Nel 2023 sono state uccise 85mila donne nel mondo: nel 60 per cento dei casi, il colpevole era il partner o un membro della famiglia.
La Nuova Zelanda dà più tempo alle vittime di violenza domestica
10 giorni di congedo retribuito extra all’anno alle vittime di violenza domestica. Succede in Nuova Zelanda dove ogni 5 minuti la polizia interviene per dare protezione.
Il parlamento della Nuova Zelanda ha approvato una legge che prevede un congedo retribuito per le vittime di violenza domestica. Il provvedimento, approvato con 63 voti a favore e 57 contrari, stabilisce dieci giorni extra di congedo lavorativo retribuito all’anno per chi ha subito abusi o violenze domestiche. L’obiettivo è garantire alle vittime più tempo a disposizione, senza preoccupazioni di sorta dal punto di vista lavorativo, per seguire gli aspetti legali del loro caso, o per trasferirsi in un’abitazione diversa, lontano dal carnefice.
Più serenità per le vittime
Questo provvedimento potrà aiutare le vittime a porre fine alla violenza e “chiedere aiuto senza preoccuparsi di perdere il lavoro”, secondo Jan Logie, deputata dei Verdi che ha proposto il disegno di legge, permettendo alle autorità di intervenire in modo più tempestivo e prevenire così le conseguenze più gravi della violenza domestica.
New Zealand joins the Philippines as the only 2 countries in the world with legislation granting victims of domestic violence paid leave https://t.co/4wSMT82ezo
— The New York Times (@nytimes) 26 luglio 2018
Il precedente delle Filippine
La Nuova Zelanda è il secondo stato, dopo le Filippine, a varare un provvedimento del genere (una legge del 2004 che garantisce alle vittime dieci giorni annui di congedo pagato), anche se diverse province canadesi prevedono possibilità analoghe per chi ha subito violenza tra le mura di casa. La legge neozelandese entrerà in vigore a partire dal prossimo aprile e prevede anche la possibilità di chiedere al datore di lavoro accordi che vadano nella direzione di una maggiore flessibilità. A parte questo, il voto del parlamento ha reso esplicitamente illegale la discriminazione ai danni di chi ha subito violenza domestica.
Violenza domestica: 32 vittime all’anno in Nuova Zelanda
Si tratta di un problema particolarmente sentito nel paese oceanico: ogni anno, 32 neozelandesi (tra uomini, donne e bambini) perdono la vita per atti di violenza in quel luogo chiamato “casa”, e la polizia deve intervenire in media ogni cinque minuti e mezzo per offrire aiuto a una vittima. Secondo stime governative, la violenza domestica costa ai neozelandesi tra i 4 e i 7 miliardi di dollari all’anno.
“Più facile rifarsi una vita”
La nuova legge è stata accolta con grande favore da diversi gruppi che lottano contro la violenza in tutto il mondo, compreso il Women’s Aid, associazione con sede nel Regno Unito, che ha dichiarato l’intenzione di promuovere un provvedimento simile anche al parlamento di Londra. Secondo l’associazione britannica, il provvedimento potrebbe dare più fiducia alle donne vittime di abuso, infondendo loro il coraggio necessario per denunciare la violenza domestica subita, smettere di condividere la casa con il loro carnefice e rifarsi una vita.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Con una sentenza storica, la Cassazione conferma la condanna per il comandante italiano che ha consegnato 101 migranti alla Libia.
Numerose ong hanno sottolineato la situazione drammatica della popolazione palestinese a Gaza, chiedendo a Israele di rispettare il diritto umanitario.
La Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere e la violenza domestica compie 10 anni. Cos’è, quali paesi ne fanno parte e che futuro ha.
Vida Diba, mente di Radical voice, ci parla della genesi della mostra che, grazie all’arte, racconta cosa significhi davvero la libertà. Ed esserne prive.
L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
Amnesty International ha pubblicato un manifesto elettorale in 10 punti rivolto ai partiti italiani: “I diritti umani non sono mai controversi”.
Si tratta di Zahra Seddiqi Hamedani ed Elham Choubdar colpevoli, secondo un tribunale, di aver promosso la “diffusione della corruzione sulla terra”.
Dal 2 al 4 settembre Emergency ricorderà che la pace è una scelta realmente perseguibile a partire dalla conoscenza e dalla pratica dei diritti umani.