Chi è Bola Tinubu, il vincitore delle travagliate elezioni in Nigeria

Il candidato di governo è il vincitore delle elezioni in Nigeria. Ma il risultato di Tinubu, “il padrino di Lagos”, è stato contestato dalle opposizioni.

Bola Ahmed Tinubu è stato proclamato vincitore delle elezioni in Nigeria. L’annuncio della vittoria del candidato del Congresso di tutti i progressisti, il partito di governo, è arrivato nel bel mezzo delle contestazioni dell’opposizione legate allo svolgimento delle elezioni, che si sono tenute sabato 25 febbraio. I problemi organizzativi e l’assalto ad alcuni seggi elettorali nel giorno del voto hanno alimentato l’ipotesi di brogli, sostenuta a gran voce dai principali avversari di Tinubu, che ieri erano arrivati a chiedere l’annullamento dei risultati. A seguito dell’annuncio dei risultati, Tinubu si è rivolto ai suoi avversari invitandoli a collaborare – “La Nigeria è l’unico paese che abbiamo”, ha detto – ma il suo appello non ha al momento trovato risposta.

Cosa è successo alle controverse elezioni in Nigeria

Bola Tinubu ha vinto le presidenziali con il 37 per cento dei voti. Alle sue spalle si è piazzato con il 29 per cento Atiku Abubakar, leader del Partito democratico popolare e storico volto dell’opposizione nel panorama politico nigeriano. Non è riuscito nell’impresa paventata da alcuni analisti il laburista Peter Obi, considerato l’outsider potenzialmente letale grazie al sostegno dell’elettorato più giovane, che però si è fermato al 25 per cento delle preferenze e all’ottimo risultato – peraltro annunciato – di Lagos, capitale economica del paese. Obi, presentato come colui che avrebbe dato la spallata al sistema tradizionalmente bipartitico del paese, non è riuscito a mobilitare i delusi. Lo conferma il dato sull’affluenza diffuso dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec), precipitata al 27 per cento contro il 35 del 2019, il dato peggiore di sempre. Tinubu ha primeggiato soprattutto nel sudovest, sua regione d’origine.

Ma la giornata del 28 febbraio è stata contraddistinta dalla richiesta di annullamento e ripetizione del voto avanzata proprio dai partiti di opposizione. In una conferenza stampa congiunta ad Abuja i rappresentanti del Partito democratico popolare, del Partito laburista e del Congresso democratico africano avevano definito i risultati provvisori diffusi dall’organismo elettorale come “pesantemente falsificati e manipolati“. Molte delle contestazioni erano rivolte all’Inec, la cui gestione aveva mostrato non poche falle sin dalle prime fasi. Quest’anno le elezioni si sono avvalse di un nuovo sistema per la registrazione del voto, che avrebbe dovuto permettere ai quasi 180mila seggi sparsi per il paese di caricare in poco tempo i risultati elettorali.

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La fila per ritirare le nuove banconote emesse dalla banca nigeriana fuori da una filiale bancaria © Benson Ibeabuchi/Getty Images

La stessa Inec, alla vigilia del voto, aveva garantito che questa tornata elettorale sarebbe stata più trasparente e veloce del previsto. Basti pensare che, dopo le chiamate alle urne degli ultimi anni, i nigeriani hanno sempre dovuto aspettare tre o quattro giorni prima di conoscere i risultati, un lasso di tempo infinitamente lungo e potenzialmente permeabile a manipolazioni. Dubbi ulteriori si erano insinuati dopo la notizia dell’assalto a un seggio elettorale di Lagos, dove alcuni uomini hanno sparato in aria e terrorizzato i votanti prima di sottrarre le urne elettorali. L’opposizione ha quindi chiesto un cambio di vertice alla guida dell’Inec – ente di natura indipendente ma la cui gestione ha lasciato molti dubbi sulla sua effettiva autonomia dal governo – e nuove elezioni: “Ci appelliamo alla comunità internazionale affinché prenda atto che i risultati dichiarati dal Centro nazionale di raccolta sono stati pesantemente falsificati e manipolati e non riflettono la volontà dei nigeriani espressa alle urne il 25 febbraio 2023”, hanno dichiarato ieri pomeriggio. Una richiesta respinta dallo stesso ente garante, che ha definito i risultati arrivati dai Stati come indice di un processo libero ed equo.

Chi è Bola Tinubu, delfino di Buhari e “padrino di Lagos”

Bola Tinubu, 70 anni, è considerato tra i politici più ricchi della Nigeria. Ha contribuito enormemente all’ascesa della città di Lagos, megalopoli diventata il centro economico e finanziario del paese, nonché quello che attira i maggior investimenti. Bola Tinubu inizia a lavorare dapprima per Mobil Oil Nigeria, azienda petrolifera controllata da Exxon. Viene eletto governatore dello stato di Lagos nel 1999, carica che manterrà fino al 2007. Nel frattempo, ha contribuito all’esplosione demografica di Lagos, mettendo la sua firma sulla costruzione di importanti infrastrutture come strade e unità abitative per la popolazione meno abbiente.

Il massiccio coinvolgimento di Tinubu negli affari dello Stato lo ha consacrato al pubblico nigeriano come “il padrino di Lagos“, definizione che l’ha posto al centro di un documentario – The Lion of Bourdillon – che è costato ai produttori una causa per diffamazione. Il suo nome è stato affiancato a più riprese a numerosi casi di corruzione, tema che rappresenta uno dei principali problemi della politica nigeriana. Proprio negli anni dello sviluppo di Lagos, l’amministrazione di Tinubu è stata accusata di aver favorito persone a lui vicine, distribuendo appalti in modo arbitrario. Accusa che, tuttavia, non gli hanno impedito di vincere le primarie del Congresso di tutti progressisti con l’appoggio del presidente uscente Muhammadu Buahri, peraltro non estraneo a simili accuse.

Durante la campagna elettorale, Bola Tinubu ha promesso a più riprese di risollevare la Nigeria fiaccata economicamente – tra il 2015 e il 2019, infatti, il reddito medio pro-capite è passato da 5.400 a 4.900 dollari, con un aumento della povertà assoluta – e lacerata da divisioni sociali e religiose che hanno aumentato il senso di insicurezza della popolazione. D’altra parte, però, la vittoria di Tinubu sarà letta dagli insoddisfatti come la prosecuzione naturale degli otto anni di Buhari – apparso al suo fianco fino a poche ore prima del voto – ritenuto il maggior responsabile della crisi generale del paese.

Nigeria
Vista aerea del porto di Lagos, Nigeria © Frédéric Soltan/Corbis via Getty Images

Come finiranno queste elezioni?

Saputo l’esito delle elezioni, Bola Tinubu ha invitato i suoi avversari alla riconciliazione: “Colgo l’occasione per fare un appello ai miei compagni di corsa affinché facciano squadra insieme. È l’unica nazione che abbiamo. È un solo Paese e dobbiamo costruirlo insieme”, ha detto in un discorso televisivo alla nazione. Per ora la situazione politica resta in divenire, e ancora non è chiaro se le proteste dell’opposizione si placheranno progressivamente ora che il vincitore è stato annunciato. Fintanto che l’insoddisfazione degli elettori, peraltro pochissimi, non si tramuterà in risentimento di piazza, è probabile che le rivendicazioni di Abubakar e Obi dovranno trovare una ragion d’essere in ambito giudiziario. L’opposizione ha la facoltà di fare ricorso entro circa tre settimane dall’annuncio del vincitore, ma dovrà portare prove tangibili dell’irregolarità del processo elettorale.

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