi 800 abitanti vivono su un altopiano a 1.139 metri d’altitudine, e da mesi assistono a un andirivieni ininterrotto di un camion che fa la spola tra il centro del villaggio e i comuni limitrofi. Un mezzo salvifico, perché trasporta acqua.
« Je charge, je vide, je charge, je vide. De 6 heures à 18 h » : à Coucouron, la valse devait durer le temps d’un été. Mais elle n’a jamais cessé. Depuis huit mois, ce village ardéchois, doit être approvisionné en eau par camion-citerne | ✍️ @angelabolishttps://t.co/bBlevtWcJj
È dalle ondate di caldo eccezionali dello scorso anno, infatti, che i rubinetti delle case di Coucouron sono a secco. Dal mese di luglio, in particolare: “Qualcosa di mai visto”, racconta Jacques Genest, sindaco da ormai una trentina di anni. A provocare la totale mancanza di acqua nel paese è stato il caldo unito alle scarsissime precipitazioni. Una situazione che non è cambiata neppure in autunno e in inverno.
Il quotidiano Le Monde ha pubblicato un reportage per raccontare il caso di Coucouron: oggi straordinario ma che domani potrebbe diventare la normalità per via dei cambiamenti climatici, che provocheranno un aumento dell’intensità e della frequenza delle ondate di siccità.
Florence Habets, hydroclimatologue : « Cette sécheresse doit nous rappeler l’urgence de modifier profondément notre trajectoire » https://t.co/FF2MJhYYlr
Il camion-cisterna che sta garantendo acqua al villaggio dell’Ardèche è guidato da Alexis Delcour, di professione muratore e camionista improvvisato. “Carico e scarico, carico e scarico. Ininterrottamente, dalle 6 di mattina alle 18”, racconta al giornale transalpino. L’acqua proviene dalle riserve di paesi vicini che hanno accettato di aiutare Coucouron.
Il flusso d’acqua della principale fonte è calato del 94 per cento
La principale fonte dalla quale quest’ultimo si approvvigionava, la Villeverte, è d’altra parte passata da un flusso di 216 metri cubi ai 14 attuali, con un calo del 94 per cento. Le altre due disponibili, quella di Dovesse e di Combarnal, hanno perso rispettivamente il 67 e il 58 per cento. Nel frattempo, il comune sta ragionando sulla possibilità di collegarsi ad un’ulteriore fonte, situata però a sette chilometri di distanza: “Tutto ciò – sottolinea Genest – rappresenta un costo enorme per un comune di 800 abitanti come il nostro. E cosa succederà se anche questa fonte poi dovesse ritrovarsi a secco?”.
“Non piove più come un tempo, il clima cambia”, osserva un contadino. Nella sua stalla ha 120 mucche da latte, che bevono 100 litri di acqua al giorno. Solo per loro serve un “giro” del camion cisterna, che trasporta 12mila litri.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.