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Un nuovo studio sostiene che la vicinanza delle foreste garantisce ai bambini dei paesi in via di sviluppo una dieta più ricca e variegata.
La nostra specie, che tra le fronde degli alberi ha mosso i primi passi, non può fare a meno delle foreste. Circa 1,6 miliardi di persone, infatti, dipendono dalle foreste per la sussistenza, ma non solo, le aree verdi sono fondamentali per il nostro benessere psicofisico. Una ricerca del 2015 ha spiegato che passeggiare a contatto con la natura ha un effetto rigenerante sul cervello e aumenta i livelli di attenzione, mentre secondo uno studio pubblicato lo scorso anno le persone che vivono vicino ad alberi e aree verdi avrebbero meno probabilità di essere obese, inattive, o dipendenti da antidepressivi. La vitale importanza dei polmoni verdi è stata confermata da un nuovo studio, secondo il quale i bambini dei paesi in via di sviluppo che vivono vicino alle foreste hanno un’alimentazione migliore di quelli che vivono nei centri urbani.
Lo studio, pubblicato su Science Advances e condotto da un gruppo di ricercatori dell’università del Vermont, ha analizzato 27 nazioni in via di sviluppo suddivise in quattro continenti. Gli scienziati hanno scoperto che i bambini che abitano in prossimità di zone boscose godono di un’alimentazione di almeno il 25 per cento più variegata rispetto ai coetanei che vivono lontani dalle foreste.
La carenza di micronutrienti, ovvero le vitamine (A, B, C, D, E, K), i minerali (calcio e fosforo) e gli oligoelementi (ferro, zinco, selenio e manganese), che migliorano il valore nutritivo degli alimenti e incidono profondamente sullo sviluppo dei bambini, affligge circa un terzo della popolazione mondiale. I bambini nei paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili a questa carenza, le cui conseguenze includono uno sviluppo cognitivo e fisico compromesso e una maggiore mortalità infantile.
Lo studio statunitense evidenzia l’importanza delle foreste per alleviare la carenza di micronutrienti e aumentare la diversità alimentare, offrendo un ulteriore importante motivo per intensificare gli sforzi di conservazione delle foreste. “I dati raccolti mostrano che le foreste migliorano l’alimentazione delle persone”, ha dichiarato l’autore principale della ricerca, Ranaivo Rasolofoson.
Per realizzare lo studio i ricercatori hanno raccolto informazioni sulla dieta dei bambini di età inferiore ai cinque anni appartenenti a 43mila famiglie sparse tra Nepal, Bangladesh, Cambogia, Filippine, Caraibi, Sud America, Africa sub-sahariana e Europa orientale. I bambini che vivono vicino alle foreste, come detto, hanno una dieta più eterogenea, anche per merito degli animali impollinatori, fondamentali per la produzione di frutta e verdura. Le famiglie che abitano nei pressi delle aree verdi hanno inoltre accesso al legname e ad altri prodotti forestali in grado di generare reddito che può essere utilizzato per acquistare alimenti.
I benefici offerti dalle foreste impongono a governi e amministrazioni una crescente attenzione verso la loro tutela. Per fortuna è in corso un’inversione di tendenza e la superficie alberata mondiale è in crescita. Dal 1982 al 2016, come dimostrato da uno studio dell’università del Maryland, la superficie di suolo coperto da alberi è aumentata del 7,1 per cento. Il “merito” di questo trend è dovuto sia allo spopolamento di molte aree montane e pedemontane e all’abbandono delle colture nei paesi temperati di America, Europa e Asia, che a importanti progetti di riforestazione, come quello in corso in Cina. Il rovescio della medaglia però riguarda le foreste tropicali, quelle più ricche di biodiversità, la cui superficie è in costante calo a causa della deforestazione e del sovrasfruttamento.
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