Cosa c’è dietro la rinuncia di Volvo a produrre solo auto elettriche entro il 2030

Il calo nella domanda dell’elettrico è stato determinante. Tre anni fa Volvo era stata tra le prime case automobilistiche ad annunciare l’abbandono ai motori termici.

Dietrofront di Volvo. Niente più solo full electric entro il 2030. La casa automobilistica svedese ha deciso di rivedere i propri obiettivi per tener conto di una domanda che non sta soddisfacendo le aspettative iniziali e si sta rivelando discontinua per sostenere il passaggio a una gamma al 100 per cento a batteria. Lo ha dichiarato il Ceo e presidente dell’azienda Jim Rowan a inizio settembre. L’obiettivo, adesso, è realizzare nei prossimi cinque anni un mix di vendite composto per il 90-100 per cento da auto elettrificate (elettriche e ibride plug-in) e per la restante parte da modelli mild hybrid, auto con motore a combustione interna dotate anche di un piccolo motore elettrico.

Colonnine di ricarica
Volvo Car Italia ha inaugurato nel novembre 2021 la stazione di ricarica ultra-rapida Powerstop a Milano Portanuova © Volvo

Il contesto: la riduzione della domanda dell’elettrico in Italia e nel mondo

Ad oggi il mercato delle auto full electric sta vivendo un momento di rallentamento della domanda che vede molte case automobilistiche, Volkswagen, Ford, Renault e il gruppo  Stellantis attuare tagli al personale proprio a seguito di un calo delle vendite. Già mesi fa il colosso mondiale del settore elettrico Tesla aveva annunciato, come riportato dalla rivista specializzata Electrek, esuberi per il 10 per cento della forza lavoro. In Italia, ad oggi secondo le stime di AlixPartners, si rischiano 7 miliardi di perdita di valore al 2030 e 40mila esuberi totali a causa del passaggio da auto tradizionale a quella elettrica. Uno studio del Centro studi promotor evidenzia come il problema del mercato dell’elettrico, in Italia e non solo, è riconducibile da una parte all’aumento del livello dei prezzi generale, dall’altra alla mancanza di incentivi nonostante le promesse da parte dei governi.

Volvo: la transizione non sarà lineare, bisogna essere pragmatici e flessibili

In questo contesto, Volvo ha rivisto la strategia sull’elettrico ma non ha cambiato i suoi obiettivi di lungo termine di diventare un costruttore di auto completamente elettriche e di raggiungere le zero emissioni nette di gas serra per il 2040. L’anno prossimo l’azienda prevede che la percentuale di prodotti elettrificati sarà compresa tra il 50 e il 60 per cento.  “Siamo convinti che il nostro futuro sia elettrico”, ha ribadito Jim Rowan, amministratore delegato di Volvo Cars.

“Tuttavia, è chiaro che la transizione all’elettrificazione non sarà lineare e che i clienti e i mercati si stanno muovendo a velocità diverse. Siamo pragmatici e flessibili, pur mantenendo una posizione leader nel settore elettrico e della sostenibilità”. Un “ripensamento” che non incide, almeno per ora, sulla commercializzazione di nuovi modelli già pianificati, come la EX 90, un Suv elettrico a 7 posti che ha appena fatto il suo debutto con un’autonomia elettrica fino a 600 chilometri e prezzi a partire da 85mila 250 euro.

Volvo è stata tra le prime aziende a puntare al full electric 

Nonostante la decisione di voler rallentare sull’elettrico Volvo resta uno dei brand automotive più impegnato nella rivoluzione elettrica. Nel 2021, il marchio svedese è stato uno dei primi a schierarsi a favore dell’elettrico, in nome della sua scelta green, che ha portato avanti fino a oggi: nel secondo trimestre del 2024 la quota di auto completamente elettriche prodotta da Volvo Cars si è attestata al 26 per cento, il valore più alto fra i marchi auto premium. Così come alta è stata la quota di ibride plug-in.

Insomma, che la transizione elettrica dell’auto, pur con gli innegabili vantaggi ambientali, resti una sfida complessa lo abbiamo ribadito in molte occasioni, rimane da vedere se Volvo, così come la quasi totalità di marchi, manterranno gli impegni presi anche in vista del 2035, o se ci saranno ulteriori cambi di rotta.

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