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War is over! La Liberazione attraverso gli scatti
Non è la solita mostra di fotografia di guerra perché non ha uno sguardo univoco e non è nemmeno uno stralcio, un’istantanea di storia: War is over! è un racconto, un percorso, un viaggio e colpisce per questo. Alla Fondazione FORMA per la Fotografia di Milano si mettono a confronto due diversi sguardi sulla Liberazione in
Non è la solita mostra di fotografia di guerra perché non ha uno sguardo univoco e non è nemmeno uno stralcio, un’istantanea di storia: War is over! è un racconto, un percorso, un viaggio e colpisce per questo.
Alla Fondazione FORMA per la Fotografia di Milano si mettono a confronto due diversi sguardi sulla Liberazione in Italia, quello italiano e quello statunitense, diversità che negli scatti risulta chiarissima sin da subito: il colore e il bianco e nero.
War is over! I contrasti di guerra
Le foto sono quelle dei Signal Corps dell’Esercito USA e dell’Istituto Luce. I Signal Corps sono i corpi militari addetti alla comunicazione, dotati di un ampio raggio d’azione, dai collegamenti telefonici e radiofonici ai filmati per l’addestramento dei soldati, dalle fotografie di guerra ai cinegiornali e ai Combat film. L’Istituto Luce è l’organo ufficiale per la documentazione fotocinematografica del governo e del regime fascista.
Da subito il contrasto è netto, anche grazie all’allestimento che contrappone gli scatti: quelli americani sono a colori, spesso trionfanti e quasi patinati, simili a set cinematografici. L’Italia vista dagli italiani è invece cruda, realista e ancora dolorosa seppur liberata.
Sono molte le immagini che non si dimenticano: Sandro Pertini all’Arco della Pace a Milano per festeggiare il 1° maggio nel 1945, una scuola milanese distrutta che custodisce decine di piccole vite, Benito Mussolini a pochi giorni dalla resa ma ancora fiero e trionfante. 140 immagini che raccontano dolore, distruzione negli occhi e nei visi dei protagonisti, dei cittadini e nelle città rase al suolo ma anche le gesta dei salvatori che con tutt’altro spirito vivono il nostro paese. 3 invece i contributi filmati provenienti da video e cinegiornali girati a Milano durante la guerra che mostrano ancor più chiaramente l’atmosfera di quei giorni e la consapevolezza di un’epoca che finiva per dare il via al nuovo.
10 tappe per la Liberazione
L’esposizione, visitabile fino al 10 aprile, è divisa in 10 sezioni che ci mostrano “Vincitori e vinti” fino ad arrivare a “Rinascere”: in mezzo città che non riconosciamo, alcune rare e inaspettate immagini censurate come quelle dei travestimenti dei combattenti, gli incontri d’amore anche in tempo di guerra, il tentativo di riprendere a vivere nonostante i conflitti, i protagonisti di allora e la gioia per la fine di un incubo.
Ciò che rimane sembra essere, comunque, la capacità di continuare, di riprendere lì dove si era interrotto: tre anziane donne in lutto pregano a Cagliari all’interno di una chiesa distrutta, di cui non rimane più nulla, se non il senso profondo e, così lontana, così vicina, Marlene Dietrich intrattiene i soldati americani sul fronte italiano.
War is over! ma ciò che vale è il percorso vissuto per arrivarci.
La mostra è aperta dal mercoledì alla domenica dalle 11 alle 20 e giovedì fino alle 23 dalle 12. Il biglietto costa 8 euro.
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