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Vomito e rigurgito nel cane, quando non allarmarsi e risolverli in dolcezza
Il vomito e il rigurgito sono eventi frequenti nel cane, ma possono essere risolti felicemente con l’aiuto delle medicine complementari.
Vomito? Rigurgito dopo mangiato? Spesso il nostro cane è preda di problemi di questo tipo che, se sporadici, non devono allarmare, ma devono essere affrontati sempre con cognizione di causa e con rimedi specifici. Il vomito e il rigurgito non sono sinonimi di uno stesso sintomo, ma eventi decisamente diversi. Così come sono diverse le cause che li provocano. Vediamoli insieme con l’aiuto degli esperti.
Vomito e rigurgito, le differenze e le modalità
Il vomito è provocato dalla contrazione rapida e involontaria dei muscoli addominali e da un’onda antiperistaltica che parte dal digiuno (primo segmento dell’intestino) e provoca l’apertura del cardias (valvola di comunicazione tra esofago e stomaco). Il contenuto dello stomaco viene così espulso verso l’esterno. “Il vomito nel cane è preceduto da una prima fase caratterizzata dalla nausea che si può manifestare con abbattimento, aumento della salivazione, rifiuto del cibo, leccamento frequente delle labbra. Alla nausea possono far seguito i conati, contrazioni involontarie della muscolatura addominale e del diaframma. Essi anticipano la fase di espulsione del contenuto dello stomaco dalla bocca. Le cause possono avere origini di vario genere, da quella gastroenterica, per esempio, o partire da problematiche di altri organi come il pancreas, il fegato, i reni”, spiega la dottoressa Anna Maria Ubbiali, medico veterinario, esperta in omeopatia veterinaria.
Il rigurgito invece è un fenomeno passivo nel quale non c’è coinvolgimento della muscolatura addominale, e non è anticipato da conati o da nausea. “Passivamente il contenuto dello stomaco o dell’esofago risale verso la bocca. La causa più frequente è una disfunzione esofagea, ma più raramente possiamo avere una persistenza congenita dell’arco aortico o una patologia sistemica come la myastenia che lo coinvolge”, aggiunge Ubbiali.
Quando la causa non è patologica
Il vomito sporadico, non accompagnato da abbattimento e inappetenza, solitamente non nasconde una causa organica. Ci sono cani facilmente eccitabili che ne soffrono spesso per cause diverse. I calori delle femmine, l’eccitazione del ritorno del proprietario o la speranza di uscire con lui, un cambiamento di abitudini soprattutto durante le ore del pranzo o della cena. “Può capitare che mangiando o bevendo troppo voracemente e in fretta i cani rigurgitino subito dopo. Per questo è importante avere alcune accortezze durante il momento del pasto che dovrebbe avvenire in un luogo tranquillo senza rumori eccessivi, senza troppe persone, soprattutto estranee, o altri cani che non si conoscono bene o con cui c’è una nota competitività per il cibo”, dice la dottoressa Serena Ribolzi, medico veterinario.
Sarebbe ideale anche evitare la somministrazione del pasto subito dopo la passeggiata o il gioco lasciando un po’ di tempo al nostro amico a quattro zampe per riposarsi e calmarsi magari disteso sulla sua cuccia o in un luogo tranquillo. Anche un digiuno troppo prolungato può scatenare un rigurgito di succhi gastrici e, per questo, è importante la suddivisione della dieta in più pasti giornalieri che non devono essere troppo distanti tra di loro quando il quattrozampe attraversa momenti di eccitazione o di stress.
L’aiuto delle medicine complementari
Con l’omeopatia è possibile indagare il vomito, non solo in funzione della causa scatenante e della modalità di manifestazione, ma anche tenendo conto del soggetto che manifesta il sintomo. “Se il cane è un ghiottone, magari ingordo e qualche volta portato al ladrocinio di cibi non destinati a lui, i rimedi omeopatici come calcarea carbonica, natrum carbonicum e magnesia carbonica possono essere risolutivi. Se però alla ghiottoneria è associato un forte controllo delle risorse (in particolar modo del cibo), e una spiccata irritabilità in presenza di temuti competitori, si considerano altri rimedi come ipecacuanha, nux vomica veratrum e china”, delucida Anna Maria Ubbiali.
In questo caso, comunque, si può aiutare il monello a quattro zampe facendolo mangiare da solo e in un luogo tranquillo lontano da altri cani, bambini ed estranei. “Diversi soggetti che hanno generalmente molto appetito possono vomitare subito dopo il pasto per aver ingerito troppo cibo. In questi casi in omeopatia vengono suggeriti rimedi come antimonium crudum, lycopodium, phosporus, ferrum, natrum muriaticum, pulsatilla, bryonia. Per i cani che, invece, mangiano tanto e troppo velocemente si può optare per sulphuricum acidum, coffea e zincum. Infine possiamo trovare animali nei quali una forte tensione emotiva è un fattore importante di aumento della frequenza del vomito. Ci vengono allora in aiuto rimedi come ignazia, nux vomica, coffea, colocintys”, aggiunge l’esperta.
L’induzione del vomito è la conseguenza dell’attivazione del sistema nervoso centrale e periferico e di diversi costituenti dell’asse intestino-cervello da parte di sostanze pro-emetiche. “Alcuni studi hanno evidenziato come sostanze endocannabinoidi (prodotte naturalmente dall’organismo) interagiscono con alcuni recettori del sistema nervoso centrale riducendo la sensazione di nausea. Per questo motivo, preparazioni a base di cannabis contenente cbd vengono utilizzate non solo per ridurre il problema, ma anche per favorire l’appetito grazie all’azione miorilassante sulla muscolatura liscia di stomaco e intestino”, delucida la dottoressa Ribolzi.
Parlando di fitoterapia vi sono altre piante utilissime per la nausea e i disturbi digestivi. “Prendiamo, per esempio, il ficus carica preparato glicerico (il fico comune) che possiede proprietà emollienti sulla mucosa gastrica contrastando l’eccessiva acidità dei succhi gastrici e ha azione calmante e spasmolitica. Il ficus carica agisce anche su quei disturbi che hanno base ansiosa così come la tilia tomentosa che ha un’azione molto spiccata su ansia, spasmi, insonnia e palpitazioni”, conclude Ribolzi.
In ogni caso la visita del veterinario e l’esatta diagnosi dei sintomi aiuta nella cura e diventa fondamentale per restituire benessere e salute al piccolo paziente. Il “fai da te” come sempre è da escludere e il ricorso all’esperto è basilare.
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