L’agenzia alimentare delle Nazioni Unite sospende le consegne in seguito agli attacchi israeliani e al “collasso dell’ordine civile” nel nord di Gaza.
Il World food program (Wfp), il Programma alimentare delle Nazioni Unite, ha annunciato la sospensione degli aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza. In un comunicato diramato martedì 20 febbraio, l’agenzia ha dichiarato la necessità dell’ennesimo stop alla fornitura a causa della situazione completamente fuori controllo, facendo riferimento ai continui attacchi da parte delle forze israeliane e “la violenza più totale a causa del crollo dell’ordine civile”.
Le consegne degli aiuti erano riprese domenica dopo un’interruzione di tre settimane, a seguito di un attacco subito da un camion dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, bersagliato da colpi di artiglieria da parte delle forze militari israeliane. Il Wfp prevedeva l’invio di dieci camion per sette giorni consecutivi per provare a far fronte alla crisi alimentare nella Striscia. Alla ripresa dell’invio degli aiuti, i convogli sono stati dapprima assaltati da civili disperati, privati ormai di cibo e acqua, e poi, arrivati a Gaza City, sono stati colpiti da alcuni spari.
La catastrofe alimentare a Gaza
Il Wfp, insieme ad altre 15 agenzie, già a dicembre aveva avvertito delle condizioni di carestia che avrebbero colpito i 2,3 milioni di abitanti della Striscia di Gaza entro il prossimo mese di maggio, se non si fosse dato accesso agli aiuti umanitari. La situazione nella Striscia è d’altra parte catastrofica: mancano cibo e acqua, iniziano a diffondersi malattie e si è di fronte a un’ondata di malnutrizione acuta. C’è chi inizia a morire di fame.
In un report congiunto pubblicato lunedì con l’Unicef, si rileva che la situazione più grave si registra nel nord della Striscia, che è stata quasi completamente tagliata fuori dagli aiuti per settimane. Gli screening nutrizionali condotti nei rifugi e nei centri sanitari del nord hanno rilevato che il 15,6 per cento – un bambino su sei sotto i due anni – è gravemente malnutrito. Di questi, quasi il 3 per cento soffre di grave deperimento, la forma di malnutrizione più pericolosa, che mette i bambini piccoli a rischio di complicazioni mediche e di morte, in mancanza di cure urgenti. I dati sono stati raccolti a gennaio: è probabile che la situazione sia ancora più grave oggi.
Pochi aiuti umanitari
I dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) mostrano d’altra parte che il numero medio di camion di aiuti che entrano a Gaza è sceso da 140 al giorno a gennaio a 60 al giorno a febbraio.
Israele, che controlla i punti di ingresso alla Striscia, ha aperto un solo valico nell’enclave nonostante le crescenti pressioni internazionali per la fornitura di aiuti, comprese le sentenze provvisorie della Corte internazionale di giustizia. Le agenzie delle Nazioni Unite affermano che le macchinose procedure israeliane hanno rallentato l’attraversamento da parte camion, alcuni dei quali sono stati bloccati da manifestanti israeliani di destra al punto di ingresso di Kerem Shalom nel sud della Striscia. L’Unrwa ha dichiarato che le autorità israeliane hanno impedito l’accesso al 51 per cento delle missioni programmate per consegnare gli aiuti nel nord di Gaza.
Il Wfp ha aggiunto che cercherà di trovare il modo di riprendere le consegne il prima possibile e ribadito la necessità di aumentare gli aiuti nel nord della Striscia. Ha, inoltre, ribadito la necessità di garantire sicurezza al personale umanitario, bersagliato sia dei militari israeliani che della disperazione della popolazione civile.
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