I dati emersi dall’ultimo rapporto Ismea, l’ente pubblico che analizza il mercato agro-alimentare, ci obbligano a riflettere sul costo del cibo e su come buona parte del prezzo pagato non arrivi agli agricoltori.
Vitamine cucinate, vitamine perdute
Anche l’attenta osservanza di una dieta bilanciata ricca di frutta, verdura e cereali può non essere sufficiente a coprire i fabbisogni giornalieri di micronutrienti (vitamine, sali minerali, oligoelementi) se si consumano troppi cibi precotti, confezionati, surgelati o conservati. La sogliola alla griglia perde l’82% di acido folico, l’85% di vitamina A e il 18% del
Anche l’attenta osservanza di una dieta bilanciata ricca di frutta,
verdura e cereali può non essere sufficiente a coprire i
fabbisogni giornalieri di micronutrienti (vitamine, sali minerali,
oligoelementi) se si consumano troppi cibi precotti, confezionati,
surgelati o conservati.
La sogliola alla griglia perde l’82% di acido folico, l’85% di
vitamina A e il 18% del potassio, per non parlare delle perdite di
vitamina PP e B6 che sfiorano il 40%. Anche il vecchio e sano
minestrone dopo la cottura si ritrova a mal partito: perde il 35%
delle fibre, il 58% della B6 e la vitamina C sparisce
completamente.
E questi sono solo degli esempi. Anche preparare i cibi con troppo
anticipo è sbagliato. La frutta fresca per esempio si
è rivelata sensibilissima al fattore tempo. Una macedonia di
frutta dopo solo quattro ore dalla preparazione può perdere
quasi completamente il contenuto di vitamine B1, B2 e acido folico,
fino al 49% di vitamina C e fino al 39% di vitamina PP.
Per evitare carenze, le regole sono:
1) ridurre i tempi di cottura, anche per rendere i cibi più
gustosi e digeribili; 2) preparare frutta e verdura cruda subito
prima di consumarle.
Nicoletta Morabito
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