In Turchia i cani randagi dovranno essere tolti dalle strade, con la possibilità di ricorrere all’eutanasia per quelli malati o pericolosi.
Welsh corgi pembroke, il cane preferito da Elisabetta II
Il welsh corgi nasce come razza da pastore, ma è ormai un quattrozampe da salotto. Anche e soprattutto a Buckingham Palace…
Narrano le storie di casa Windsor che Re Giorgio VI – all’epoca duca di York – regalò un cucciolo di welsh corgi pembroke – si chiamava Rozavel Golden Eagle – alla giovanissima figlia primogenita che sarebbe poi diventata regina col nome di Elisabetta II. La cagnolina – che venne chiamata Susan – divenne la progenitrice dei welsh corgi della Regina, che li allevò con amore con l’affisso “Windsor” fino a pochi anni fa, quando l’ultimo discendente di Susan scomparve alla bella età di 14 anni. Non è noto come e quando questa razza sia stata introdotta in Inghilterra. Alcuni sostengono che il corgi pembroke, che presenta aspetti simili allo Swedish Vallhund, razza svedese di cani da pastore, sia stato importato nell’isola addirittura con le invasioni vichinghe. Secondo altri, invece, l’origine del corgi è autoctona, poiché in Gran Bretagna si è trovata notizia in documenti storici del X secolo di un “curre” o “cur dog“, vocabolo che significa appunto “cane da lavoro” e il cui suono è molto simile alla pronuncia gallese del termine corgi. La zona di origine e di maggior diffusione della razza resta comunque il Galles (Welsh da cui il nome della razza), e precisamente la regione del Pembrokshire.
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Welsh corgi pembroke, un magnifico cane da pastore
Sembra che la razza abbia preso il nome anche dal termine gallese “Ci Sodli”, che significa garretto, a indicare la caratteristica abitudine di mordere i garretti alle mucche di questi piccoli cani dalle zampe corte, ma dal grande coraggio. Nelle fattorie gallesi il corgi guidava le mandrie di bovini, sorvegliandola di notte, ritrovando e riconducendo i soggetti che si erano allontanati dal gruppo. L’aspetto della razza a quei tempi era senza dubbio piuttosto diverso da quello che possiamo osservare oggi. Il welsh corgi variava nel tipo e nella taglia e aveva pelo ruvido, ma possedeva lo stesso temperamento attuale. La caratteristica di mordere i garretti era utile nella guida dei bovini, ma si rivelava un grave errore se applicata alla conduzione delle pecore. Nel 1880 i pastori del Cardiganshire, per ovviare a questo problema, pensarono di incrociare il corgi con il welsh collie, altra razza da pastore utilizzata nella regione. Da questo incrocio si ritiene abbia avuto origine la varietà cardigan che conserva, tra le sue caratteristiche, il mantello blue merle, comune appunto a tutte le varietà della razza collie. Il welsh corgi negli anni è diventato un cane caratteristico in Gran Bretagna, e come il setter inglese, è un po’ il simbolo della cinofilia anglosassone.
Un compagno perfetto anche in città
Il welsh corgi pembroke è un cane vivace, curioso e intelligentissimo. È caratteristica la sua testa che lo fa assomigliare a una volpe e le gambe piuttosto corte. È un cane di piccola taglia, ma di grande carattere proprio per la sua origine di razza da pastore. Le sue dimensioni ne fanno un compagno ideale che occupa poco spazio in casa e che si adatta facilmente sia alla vita di città sia a quella di campagna. “Questi cani, impiegati nel secolo scorso per radunare e condurre bestiame, hanno conservato un carattere forte e ardimentoso. Grazie alle sue zampe corte e il suo corpo forte e compatto il welsh corgi era adatto a muoversi tra le zampe dei bovini schivando eventuali calci e assestando un morso ai garretti in caso di necessità.
Si tratta di un cane estremamente versatile che vive bene in contesto urbano. Ha bisogno, però, di una famiglia che lo coinvolga nella vita quotidiana e che non lo lasci a casa da solo gran parte della giornata. Infatti ciò che desidera di più al mondo da buon pastore conduttore è sentirsi parte di un gruppo (che può ovviamente essere composto anche da un solo membro) e collaborare con le attività quotidiane”, spiega Alina Gargiulo, educatrice e istruttrice cinofila. Il welsh corgi è un cane che sa difendere la proprietà, nonostante la sua piccola mole, e si dimostra coraggioso e valido anche come cane da guardia. È anche un ottimo compagno per chi pratica sport con i cani: eccelle in attività sportive come l’agility e impara prestissimo i comandi di base per ogni attività cinofila.
Le cure quotidiane, il carattere e la salute
Il pelo corto del welsh corgi richiede pochissime cure, pur rappresentando un’ottima protezione contro il freddo e l’umido. La razza, infatti, è dotata di un fitto sottopelo. Una bella spazzolata dopo l’attività sportiva o le corse all’aria aperta sarà sufficiente a mantenerlo al “top”.
“Tendenzialmente il welsh corgi non ha problemi di socializzazione con i cani e accetta nel suo gruppo familiare anche gatti e altri animali purchè vengano fatte le dovute presentazioni iniziali, inserendo gradualmente il nuovo arrivato a casa. Ha bisogno di avere accanto un umano coerente nella comunicazione e nell’educazione. Si tratta di un cane dolce e allo stesso tempo tenace: ricordiamoci che è stato capace, e in alcune parti del mondo lo è ancora, di farsi ubbidire da mandrie di bovini”, aggiunge Alina Gargiulo. Per quel che riguarda la salute la razza è sana e longeva. Alcuni soggetti però possono essere predisposti a problemi della colonna vertebrale e alla displasia dell’anca. Attenzione, infine, all’alimentazione. Un welsh corgi grasso potrebbe avere più predisposizione a queste malattie e presentare anche problemi caratteriali. Una dieta bilanciata e un esercizio fisico costante lo metteranno comunque al riparo da obesità e patologie osteoarticolari.
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