Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Volkswagen, per lo sviluppo della mobilità elettrica batterie efficienti e una piattaforma modulare
Volkswagen punta su batterie efficienti e una piattaforma specifica per l’elettrico, utilizzabile per modelli di auto diversi, per migliorare l’efficienza e abbassare i costi dell’e-mobility.
Le batterie come elemento centrale: la loro capacità e la loro efficienza determinano le caratteristiche delle auto elettriche. Poi però, per ridurre i costi e migliorare l’efficienza produttiva, servono nuove strategie industriali, come la piattaforma modulare che il Gruppo Volkswagen ha sviluppato specificatamente per l’elettrico. Insomma, perché la mobilità elettrica diventi davvero un’alternativa ai modelli di auto a benzina o diesel, l’industria dovrà fare notevoli sforzi per fare in modo che l’utente finale non debba “pagare” né costi più elevati, né limitazioni nell’utilizzo quotidiano. In altre parole, servono auto elettriche che abbiano un’autonomia capace di coprire la maggior parte delle esigenze, circa fra 300 e 500 chilometri, in vendita a prezzi accessibili. In pratica serve un’offerta “su misura”, dove l’utente possa scegliere la sua auto elettrica optando per batterie di varie capacità, con prezzo e autonomia capaci di adattarsi a un pubblico sempre più vasto.
Gruppo Volkswagen, una piattaforma modulare per l’elettrico
In Volkswagen la chiamano piattaforma MEB ed è stata sviluppata esclusivamente per i futuri modelli elettrici, dalle compatte ai Suv. In pratica si tratta di un’architettura condivisa che consente di alloggiare batterie di diverse dimensioni e potenza, anche su uno stesso modello di auto. Questo tipo di standardizzazione permette di produrre batterie in modo assolutamente flessibile, spiegano in Volkswagen, dove garantiscono per i loro imminenti modelli elettrici, come la ID.3, un’efficienza residua di almeno il 70 per cento dopo otto anni o 160mila chilometri.
Un’auto elettrica come uno smartphone?
Non proprio. Però le analogie non mancano. Così come per gli smartphone, il comportamento degli utenti ha un peso nel determinare la durata della batteria e per il Gruppo Volkswagen ci sono due aspetti da sottolineare: in generale la ricarica normale ‘stressa’ di meno la batteria rispetto a quella veloce e ne allunga la vita, così come ricaricare solo fino all’80 per cento della capacità massima. Insomma, chi sta pensando a un’auto elettrica, potrà allungarne la vita delle batterie con semplici gesti come la ricarica: con un’autonomia fra 300 e 500 chilometri, nella maggior parte dei casi non serve ricaricare completamente la batteria per coprire gli spostamenti quotidiani. Secondo le stime Volkswagen, circa la metà delle operazioni di ricarica verrà effettuata da casa, e solo il 20 per cento dal luogo di lavoro. Per questo chi acquista un’auto elettrica è sempre più interessato a una wall box, ossia a quei sistemi di ricarica installabili in tutti i luoghi privati; alternativi alla classica presa domestica (rispetto alla quale assicurano tempi di ricarica decisamente più corti) questi sistemi hanno una capacità di ricarica che va fino a 11 kW, sufficienti per una ricarica completa nel corso di una notte.
Contenere costi e tempi di ricarica e aumentare l’autonomia
Sulla mobilità elettrica e in particolare sulle batterie l’intera industria automobilistica sta lavorando su fronti comuni: progredire in termini di costi, autonomia e tempi di ricarica. Poi ognuno ha le sue strategie. Il Gruppo Volkswagen mira a incrementare il contenuto energetico delle celle (di cui è formata una batteria), utilizzando anodi in silicio. Il prossimo salto sarà probabilmente il passaggio alle batterie allo stato solido, spiegano dalla sede tedesca del gruppo, dove stanno sviluppando diverse partnership per stringere i tempi. Fra le collaborazioni attive quella con QuantumScape e con la Northvolt. Oltre a questo, trecento esperti sono al lavoro nel centro di eccellenza di Salzgitter, nella Bassa Sassonia, per sviluppare processi produttivi innovativi proprio sul tema batterie.
Seguire l’intero ciclo delle batterie: l’approccio Volkswagen
Che controllo ha un produttore di auto sulle batterie delle auto elettriche? Viene seguito tutto il ciclo di vita, delle materie prime, alla produzione, fino al riciclo, assicura il Gruppo Volkswagen, per cui gli accumulatori non sono rifiuti pericolosi, ma una fonte preziosa di materie prime. L’industria dell’auto è impegnata su numerosi progetti che mirano al riutilizzo delle materie prime impegnate nella costruzione delle batterie dedicate alla mobilità elettrica. Parliamo di elementi come il litio, il nichel, il manganese, il cobalto. Ma anche di rame, acciaio e alluminio. Alla fine del proprio ciclo di vita, la batteria viene testata ed eventualmente riutilizzata in applicazioni come le stazioni di ricarica rapida, oppure riciclata. Questo è l’approccio seguito dal Gruppo, che vede nel 2030 la data da cui il numero di batterie da riciclare raggiungerà quantità considerevoli. Per questo il costruttore tedesco nel sito di Salzgitter sta realizzando anche un impianto pilota che, una volta a regime, potrà trattare 1.200 tonnellate di batterie all’anno, che equivalgono a circa 3mila veicoli elettrici.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lynk & Co presenta la nuova elettrica 02: pensata per l’Europa, prodotta in Cina, si può (anche) noleggiare e offre fino a 445 chilometri di autonomia.
Peso, dimensioni, capacità di stoccaggio. Lo sviluppo di batterie sempre più efficienti è cruciale per la diffusione della mobilità elettrica. Oltre all’autonomia devono avere altre caratteristiche, vediamo quali.
Dopo un buon 2023 si inverte la tendenza delle auto elettriche sul mercato. L’Italia resta, insieme alla Spagna, uno dei fanalini di coda del continente.
Marco Biffoni è commercial&business development director Alstom Italia, la società che introdurrà in Valcamonica il primo treno a idrogeno d’Italia. Con lui abbiamo fatto un punto su presente e futuro del trasporto ferroviario.
Con 600 chilometri di autonomia e dimensioni europee, l’Explorer inaugura una nuova generazione di modelli elettrici Ford. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Si chiama Inster la prima elettrica da città Hyundai: due le declinazioni, urban o outdoor, dimensioni compatte e interni ispirati alla circolarità.
La Sardinia innovative boat week porta in mare le tecnologie più avanzate di solare, elettrico e idrogeno per le imbarcazioni.
Stellantis sull’auto elettrica si allea con la cinese Leapmotor e annuncia in tre anni un nuovo veicolo ogni anno, si parte con la T03, una urban car sotto i 18mila euro.