Violenza contro le donne, l’Italia nel 2021 fa un passo indietro
Femminicidi di nuovo in aumento nel 2020 @GettyImages/Mario Tama
Nel 2021 in Italia sono state uccise già 109 donne: quasi tutti casi di femminicidio. Si inverte un trend che vedeva in calo la violenza contro le donne.
Femminicidi di nuovo in aumento nel 2020 @GettyImages/Mario Tama
Il messaggio più sentito e più curioso, forse, è arrivato dai florovivaisti: “È inutile regalare fiori,se poi non si amano veramente le donne, se non si rispettano. Abbiamo il desiderio di vedere un Paese migliore, in cui le donne non devono temere la violenza cieca e aberrante di chi spesso è stato compagno di vita”.
Un desiderio che è ancora ben lungi dal vedersi realizzato: nonostante le promesse di inizio pandemia di “uscirne migliori”, l’Italia nell’ultimo biennio è andata peggiorando almeno per quanto riguarda il reato di femminicidio. I dati più recenti, pubblicati in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della la violenza contro le donne, parlano chiaro.
Secondo l’ultimo report della Direzione centrale della polizia criminale, su un totale di 263 omicidi volontari compiuti in Italia dal 1 gennaio al 21 novembre 2021, 109 hanno come vittima una donna. Ma il dato che più risalta è che, di questi, 93, dunque circa il 90 per cento, sono avvenuti in ambito familiare-affettivo e, in particolare, 63 per mano del partner o dell’ex partner. Vale a dire: femminicidio, uccisione di una donna per vendetta o per senso di possesso, uccisione di una donna in quanto tale. Il sito femmicinidioitalia.info prova a restituire una dignità a ciascuna di loro, tenendo aggiornato (purtroppo) quotidianamente l’elenco delle vittime, con nome e cognome.
Numeri altissimi in assoluto, ma soprattutto in termini relativi: dopo alcuni anni che avevano segnato un trend in diminuzione, i dati del 2021 mostrano un aumento consistente delle vittime di genere femminile (+8 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2020, e così anche per i delitti commessi in ambito familiare e/o affettivo che passano da 130 a 136 (+5 per cento). Anche in questo caso è significativo l’aumento delle vittime donne (+7 per cento), e tra queste quelle uccise per mano del partner o dell’ex partner (+7 per cento).
I nuovi reati emersi con il Codice rosso
Poco più di due anni fa entrava in vigore il Codice rosso, che ha introdotto nuove fattispecie di reato e perfezionato meccanismi di tutela delle vittime di violenza di genere: nonostante questo sono aumentate del 10 per cento le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e dei divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (da 1.584 a 1.740).
Perfino le denunce per costrizioni o induzioni al matrimonio, pratiche che sembrerebbero poter essere ricondotte al passato o ad altri continenti, sono incredibilmente aumentate (+143 per cento, da 7 a 17). Si tratta di un fenomeno che riguarda nell’86 per cento dei casi donne, di cui il 68 per cento di nazionalità straniera.
Emersione, denuncia ed educazione
L’unica speranza è che, grazie a una conoscenza progressivamente migliore delle nuove norme e una maggiore propensione alla denuncia, i dati siano influenzati da una più forte emersione delle violenze e dei reati, e non solo da un effettivo aumento numerico.
“Bisogna investire sulla prevenzione, formare le nuove generazioni, già dai primi banchi di scuola, all’educazione e al rispetto della parità di genere” concludevano i fioristi nel loro messaggio: tra tante proposte di legge fatte negli anni per contrastare la violenza contro le donne, ne sta arrivando una per introdurre l‘insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e nei corsi di studio universitari: due ore di lezione al mese con esperti di settori più disparati, dalla psicologia alla sessuologia passando per l’ostetricia. “Noi – dice Stefania Ascari, che ha presentato il testo . dobbiamo educare ad avere relazioni positive, insegnare anche a litigare nel modo corretto, far comprendere quali sono gli aspetti dell’affettività dei comportamenti corretti. Questo aiuta anche nella prevenzione della violenza”.
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