In vista della sfida tra Kamala Harris e Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa, ripercorriamo i grandi temi aperti in materia di clima.
Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani
Intervistiamo Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani, una vita dedicata al servizio dei diritti e dei sentimenti animali.
Già all’età di 14 anni, dopo che ha visto come
venivano uccisi i cani nei canili pubblici, ha cominciato a
lavorare per i diritti degli animali. Dal 1998 è presidente
degli Animalisti Italiani, che rappresentano anche la PeTA (People
for the Ethical Treatment of Animals), la più grande
associazione animalista al mondo, che ha tra i suoi testimonial
nomi famosi: Paul McCartney, Pamela Anderson, Kim Basinger, Alec
Baldwin. Con grande passione e impegno Walter Caporale 38 anni,
porta avanti questa causa da un semplice ufficio, a Roma.
Quando è nata l’associazione degli Animalisti
Italiani?
Gli Animalisti Italiani nascono nel 1998, con lo scopo di
contribuire a diffondere, nel nostro Paese, una cultura basata sul
rispetto del diritto alla vita di tutti gli esseri viventi, uomini
e animali, contro ogni forma di violenza, sfruttamento e
prevaricazione.
Quali sono i vostri obiettivi?
Cerchiamo di abolire ogni forma di violenza e sfruttamento sugli
animali e ogni forma di discriminazione verso le minoranze. Gli
animali sono esseri senzienti, capaci di soffrire, provare dolore e
piacere, amare e comunicare. Hanno valore in sé e non in
quanto utili agli interessi dell’uomo, hanno un valore autonomo che
li rende soggetti morali portatori di diritti da tutelare.
In quale settore siete particolarmente attivi?
Dove avvengono violenze o soprusi: dalla caccia alla vivisezione,
dai maltrattamenti di animali all’abbandono, dal randagismo agli
allevamenti intensivi, dalle pellicce agli zoo, dai circhi alle
manipolazioni genetiche.
Dal 1998 a oggi quali progressi ci sono stati nel
riconoscimento dei diritti degli animali?
Sicuramente. La Camera dei Deputati ha approvato una nuova legge
contro i combattimenti clandestini e per la modifica dell’art. 727
del Codice Penale che punisce con multe e carcere chi maltratta gli
animali. La legge deve essere votata ancora al Senato.
Nel dicembre 2001 il Governo italiano ha emanato un’ordinanza che
vieta l’importazione, la produzione, la detenzione e la vendita di
pelli o pellicce costituiti o ottenuti, in tutto o in parte, dalle
pelli di cani e gatti. Si tratta ora di trasformare l’ordinanza in
legge dello Stato e di introdurre l’obbligo di etichettatura per i
capi d’abbigliamento derivanti da pelli o pellicce di animali.
Dopo le nostre numerose richieste fatte ai giudici per sostituire
le toghe di ermellino con delle imitazioni, il primo presidente
della Corte Suprema di Cassazione ha comunicato che le toghe
utilizzate per la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno
giudiziario sono state confezionate in epoca remota, e, comunque,
per le più recenti viene utilizzato del materiale sintetico
simile all’ermellino.
Dal 2004 sarà, invece, vietata in Italia l’alimentazione
forzata di anatre e oche (per il foie gras), la spiumatura di
volatili vivi, il taglio della coda per i bovini e delle ali per i
volatili. Infine tredici allevamenti da pelliccia, anche grazie al
nostro lavoro e alle nostre denunce, hanno interrotto la loro
attività tra il 2000 ed il 2002!
Quando e perché viene calpestata la
dignità degli animali?
Quando gli animali
continuano a essere considerati macchine, oggetti o mezzi a
disposizione dell’uomo: per esempio negli allevamenti intensivi. Ma
cosa dire della caccia o ancora delle pellicce, simbolo di
vanità in nome della quale milioni di animali vengono
allevati e soppressi.
Tutto questo ha origine nel modo in cui l’uomo vede se stesso:
l’animale viene considerato un oggetto o un essere inferiore, un
mezzo a disposizione dell’uomo, che non ha la capacità di
ragionare perché non usa parole. Da questa concezione nasce
lo “specismo”, ossia la discriminazione in base alla specie,
parente stretta della discriminazione in base alla razza e al
genere. E’ proprio questa logica, dell’essere superiore e
inferiore, che porta a giustificare schiavismo, sfruttamento del
più debole, sterminio di indios o l’aberrante uso di organi
di bambini sudamericani come pezzi di ricambio.
Come vivi il rapporto con la natura?
E’ la mia linfa vitale. Le passeggiate al Parco con il mio cane, le
mie “fughe” da Roma in Abruzzo, il contatto con la natura, la
campagna, la tranquillità, la semplicità sono la mia
carica per continuare a lottare e a credere in un futuro migliore e
nell’importanza del mio contributo al cambiamento della
società.
Quali sono i prossimi progetti della Associazione?
Sono molti e come si dice in questi casi “sono a 360°”.
Qui di seguito la
loro specifica.
Rita Imwinkelried
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