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Gli scatti di Vivian Maier a Monza dopo Milano e Nuoro. Fino all’8 gennaio la mostra della sorprendente bambinaia fotografa diventata famosa a sua insaputa. Un genio della street photography.
Vivian Maier a Monza: continuano a girare l’Italia e sono ora esposte nella cittadina lombarda le fotografie della street photographer dalla vita misteriosa. Grazie a più di cento fotografie – in maggior parte mai esposte prima in Italia – in bianco e nero e a colori, oltre che da pellicole super 8 mm, il percorso espositivo descrive Vivian Maier da vicino, lasciando che siano le opere stesse a sottolineare gli aspetti più intimi e personali della sua produzione.
Dopo il grande successo dell’esposizione al Man, il museo d’Arte della provincia di Nuoro, e al Forma di Milano, gli scatti della fotografa che ha stregato molti saranno all’Arengario di Monza fino all’8 gennaio.
Perché piacciono tanto le fotografie di questa bizzarra e misteriosa bambinaia? Molti attribuiscono il grande successo di Vivian Maier alla sua modernità. Gli attimi, le situazioni e i volti colti dalla sua macchina fotografica hanno quella velocità, immediatezza e curiosità propria dei moderni metodi di diffusione fotografica, come i social. E questo, forse, stupisce e fa sentire più vicina la sua opera.
L’altro aspetto che attrae è quell’alone di mistero che accompagna quest’artista, di cui si sa poco. Nata a New York nel 1926, figlia di una francese e di un austriaco, lavora per lungo tempo nella Grande Mela e a Chicago come bambinaia, viaggiando molto anche. Sembra essere attratta dalla fotografia già in giovanissima età e coltiva senza sosta questa passione durante tutta la sua vita. Il suo piccolo bagno diventa così una camera oscura e insieme un archivio di tutti i giornali, quotidiani e documenti che Maier era solita conservare. Le sue passeggiate al parco e in città con i suoi bambini sono l’occasione per cogliere scene, espressioni e istanti di giornate qualunque ma non per questo meno speciali.
La maggior parte della produzione è in bianco e nero, tanti i bambini, gli autoritratti della stessa fotografa in pozzanghere, vetrine, finestrini d’auto, specchi. Foto buffe talvolta, altre malinconiche ma tutte molto naturali e autentiche. Grazie a Finding Vivian Maier, il film documentario girato da John Maloof e Charlie Siskel, la storia, l’arte e le manie della fotografa bambinaia arrivano a tutti e incuriosiscono. Paradossalmente, tanto è stato difficile rimettere insieme gli oltre 100.000 scatti della Maier, tanto è stato immediato e spontaneo il successo della sua opera.
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Per visitare Vivian Maier. Nelle sue mani l’appuntamento è all’Arengario di Monza, la mostra sarà aperta fino all’8 gennaio, da martedì a venerdì: 10.00-13.00 / 14.00-19.00, sabato, domenica e festivi: 10.00-20.00. Lunedì chiuso. 9 euro il biglietto.
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