È stata una lunga battaglia quella per l’abolizione della pena di morte che per anni i democratici della Virginia, uno dei cinquanta stati confederati degli Stati Uniti, hanno portato avanti in una delle – ormai ex – roccaforti repubblicane. Dopo che, a febbraio 2021, sia il Senato sia la Camera dei rappresentanti dello stato avevano votato per l’abolizione della pena di morte, la pratica è stata effettivamente vietata il 24 marzo 2021 a seguito della firma del governatore democratico Ralph Northam.
La Virginia lancerà la “volata” contro la pena di morte nel sud degli States?
Il 24 marzo il governatore democratico Ralph Northam da Richomond, già capitale della Confederazione sudista, si è recato nella contea di Greensville, dove sorge il penitenziario di Jarratt, all’interno del quale 102 persone sono state condannate a morte. Proprio lì ha messo la parola fine alle esecuzioni, firmando la legge che abolisce la pena capitale in Virginia. Quest’ultima diventa così il 23esimo stato, ma il primo del sud, a bandire questa pratica, mentre in altri tre stati dell’ex Confederazione sudista sono in vigore delle moratorie.
In Virginia, tra i fondatori degli Stati Uniti d’America nel 1776, sono avvenute 1.400 esecuzioni. Dal 1976 la Corte suprema ha reintegrato la pena di morte nell’ordinamento statale, e nel 1988 a livello federale; ammontano a 113 le persone che sono state uccise dal boia di stato, un triste primato superato solo dal Texas.
Virginia has now become the 23rd state to abolish the death penalty, with Gov. Ralph Northam citing inequalities in criminal justice: “We can’t sentence people to the ultimate punishment knowing that this system doesn’t work the same for everyone.” pic.twitter.com/hH7T5uBVoy
In Virginia la pena di morte era di tipo “razziale”
Oggi solo due uomini rimarranno nel cosiddetto “braccio della morte”, ma le loro sentenze e condanne saranno commutare in ergastolo senza condizionale. “Non c’è posto per la pena di morte nel sud, ma in generale credo in tutta questa nostra nazione”, ha dichiarato il governatore della Virginia, secondo il quale la pena di morte è stata applicata in modo sproporzionato e discriminatorio, perché usata molto spesso in modo razzista contro persone di colore.
Ciò è facilmente rintracciabile nel fatto che per quanto riguarda gli “assassinii di stato” in Virginia, nel Ventesimo secolo, 296 condannati su 377 erano afroamericani. Ma la pena capitale veniva impiegata, secondo gli oppositori, anche contro chi era portatore di un handicap mentale o addirittura di bassa estrazione sociale, anche a causa di un sistema giudiziario difettoso e di stampo ottocentesco.
“E a dimostrarlo – ha ricordato Ralph Northam – sono i 170 detenuti, in 48 anni, rilasciati dal braccio della morte dopo che molte prove della loro innocenza erano state portate nelle aule dello stato”. Come il caso di Earl Washington Jr che, dopo aver scontato 17 anni di prigione, è stato scagionato nel 2000 – a soli nove giorni dall’esecuzione – perché riconosciuto non colpevole.
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